I'Enel: riduciamo la bolletta di Bruno Gianotti

Il Tar del Lazio boccia la delibera Cip. Per le famiglie risparmi dalle 1.700 alle 70 mila lire il bimestre Il Tar del Lazio boccia la delibera Cip. Per le famiglie risparmi dalle 1.700 alle 70 mila lire il bimestre I/Enel: riduciamo la bolletta Sospesigli aumenti varati tre anni fa ROMA. Bolletta Enel più leggera per i 20 milioni di famiglie italiane: arriverà con la prossima fatturazione, «tagliata» dalla sentenza del Tar laziale che ha giudicato illegittimi gli aumenti autorizzati dal Cip, il comitato interministeriale prezzi, rei '93 e applicati dalla società elettrica dal 1994. E' stato proprio l'Enel, ieri pomeriggio, ad annunciare che la prossima bolletta verrà «depurata» dall'aumento medio dell'1,2% applicato tre anni fa: un meccanismo che faceva scattare rincari a ripetizione, grazie alla perdita di varie agevolazioni per i consumi inferiori a un certo limite e portava anche a un balzo del 47% per i nuovi allacciamenti. Per i 13 milioni di famiglie elettriche «tipo» (famiglie allacciate nella casa di residenza, con una potenza impegnata di 3 chilowatt e consumi fino a 2.500 chilowattora l'anno) lo sconto non sarà comunque granché: circa 1.300 lire al bimestre. Sempre rimanendo nella fascia dei consumi domestici (3 kw impegnati), il risparmio diventerà più significativo - fino a 17 mila lire a bimestre - per i 7 milioni di DELLA DISCORDIA TROMA RA una polemica e l'altra, corrono i treni. E corre ai ripari Claudio Burlando, ministro dei Trasporti. Adesso Burlando sostiene di aver rispettato per le Fs le indicazioni di Romano Prodi. Assicura che il protocollo sul risanamento delle Ferrovie, firmato con i sindacati martedì notte, non sconfessa la direttiva inviatagli dal capo del governo. Ai senatori della commissione Lavori pubblici (ai quali dovrebbe parlare di Alta velocità) il ministro nega qualsiasi «marcia indietro» e giura che l'intesa con i sindacati non è «antitetica» alla direttiva. Ma più che i senatori Burlando deve riuscire a convincere Prodi sulla conformità del protocollo alla direttiva. E convincere il presidente del Consiglio non sembra facile. Mercoledì Prodi è saltato sulla sedia apprendendo la notizia dell'accordo sindacale. E' stato Burlando a telefonargli per informarlo. Ma evidentemente Prodi non ha considerato sufficiente la conversazione. Per ottenere chiarimenti è stato lui stesso a telefonare al ministro che intanto aveva raggiunto Londra. E ieri sera a Palazzo Chigi c'è stato un incontro tra i due. Prodi ha chiesto ulteriori delucidazioni sui diversi aspetti del protocollo. E, a scanso di equivoci, ha avvertito il ministro che nessun accordo sindacale può disattendere la direttiva inviata dalla presidenza del Consiglio anche al ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi. Ora qualcuno parla di rapporti gelidi tra presidente e ministro. E per questioni sostanziali. La direttiva prevede la divisione societaria delle Fs: una società proprietaria della rete, un'altra (ma in prospettiva anche più di una) responsabile del servizio. Il protocollo garantisce invece l'unitarietà aziendale, ammettendo solo la separazione contabile delle attività nella stessa società. Ottenuta la conferma dell'unitarietà aziendale, i sindacati hanno revocato tutti gli scioperi dei treni, facendo tirare un sospiro di sollievo a Burlando. Fra l'altro i sindacati gioiscono perché il protocollo garantisce il mantenimento del contratto unico. Al contrario la direttiva apre le porte per i ferrovieri a contratti di lavoro differenziati in base all'area di appartenenza. La rivoluzione di Prodi è quindi annacquata? «Io - di- famiglie che hanno un consumo annuo fino a 3.000 chilowattora. Si calcolano 1,5 milioni di famiglie che consumano 4.440 chilowattora ed oltre, per le quali l'alleggerimento della bolletta arriverà a superare le 70 mila lire a bimestre. L'Enel bloccherà tutto fino alla prossima sentenza, che toccherà al Consiglio di Stato, al quale ha fatto ricorso contro la decisione del Tar. Il tribunale amministrativo ha infatti pubblicato ieri il dispositivo della sentenza sul caso sollevato da Codacons, Federconsumatori e Associazione utenti servizi pubblici: ha ritenuto che gli aumenti non fossero legittimi perché non sostenuti da una adeguata analisi dei costi. E' una vera censura all'operato del Cip: avrebbe autorizzato le nuove tariffe senza una vera e propria istruttoria, ma prendendo per buone «acriticamente», le cifre fornite dall'Enel. Un vizio grave, secondo i giudici della terza sezione del Tar, che hanno citato sentenze del Consiglio di Stato e della Corte Costituzionale sui poteri del Cip e sulla determinazione delle tariffe di beni e servizi pubblici: non può, autorizzare variazioni di prezzi senza aver accertato i costi. La sentenza apre comunque un grosso problema: cosa dovranno fare le 20 mila famiglie italiane per versare quanto hanno pagato in più? Dalle prime stime dovrebbe trattarsi di almeno 4500 miliardi (secondo l'Enel circa 1450 miliardi l'anno, per tre anni), che potrebbero arrivare a 89 mila se fossero invece veri i calcoli delle associazioni dei consumatori. Ogni famiglia, in media, sarebbe dunque creditrice dell'Enel per una cifra che va dalle 225 mila alle 450 mila lire. Ora il Codacons invita i consumatori a ridursi ancora la bolletta e dà le istruzioni: versare con un bollettino di conto corrente postale l'importo «tagliato» del 10% e indicare sul retro «Pagamento ridotto del 10% a parziale compensazione di quanto pagato indebitamento per gli aumenti annullati dal Tar Lazio». L'Enel mette in guardia gli utenti: «Non fatelo, le iniziative di compensazione o di autoriduzione sarebbero una violazione del contratto e andreste incontro alle sanzioni previste». E precisa che gli aumenti restano congelati finché non arriverà la sentenza di secondo grado, quella del Consiglio di Stato. Ma il problema delle cifre già versate resta aperto. Anche perché il Senato ha appena approvato un emendamento proposto dal governo da inserire nel decreto «Milleproproghe»: una norma che rinvia tutto all'Àuthority. Sarebbe l'organismo di controllo, per questo caso e per tutti i casi simili, a decidere «entro 180 giorni dall' entrata in vigore del provvedimento» (cioè la sentenza), come andavano modulate in realtà le tariffe e il regime degli eventuali rimborsi. Una prospettiva che ha fatto di nuovo inalberare il Codacons, deciso a sostenere che la sentenza del Tar non va insabbiata. Se il provvedimento passerà anche a Montecitorio, minaccia il Codacons, partirà il ricorso al Tribunale dei diritti dell'uomo, a Strasburgo». DATI IN MILIARDI DI LIRE Bruno Gianotti

Persone citate: Bolletta, Burlando, Carlo Azeglio Ciampi, Claudio Burlando, Prodi, Romano Prodi

Luoghi citati: Lazio, Londra, Roma, Strasburgo