Guerra di religione Il fantasma di un'antica eresia sempre sospettata di avere complotti di Maria Giulia Minetti

Guerra di religione Guerra di religione //fantasma di un 'antica eresia sempre sospettata di ordire complotti Yj] MILANO IN crescendo d'accuse, fino alla botta massima: Roberto Calasso, l'editore dell'Alt 1 delphi, lo scrittore di libri molto lodati come Le nozze di Cadmo e Armonia e il recente Ka, avrebbe nientemeno un «modo di pensare» che lo accomuna ai killer del cavalcavia. Un nichilista assoluto, uno che gioca con la vita, che ha «nostalgia del sangue» e «teorizza il sacrificio umano come fondamento della società». Un «nuovo gnostico». Così ha scritto su Awenire Cesare Cavalieri, responsabile delle edizioni Ares, da oltre 36 anni iscritto all'Opus Dei, evocando per giunta Satana e il «potere delle tenebre». E tutto perché Calasso nei suoi libri si occupa dei miti che hanno fondato antiche civiltà. Qualche mese fa Cavalieri l'ha coinvolto a freddo denunciando la liberalizzazione dell'aborto in Polonia. E alla fine del '94 pubblicò un libro di Maurizio Blondet, Gli «Adelphi» della dissoluzione, in cui si discorreva di intellettuali come lo stesso Calasso e come Ceronetti, Citati, Quinzio e Zolla, tutti iniziati, tutti dediti a mi esoterico complotto gnosticogiudaico-massonico per scristianizzare la società, per favorire il male, la caduta, l'apocalisse. Vien fuori una serie di attacchi, di demonizzazioni bene al di là delle consuete critiche e polemiche culturali. In questa vicenda c'è mi gusto strano, c'è sapor d'anatema, di guerra di religione. La chiave è li, nel ricorrere di una parola: gnostico. Che cosa significa oggi gnosi? Per 10 storico delle religioni Giovanni Filoramo, autore di It risveglio della gnosi, ovvero diventare Dio (Laterza), lo gnostico qui è il pagano, il pre-cristiano, l'anti-cristiano. Ma non un paganesimo poltrone e generico, sinonimo quasi di edonismo spicciolo 0 di beveraggio, di cocktail multicolore costruito sugli scaffali dei supermarket del sacro. Un paganesimo invece elaborato, perseguito con un'intelligenza allo zolfo. 11 pagano consapevole è un devoto di Nietzsche, s'immerge nel culto della natura, di un cosmo non redento dal sacrificio del Cristo. Per gli eretici gnostici non c'era infatti il Cristo sulla croce, ma un altro, un angelo, una controfigura. L'uomo, FilorampolemicDon Fortesi confrla trasc Filoramo: «Una polemica rozza» Don Forte: «Calasso si confronta con la trascendenza» mologazione delle testate femminili a un modello ibrido e deplora l'abuso di gadget per venderle («Ormai si compra il profumo, non la rivista. Siamo mi mucchio selvaggio»), ma che la sua lettrice non la identifica nella donna post-emancipata desiderosa di indulgere alla propria femminilità, tutt'altro: «Faremo più attenzione alla persona che al "genere". Faremo certamente un giornale meno legato al genere...». Fedele alla differenza, invece, Vera Montanari di Gioia, che è anche l'unica del gruppo a non prevedere cambiamenti a breve del suo giornale: «Gli ho dato una rinfrescata due anni fa, quando sono arrivata. L'ho reso più carino e più femminile, e la pubblicità ha risposto. Adesso sto a guardare. Aspetto la nuova Grazia, la nuova Amica, la nuova Anna, poi deciderò. Sono felice di queste innovazioni, perché stimolano il mercato, lo sollecitano, suscitano attenzione. E io posso permettermi il lusso di aspettare». Un lusso che non può invece o: «Una a rozza» «Calasso onta con ndenza» la natura, la materia non è stata riscattata, e il male è senza rimedio. Lo gnostico antico era uno straniero nel mondo, un viandante gonfio d'angoscia che tuttavia sapeva di ricongiungersi un giorno, alla fine dei tempi, con il suo doppio celeste, il suo vero, scintillante io: nell'anima dello gnostico brilla infatti una scintilla, una goccia di quel suo Dio che s'è disfatto nella creazione. Solo lui, lo gnostico, aveva questa certezza, perché solo lui aveva la giusta conoscenza. Lo gnostico come equivalente odierno di pagano, dunque. Ma mentre lo gnostico d'una volta non faceva sacrifici, come ricorda Filoramo, quello odierno - a detta di Cavalieri - sì, auspicherebbe l'avvento di dei distruttori come Shiva, Kalì, Dioniso... Par di sognare. E la storia del complotto? La trama adelphiana? «Una polemica deteriore, rozza», la definisce Filoramo. «Non credo a questi complottismi», taglia corto il filosofo Salvatore Natoli. Tutt'al più, in alcuni intellettuali si potranno ritrovare «sensibilità gnostiche in senso lato»: la gnosi sarà allora disperazione, pessimismo alla Cioran, critica alle banalità ottimistiche sulla tecnica. Di ampio respiro è la reazione del teologo Bruno Forte: «Non dò peso a queste accuse. Sono interpretazioni pregiudiziali». E si sofferma sul significato che ha per lui la gnosi: ormai è «una metafora per ogni concezione che vuole risolvere la salvezza dell'uomo con la sua sola conoscenza»; è una redenzione faida-te, senza più Dio, l'altro attore dell'alleanza uomo-Dio. In questo senso l'esaltazione della ragione fatta dalla Rivoluzione francese in poi è gnosi, le ideologie sono gnosi; e s'è visto che fine hanno fatto: portano alla tragedia. Lui, Calasso, «grande letterato, formidabile scrittore», non ha simili pretese «totalizzanti», non cade nella trappola. In lui c'è ascolto, ricerca: «Egli rintraccia nella storia la memoria di un'Alterità sperimentata, gb echi dell Alterità ultima, del Mistero. Si confronta con un altro mondo inquietante, e quindi con un mondo "altro", con segnali di trascendenza». Altro che gnostico. Claudio Altarocca permettersi Edvige Bernasconi di Anna, anche lei sull'orlo del rilancio, ma abbottonatissima su date e contenuti: «Posso solo dire che il femminile deve ritrovare la sua identità, abbandonare le politiche di marketing drogate (ovvero: basta coi gadget costosi, ndr)». Tradotto nei contenuti della nuova Anna? «Guardi, io credo che una donna compri il giornale che le somiglia. E allora io non abbandonerò la formula magazine, anzi. Rafforzerò l'attualità, l'approfondimento culturale, perché c'è una donna che compra solo i femminili, e dal suo femminile vuole essere informata su tutto. E' a lei che mi rivolge». Maria Giulia Minetti

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