UN PATTO SCELLERATO di Augusto Minzolini

UN PATTO SCELLERATO UN PATTO SCELLERATO linguaggio democristiano spazzano via gli ultimi dubbi su quel che è accaduto ieri nell'aula di Montecitorio: «Salutiamo la bocciatura della legge con gioia e dolore visto che metà dei nostri hanno votato a favore e metà contro». In un solo giorno il sogno delle riforme, o meglio della politica in cui tutti si accollano un rischio per cambiare, se non si è infranto si è come minimo impantanato. Torna in auge il comandamento che ha guidato quarantanni di prima Repubblica: galleggiare. Sulle riforme ma anche nel governo. SROMA CENE di ritorni al passato. Basta l'occhiolino con cui, poco prima del voro sulla legge Rebuffa, Pinuccio Tatarella ammicca in mezzo al Transatlantico al neo-comunista Oliviero Diliberto, per svelare la doppia identità degli uomini di Alleanza nazionale, i due desideri che li animano: difendere la legge in pubblico, proclamandosi paladini del bipolarismo, e sperare in privato nell'affossamento del provvedimento, magari assecondando il gioco di proporzionalisti sfegatati come Clemente Mastella o Armando Cossutta. E, se ce ne fosse ancora bisogno, le parole con cui Gustavo Selva commenta l'esito del voto - un mirabile esempio di Augusto Minzolini CONTINUA A PAG. 3 PRIMA COLONNA fa scattare 56 mila domande di quiescenza

Persone citate: Armando Cossutta, Clemente Mastella, Gustavo Selva, Oliviero Diliberto, Rebuffa, Tatarella