Monti: disinnescate la bomba-pensioni di F. S.

Smentiti i contrasti tra governo e ministro Ciampi. Manovra-bis? Vedremo i conti a marzo Smentiti i contrasti tra governo e ministro Ciampi. Manovra-bis? Vedremo i conti a marzo Monti: disinnescale la bomba-pensioni // commissario europeo: bisogna anticipare la riforma al '97 ROMA. Bastano i titoli di giornale sulla manovra-bis che non si fa più, e la credibilità dell'Italia diminuisce. Certi piccoli segni sui mercati finanziari - più 0,1% sui tassi di interesse a lungo termine rispetto alla Germania, calo dei future Btp - sono stati avvertiti nei palazzi romani. Così i contrasti tra Carlo Azeglio Ciampi e il resto del governo vengono smentiti; la posizione ufficiale di Romano Prodi resta: «a marzo si faranno i conti e si deciderà». Ma l'idea che !a manovra-bis non serva continua ad essere popolare dentro la maggioranza. Se davvero c'è una svolta o no lo si capirà tra un paio di settimane, dopo il congresso del pds. «Non è vero che ieri io fossi arrabbiato - precisa Ciampi - e non ne avrei davvero alcun motivo, dal momento che non esistono dissensi di valutazione nel governo e tra i ministri che si occupano di economia». Nega di essere politicamente isolato, il responsabile del Tesoro e del Bilancio: «Che io sia un solitario e un vecchio discorso. Era una mia caratteristica quando ero governatore della Banca d'Italia, ò rimasta tale». «Ciampi e tranquillo - sostiene anche Vincenzo Visco (pds), ministro delle Finanze - e i giornali immaginano cose che non esistono. Ci possono essere problemi nella maggioranza, che è ampia, non tra di noi». Anche il vicepresidente del Consiglio, Walter Veltroni, rimanda la decisione ai conti (la relazione di cassa) che arriveranno in marzo; eppure anticipa che «i dati arrivati finora sono tutti confortanti». Confortanti un bel niente, ribatte Silvio Berlusconi: «So per certo che i conti dello Stato vanno male. Non riesco a capire come si possa ipotizzare, da qualche pur amorevole rappresentante di maggioranza e governo, di non pensare neppure a una manovra correttiva per il '97, e di considerare quella per il '98 come una legge finanziaria normale». Alla «disponibilità» riaffermata dal leader di Forza Italia il presidente del Consiglio risponde: «La riforma delle pensioni voglio farla sul serio, ma non accetto uno scambio improprio tra alleanze parlamentari e pensioni». E' stato Prodi nei giorni scorsi a dare speranze a chi vuole evitare la manovra-bis. Tuttavia, le fonti governative concordano nel ritenere dannoso, autolesionista, che l'Italia rallenti il passo scommettendo sulle difficoltà della Germania. Magari se sarà Helmut Kohl a chiedere un rinvio di un anno per tutti si tirerà un sospiro di sollievo, e il presidente del Consiglio «per riconoscenza dovrà salire a piedi alla Madonna di San Luca», sopra Bologna, come ironizza il responsabile economico di Rifondazione, Nerio Nesi; ma l'Italia non può scoprirsi per prima. E in un'intervista a Panorama, Prodi conferma: «mi dimetterò» se l'Italia non entrerà nel- — GISCARD P'ESTABNG Il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi arrivare ai 59 mila che equivalgono al 3% di Maastricht, ne mancherebbero almeno 16 mila. La scuola ottimista confida nelle misure di controllo della Tesoreria varate da Ciampi; ma dai ministeri cominciano ad arrivare richieste di deroga a favore di questo o quell'altro ente. Non è che escludano, gli ottimisti, ogni correzione; pensano ad «interventi in corso d'opera», a ritocchi senza l'annuncio formale di una manovra, come spiega Gianfranco Morgando, deputato del ppi esperto di finanza pubblica. Offre una interpretazione il portavoce di Rinnovamento italiano, Ernesto Stajano. «La tiepidezza sulla manovra-bis è legata alla vicenda precongressuale del pds». Sia come sia, al Tesoro la preparazione della «manovrina» non si è interrotta. La stima provvisoria del Tesoro sul deficit '97 oscilla tra i 75 e gli 80 mila miliardi deficit di 6 mila miliardi nel primo bimestre, contro 25 mila nello stesso periodo del '96. Ma i tecnici spiegano che il confronto è poco indicativo. Al Tesoro, sulla base dei dati disponibili, la stùna provvisoria sul deficit '97 oscilla tra i 75 mila e gli 80 mila miliardi. Per Stefano Lepri BRUXELLES. Prodi ne è convinto: la manovrina non serve. E con tutta probabilità non serve neanche anticipare la Finanziaria '98, perché i conti dell'Italia sono in ordine. Tre dei cinque parametri di Maastricht sono già rispettati, il quarto, che impone al deficit un tetto del 3% del PO, lo rispetteremo senz'altro nel '97. E il quinto, debito pubblico al 60% del Pil, non conta perché lo rispetta solo il Lussemburgo. E' vero? Proprio per nulla. La situazione italiana è migliorata ma la strada da fare è ancora lunga e penosa, nel 1996 l'Italia non ha rispettato neanche un criterio di Maastricht, e l'eccesso di fiducia potrebbe costarci caro. E' quanto emerge dal Rapporto economico annuale della Commissione europea pubblicato ieri. In effetti il documento fa ancora riferimento alle previsioni pubblicate nel novembre scorso, che per il 1997, anno chiave per l'esame della moneta unica, davano il deficit italiano al 3,3% del Pil. Uno 0,3% di troppo dunque, che però sarà ammortizzato se Eurostat accoglierà l'eurotassa. Dodici giorni fa Eurostat ha già ammesso operazioni di tesoreria pari a 5-6000 miliardi e tra pochi giorni dovrebbe approvare anche eurotassa e riclassificazione dei mutui alle FS. Questo significa che, in teoria, il deficit italiano nel '97 potrebbe scendere addirittura al 2,5%: molto meglio della Germania. E' questo calcolo che ha acceso l'entusiasmo di Prodi. In realtà però la Commissione non ha considerato la decisione già presa da Eurostat perché «altrimenti avrebbe dovuto tener conto anche dei nuovi sviluppi di bilancio». E cioè della peggiore congiuntura generale e dello sforamentq del fabbisogno 1996'che il Tesoro stima in almeno 15 mila miliardi. Risultato: senza manovrina il 3% imposto da Maastricht ce lo scordiamo. Il Rapporto sottolinea il cammino già percorso dall'Italia e apprezza «la finanziaria 1997 e i risultati positivi sul fronte dell'inflazione». Va detto però che, quanto al debito pubblico, non lo rispetta solo il Lussemburgo, ma anche Francia e Regno Unito, mentre Finlandia e Germania ci sono vicinissime. Il vero problema però è il carattere durevole del risanamento, che Ciampi vorrebbe dimostrare anticipando la Finanziaria '98. Le misure che Eurostat si spera approvi non rappresentano infatti una riduzione strutturale del deficit, anzi, «è evidente che il loro carattere temporaneo non contribuisce a migliorare la situazione di bilancio fondamentale». Nel '98, all'esame della moneta unica, «sarà verificato» se queste operazioni «saranno state completate con un miglioramento durevole del bilancio». E come? Proprio come teme Prodi: «Introducendo riforme sostanziali)) nel sistema pensionistico e riducendo la spesa sanitaria, [f. s.]