«Cani da guardia del governo» di Augusto Minzolini

«Cani da guardia del governo» «Cani da guardia del governo» perche non deve meravigliare il fatto che metà del suo gruppo parlamentare (è la valutazione comune che ha fatto del voto lo stesso autore della legge Giorgio Rebuffa) ha silurato il provvedimento. Nel partito di Fini, infatti, sono presenti reduci della de (Publio Fiori, ad esempio), custodi della vecchia identità del rrisi e cossighiani sfegatati come lo stesso Tatarella. Per un partito del genere - sospeso tra il passato e il presente e ancora incerto sul proprio futuro - è più facile agitare le riforme, che non farle. In queste condizioni, Massimo D'Alema e Silvio Berlusconi debbono fare gli scongiuri sul futuro della Bicamerale. C'è un istinto di conservazione che pervade la Camera dei deputati e che probabilmente è ancora più accentuato in quel Senato che, stando ai progetti, si vorrebbe ridurre in una Camera delle Regioni. C'è il rischio che chi non vuol cambiare - per diverse motivazioni sia in maggioranza rispetto agli innovatori. C'è il pericolo che Gianfranco Fini non sia solo diffidente verso il dialogo, ma addiritiura impossibilitato ad accettarlo. C'è il presagio che il requiem intonato ieri sulla legge Rebuffa, un domani le Camere alla mercè dei conservatori possano intornarlo sulla Bicamerale e le riforme stesse. ROMA. Ogni martedì, a partire dal 4 marzo, i parlamentari del Polo, e Corei; anche qualcuno dell'Ulivo, troveranno un plico in casella. Paolo Del Debbio, direttore generale di «Leggi per la libertà» annuncia di persona il piimo atto concreto dell'associazione del Polo che si propone di svolgere un ruolo di «cani da guardia che controllano l'attività del Parlamento e del governo». Cosa conterrà quel plico? «Un nostro modello grafico che, di settimana in settimana - spiega - farà conoscere il nostro parere sui vari provvedimenti all'esame nelle commissioni di merito sullo stato sociale. Quanto costano le diverse misure in termini di tempo, oltre che di denaro». Già a capo dell'ufficio studi di Forza Italia ed accreditato tra le «teste d'uovo» del movimento, ora Del Debbio dirige l'istituto che ieri ha presentalo ai leader del Polo, insieme a Gianfranco Ciaurro e Domenico Mennitti. [Agi] saldatura di questi due mondi, da un «pactum sceleris» tra contrari che ha come bersaglio l'accordo tra D'Alema e Berlusconi. L'obiettivo è quello di rendere chiaro a tutti che quel patto non basta né per il governo, né per le riforme. Alleanza nazionale, sembrerà paradossale, è il soggetto politico dove le diverse anime dei «contras» convivono. Ecco Augusto Minzolini

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