Un campione timido tra gol e sfortuna
Un campione timido tra gol e sfortuna Un campione timido tra gol e sfortuna casa e, dopo qualche mese, firmò con l'Atalanta, nella Primavera di Cesare Prandelli. «Davanti a me ho ancora la sua faccia da giocherellone - racconta Prandelli -. Mi ricordo che lo prendevamo in giro perché era piccolo e magro. Per me era come un fratello minore. Mi sembra di aver perso qualcosa di mio». Aveva la fama di mangia-gol, Pisani. Ma fu proprio grazie ai suoi gol che la Primavera vinse nel '93 scudetto e torneo a Viareggio. E proprio in questa ultima occasione, Chicco mise per un attimo da parte la timidezza e avversari come uno sciatore supera i pali di uno slalom. Quando nell'ottobre del 1988 l'allora direttore generale dell'Atalanta Franco Previtali lo vide per la prima volta disse: «Questo ragazzo ò troppo bravo. Viene a casa con noi». Ma nonostante il rapporto privilegiato con la società bergamasca, la Margine Coperta spedì Pisani a Torino, nei giovani granata. In quella grande città, sempre chiuso in un albergo e con la nostalgia della famiglia, il toscano perse la voglia di giocare. Tornò a si presentò a festeggiare con un parruccone nero in testa. Pisani aveva esordito in serie A il 15 marzo 1992 con il Cagliari. Con l'Atalanta ha giocato 85 partite e segnato 6 gol. Pisani è cresciuto all'ombra di Morfeo, suo grande amico, ma Mondonico lo teneva in grande considerazione. Era una specie di jolly, la carta da giocare quando le cose in campo si mettevano male. «Un giocatore veloce come "Pisu" - raccontava spesso Mondonico - serve sempre. Grazie a lui siamo tornati in serie A e ci siamo restati. Con Pi¬
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