A Cerro Maggiore Muore suicida proprietario della discarica

A Cerro Maggiore A Cerro Maggiore Muore suicida proprietario della discarica MILANO. Non aveva più pace per quelle crepe nel muro, per l'aria che oramai sapeva di ammoniaca, per la discarica che andava in pezzi. E allora Luigi Ciapparelli, 40 anni, socio al 50% della discarica di Cerro Maggiore, vicino a Legnano, tra Milano e Varese, si è ammazzato con la sua pistola Beretta calibro 7 e 65. Un colpo solo, alla testa, da parte a parto. Un colpo che hanno sentito tutti nel prefabbricato di alluminio e lamiera che poi era il suo ufficio, davanti a quel buco, con 3 milioni di metri cubi di rifiuti e il muro lungo 340 metri, alto 27 come un palazzo di nove piani, largo 6, che non tiene più. Luigi Ciapparelli si è ucciso alle 10 e 15 del mattino dopo aver detto buongiorno ai suoi collaboratori. Qualcuno sostiene che era irritato. Poi l'hanno trovato in un lago di sangue ma respirava ancora, con la testa sulla scrivania. Inutile la corsa all'ospedale di Legnano, dove ò morto poco dopo mezzogiorno. Dove poi è arrivata sua moglie che si è sentita male, perché non si può morire a 40 anni, lasciando una figlia piccola, perche la discarica va male. «Era depresso, era molto depresso. Si vedeva che era a terra», spiega uno dei dipendenti della Simec, davanti alla cava su cui da anni c'è battaglia tra i comitati degli abitanti della zona, tra prefetti, sindaci e assessori regionali che si palleggiano questi 3 milioni di metri cubi di rifiuti. Sul posto arriva Luciano Monguzzi, consigliere regionale dei Verdi, tra i più attivi a sostenere le battaglie degli abitanti della zona. «Sono agghiacciato», scuote la testa. E poi ricorda di averlo visto più volte, in questi due anni di lotte, eh blocchi stradali, di scioperi della fame per chiudere quella miniera di puzza. «Lo conoscevo bene, era un uomo simpatico e vitale», dice Monguzzi. «Sono sgomento», replica Fabio Binelli, in Regione per il pds. Ieri non c'era uno che parlasse male della Simac diventata al 50°-b di Ciappanelli, dopo averla acquistata due anni fa da Paolo Berlusconi. O dei suoi dirigenti, della cava che è piena l'ino a scoppiare e che alla Usi 34, quella di Legnano, sono tutti lì che fanno gli scongiuri: «Speriamo che tenga il muro perché se no, non si sa come va a finire». Al comitato spontaneo degli inquilini di Cerro Maggiore, Rescaldina e dintorni, non se la sono sentita di mettersi lì a far polemiche. «Davanti alla morte c'è solo il silenzio, la pietà, il massimo rispetto per la persona umana», scrivono in un comunicato. «La vita umana è prioritaria rispetto a qualsiasi altra cosa, siamo esterrefatti e turbati», dice Paola Rivelli, che è di Cerro e che respira anche lei parte di quei 3 milioni di metri cubi che lacrimano percolato ed esalano biogas, liquami e miasmi. L'altroieri la Usi aveva steso la relazione sullo stato della discarica, ufficialmente chiusa un anno fa. Poi gli incartamenti sarebbero passati alla magistratura. [f.pol.] La Cassazione

Persone citate: Beretta, Cerro, Fabio Binelli, Luciano Monguzzi, Luigi Ciapparelli, Monguzzi, Paola Rivelli, Paolo Berlusconi

Luoghi citati: Cerro Maggiore, Legnano, Milano, Rescaldina, Varese