Tirana la polizia imbavaglia la piazza

La città dei contrabbandieri nelle mani degli insorti. Il governo non esclude un rimpasto La città dei contrabbandieri nelle mani degli insorti. Il governo non esclude un rimpasto Tirana, la polizia imbavaglia la piazza Vie bloccate. Agente ucciso in un agguato a Valona VALONA nostra!». E manifestazione, nel pomeriggio, anche a Fier, senza drammi, però. La gente avrebbe voluto manifestare anche a Tirana, il partito socialista e quelli del forum politico avevano organizzato im raduno per le 11 di ieri, in piazza Skanderbeg. La polizia ha anticipato tutti, bloccato le vie d'accesso, dirottato il traffico. Insomma, come si dice, ha soffocato la protesta prima del nascere. Il governo prende tempo, ha nominato un nuovo capo della polizia e un nuovo prefetto, per Valona, ma evita di dare ordini di attacco. Aspettare, minimizzare, temporeggiare: per tutto il giorno il Comitato direttivo del partito democratico, quello che ha DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un agente del commissariato di polizia di Valona è stato ucciso ieri sera sotto casa con una raffica di Kalashnikov. Shezaj Zani, 32 anni, non era in divisa. Il delitto non ha avuto testimoni, ma i colpi sono stati uditi dai dimostranti che poco distante stavano manifestando insieme ai capi dell'opposizione contro lo scandalo delle finanziarie truffa. A difendere gli agenti, qui nella «libera Repubblica di Vlora», non sono bastate dunque le mine che si dice siano state disseminate tutto attorno al commissariato. Forse non è vero, ma nessuno rischia e la polizia da parte sua evita sortite preferendo lasciare la città abbandonata a se stessa. Qualcuno ha così pensato di andare a regolare i suoi conti, privati o politici che siano, fin sotto casa di un agente. Ieri mattina hanno manifestato ancora, ma erano in cinquemila, forse soltanto gli irriducibili e gli arrabbiati, i piccoli boss che hanno visto sfumare le loro recenti fortune nelle casse delle finanziarie del diavolo. Gli slogan erano i soliti, duri: «Dimissioni del governo», «Rivogliamo i nostri soldi», «Valona è se di piazza un po' dappertutto, con Nell'autoproclamata «libera Repubblica di Vlora» un corteo di 5000 irriducibili tutto intero il potere nelle sue mani, ha tenuto consiglio al Palazzo dei Congressi, a Tirana. Salvare il salvabile pareva la parola d'ordine e, per prima cosa, questo ha significato una presa di distanze dalla catastrofe finanziaria abbattutasi sull'Albania. In altre parole, di tutto si può discutere, magari anche di un rimpasto, come pretenderebbe l'opposizione. Il governo, comunque, non intende gettare la spugna e Tritam Shehu, segretario generale, garantisce: «Di certo non ci sarà una crisi». Ma non si discute sulle responsabilità dirette nel crollo delle piramidi da parte del governo. Insomma, non è colpa di Berisha e del suo partito se ci sono state sommosse di piazza un po' dappertutto, con li dei tanti illusi accorsi per rispondere all'invito di versar gruzzoli e ritirare tesori. E non si trattava di cifre modeste: un banchiere internazionale, rimasto qualche tempo a Tirana, ricordava di aver ricevuto la visita di un tale che, con la massima semplicità, gli aveva chiesto come l'are per aprire un conto. Da cento milioni di dollari. Insomma, tutto il denaro veniva ben shakerato e poi servito freddo. Perciò i soldi son volati via e quando il bluff di questo particolare miracolo economico albanese è stato scoperto, hanno trovato le casse vuote. Ma di sicuro non è Sudja la zingara a guidare il gioco, e forse neppure Shemsie Kadria, la presidente di Gjallica, l'ultima «piramide» crollata. Lei è fuggita in Turchia, due ore prima che fosse spiccato l'ordine di arresto, ma del denaro, di 300 milioni di dollari, non si sa più niente. E nel gioco, naturalmente, si erano inseriti pure gli scafisti di Valona, quelli che portano ogni foriti e due morti. E se mancano i denari per i rimborsi, si tentano ora altre strade per riconquistare almeno un pizzico di fiducia da parte della gente: così è stata data pubblicità al prossimo processo nei confronti di Bashkim Driza, ex presidente della Fondazione Popullit. Prima di mettere ii cartello «chiuso per fallimento» aveva rastrellato 150 milioni di dollari: pare che ne abbiano recuperati il 60 per cento, qualcuno, fra chi ha manifestato per strada, può così sentirsi parzialmente tranquillo. Mister Driza sarà giudicato a fine mese, rischia cinque anni di carcere per aver combinato quello che lia combinato prima che entrasse in vigore la nuova legge che indica una pena di 20 anni. [v. tess.] Il premier: possiamo trattare ma non accettiamo responsabilità dirette nel crollo delle finanziarie Nella foto grande i ribelli di Valona e qui sopra il presidente albanese Sali Berisha (FOTO REUTER) USA A causa di un incendio notte dall'altra parte del mare clandestini, droga e armi. Nel '95, quando la polizia decise di seguire le esortazioni a intervenire dell'Italia e dell'Unione Europea, furono sequestrati 135 fra motoscafi e gommoni. Perché certe cose non possono venire ignorate, tanto più se si nutre l'ambizione di entrare nel mercato comune. E a dispetto del momento cosi poco sereno e di questa pessima storia delle «piramidi» Elio Germano, ambasciatore dell'Ue, 57 aimi, italiano, si dice fiducioso per il futuro. L'Unione, assicura, non abbandonerà l'Albania alla deriva. «E questi hanno una voglia matta di entrare in Europa. Purtroppo, noi siamo così cretini da non dare loro la massima soddisfazione». Non tutto è azzardo, spiega, esiste «un'economia in crescita grazie al settore privato e le privatizzazioni procedono a ritmo più rapido che altrove». Eppoi, sottolinea, quello che si muove è importante: «Questo Paese è stato capace di darsi, nel '94, un nuovo codice civile, commerciale, del lavoro e penale». Ma come le tradizioni, ha detto qualcuno, anche le leggi sono l'atte per essere violate. E i piccoli boss di Valona trafficano con la droga, e hanno scoperto che la produzione locale di hashish e marijuana è importante. Come sulle Ande, pure sui monti alle spalle di questo porto delle nebbie hanno cambiato tipo di coltivazione. Ma neppure qui il «campesino» si arricchirà. Lo fauno quelli di Valona, e l'altro giorno gli scafisti si sono ripresi quei 135 natanti, approfittando della gente che dava fuoco alla sede del partito democratico, quello al governo, e si scontrava con la polizia. Così, ora, la «libera repubblica di Valona» ha pure una flotta. E la ventiquattrore potrà tornare in Italia, con i suoi dollari così «bianchi». Vincenzo Tessandori GINEVRA Dalle banche svizzere

Persone citate: Bashkim Driza, Berisha, Driza, Elio Germano, Kadria, Sali Berisha, Shehu, Vincenzo Tessandori Ginevra, Zani