Prodi: «Privatizziamo la Rai» ma è rivolta di Maria Corbi

Critiche da Polo e Ulivo al presidente. Fini: idea di inaudita gravità; si mobilita anche il sindacato Critiche da Polo e Ulivo al presidente. Fini: idea di inaudita gravità; si mobilita anche il sindacato Prodi: «Privatiiziamo la Rai», ma è rivolta Informazione, la Vigilanza approva il documento sul pluralismo ROMA. La Rai? Privatizziamola. Romano Prodi risponde a una domanda eli Giuliano Ferrara, direttore di Panorama, e subito a Saxa Rubra scoppia la rivolta. L'Usigrai insorge: «Prodi lancia una bomba contro la Rai e contro il lavoro del suo stesso governo per il riordino dell'emittenza». Frodi con Ferrara si sofferma sulle «anomalie della situazione editoriale italiana» dove il capo dell'opposizione ha tre reti tv» e smentisce di essere «ossessionato dalle critiche». «Non ho il complesso dell'assedio», assicura. Questo il testo dell'intervista. Ma davvero Prodi intende privatizzare la Rai? Chi conosce i progetti del Presidente vede questo obiettivo, in realta, molto sullo sfondo. Prodi è un difensore del servizio pubblico ed ha confidato ai suoi collaboratori di ritenere indispensabile, comunque, una rete «educational». L'intervista del premier ha scatenato i commenti. Sarcastico quello di Francesco Storace, presidente della commissione di vigilanza della Rai: «Prodi vorrebbe privatizzare la Rai ma già l'ha fatta la privatizzazione, l'ha privatizzata l'Ulivo...». «Il problema - aggiunge - è se il servizio pubblico deve restare o no. Il servizio pubblico possono farlo anche i privati. Il problema non è questo, è creare un sei-vizio pubblico riconoscibile come tale». Nettamente contrario all'ipotesi di privatizzazione, il vicepresidente della commissione di vigilanza sulla Rai Mauro Paissan. «Nel sistema generale della comunicazio ne - spiega - serve una presenza pubblica. Il cittadino non ha nessun potere di contestazione e intervento su un'emittente privata, mentre può rivolgersi rivendicando dei diritti solo a un servizio pubblico». Dal Polo Marco Taradash concede un «Bravo Prodi», ma il leader di an Gianfranco Fini frena criticando duramente le parole del presidente del Consiglio. «Mi pare addirittura incredibile che il presidente del Consiglio dica una cosa di simile enormità». «Certo - continua Fini - i problemi della Rai sono sicuramente molti, come quello della necessità di garantire il pluralismo ed evitare lottizzazioni, ma pensare di privatizzarla tutta e quindi di sopprimere di fatto il servizio pubblico mi fa ritenere che il presidente del Consiglio forse non si è accorto che il carnevale è finito da due giorni». In allerta la Federazione Nazionale della Stampa che vede nelle parole di Prodi il rischio di «una grave crisi nei rapporti tra il governo e il sindacato dei giornalisti». Dalle Csm: non doveva indagare su Di Pietro che mise sotto inchiesta suo fratello testate Rai i direttori tacciono. La parola d'ordine è prudenza. Lucia Annunziata, alla guida del Tg3, prima di parlare «vuole aspettare che si chiarisca cosa si intende per privatizzazione». «Aspettiamo il progetto e poi faremo i conunenti», dice. Novità nel documento di indirizzo al servizio pubblico radiotelevisivo. Ieri la commissione di vigilanza sulla Rai ha votato all'unanimità il principio di pluralismo in televisione come diritto dell'utente. «Non si tratta solo - afferma il documento - di garantire ai diversi soggetti e alle diverse idee di essere rappresentate, ma anche e soprattutto di assicurare al cittadino il diritto di essere compiutamente informato e di poter avere accesso ai mezzi di comunicazione». Questo comporterà maggiore attenzione per le testate giornalistiche che saranno tenute sotto controllo e costrette a rettificare la «linea editoriale» in caso di «costanti disequilibri» non giustificati da «oggettive esigenze informative». Vengono definiti un «riferimento utile se pure parziale» i dati dell'osservatorio dell'università di Pavia. Del Savio Bonaudo: non i Maria Corbi nsabbio Phoney Money

Luoghi citati: Ferrara, Pavia, Roma