«Stet nocciolo duro che controlli il 10 %»

Ciampi: per la società ci vogliono forti alleanze internazionali Ciampi: per la società ci vogliono forti alleanze internazionali «Stet, nocciolo duro che controlli il 10%» «Ferrari vive di innovazione» De Benedetti La Cofide al riparo da scalato MILANO. E' stato modificato il patto di sindacato della Cofide, la holding del gruppo De Benedetti, rendendo più difficili eventuali tentativi di scalata. Il patto, che ha scadenza al 30 giugno 2000, si riterrà tacitamente prorogato di tre anni in tre anni; inoltre, in caso di recesso alla scadenza, i titoli precedentemente vincolati verranno automaticamente offerti prò quota agli altri soci aderenti al patto. Il finanziere Luigi Giribaldi ha rastrellato nei mesi scorsi un pacchetto di oltre il 20%; evidentemente c'era la preoccupazione che potesse approfittare della scadenza del patto per incrementare la propria partecipazione. Non ci sono novità sulle quote sindacate; a Carlo De Benedetti fa capo il 31,11%, Banca Agricola Mantovana ha il 4,41%, Caracciolo il 3,88%, Generali il 3,49%, Mediobanca il 2,83%, Pirellina l'I,73%, Sagica l'I,54%, per un 48,99% complessivo. De Benedetti detiene poi un altro 8,33% del capitale, che porta la quota di controllo al 57,32%; infine la società detiene azioni proprie per una quota del 3,46%. ROMA. Un «nocciolo duro» per la nuova Stut, che controlli attorno al 10% del capitale e sia l'ormato anche da azionisti esteri. Il ministro del Tesoro ha spiegato ieri in un'audizione alla commissione Trasporti della Camera ulteriori aspetti del processo di privatizzazione della Stet ed ha annunciato che il governo ha definito il nodo della concessione: passerà automaticamente da Telecom Italia alla Stet. Sulla concessione «il pensiero del governo maturato negli ultimi giorni - ha spiegato Ciampi - è che si trasferisca automaticamente da Telecom a Stet perché l'incorpora/.ione fa passare in testa alla Stet tutto quello che era in testa alla Telecom». Ciampi ha ricordato che questa regola valse anche nel '94 per la nascita di Telecom Italia, quando la concessione in capo alla Sip passò alla nuova società. La fusione tra Stet e Telecom, che avverrà entro giugno, comporterà per il Tesoro una diminuzione della propria percentuale di controllo sul gruppo che scenderà «sotto il 50%». «Riteniamo con quasi certezza - ha detto Ciampi - che dall'operazione Stet-Telecom vi sarà una plusvalenza anche importante. Con la fusione la percentuale di controllo del Tesoro scende sotto il 50%, non so ancora dire a che livello, se sarà del 47% o del 4B%». Ciampi ha anche ribadito che è intenzione del governo non effettuare «alcuno spezzatino» della Stet, mentre l'esecutivo si avvarrà della golden share, una nonna «già prevista dall'ordinamento italiano». Quanto al referendum sulla golden share, ammesso dalla Corte Costituzionale, il governo attenderà gli eventuali esiti della consultazione popolare. Delincando le ulteriori lince strategiche in vista della privatizzazione della Stet che avverrà «entro l'autunno». Ciampi ha osservato che «compito degli amministratori è verificare fino a che punto potranno essere ampliate le alleanze internazionali, perché da questo potranno assumere caratteristiche diverse le successive operazioni di cessione. Nella misura in cui si facessero importanti alleanze internazionali, queste potrebbero avere mi riflesso nella stessa operazione di privatizzazione». Il ministro è tornato sulle precedenti indicazioni del governo per la creazione di «un gruppo stabile di azionisti, un nucleo duro, che può ossero limitato a una percentuale relativamente modesta del capitale, nell'ordine del 10%». Nel nucleo duro occorrerà però «evitare presenze MONTEZENtOLO MILANO. «La Ferrari vive di innovazione, di miglioramento continuo dell'organizzazione interna, di internazionalizzazione». Lo ha detto ieri il presidente e amministratore delegato della Ferrari Luca di Montezemolo parlando al convegno su «L'impresa italiana alle soglie del terzo millennio». «L'innovazione - sostiene Montezemolo - deve coinvolgere tutto il personale. Certo ci vuole attenzione ai costi, ma una politica di sviluppo si fa con altro: l'innovazione di prodotto e l'innovazione tecnologica. E poi bisogna puntare sui giovani: i 1800 dipendenti della Ferrari hanno un'età media di 34 anni». Anche per Emma Marcegaglia, presidente dei giovani industriali di Confindustria, la riduzione del costo del lavoro «non ò la panacea di tutto. Non c'è dubbio che sia un problema sentito. Però ci vuole anche una forte autocritica da parte degli imprenditori sulla necessità di fare più innovazione e di una maggiore attenzione alla qualità». Guido Rossi, presidente della Stet La concessione della Telecom passerà direttamente alla finanziaria Un aspetto a sé stante riguarda l'estesa rete di telecomunicazioni dell'Enel: «E' un fatto di grande rilevanza ed è interesse che questa rete sia valorizzata o attraverso una sua cessione, o attraverso una sua utilizzazione direttamente da parte dell'Enel attraverso partecipazioni nel settore delle telecomunicazioni», [r. e. s.] considerate conflittuali con interessi della società che hanno una relazione di affari in atto o possibile con Stet stessa». Ciampi, a proposito dell'uso delle disponibilità del fondo ammortamento titoli di Stet, ha sottolineato che «è interesse del Tesoro che l'operazione rientri entro il '97 perché, anche se non ci sono effetti sul defi¬ cit, ce ne sono sul debito, dato che con quei fondi si possono acquistare titoli di Stato sul mercato e ridurre lo stock». Posizione di attesa, invece, per la privatizzazione dell'Enel, che secondo Ciampi «non è un problema maturo». «Ci sono alcuni aspetti dell'Enel - ha detto il ministro - che non sono liberalizzabili». La Bundesbank interviene sul mercato: «Bene il marco ad un cambio di 1,65 col biglietto verde»

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