Comunali cresce il «partito d'autunno» di Alberto Rapisarda

Rinvio «auspicabile» sia per D'Alema sia per il Cavaliere, ma non c'è alcuna proposta Rinvio «auspicabile» sia per D'Alema sia per il Cavaliere, ma non c'è alcuna proposta Comunali, cresce il «partito d'autunno» E slitta ancora ilfaccia a faccia Prodi-Berlusconi al quale lavora intensamente. Il brontolio minaccioso del ministro degli Esteri si è colto ieri dietro le dichiarazioni del suo portavoce, Stajano: «Se Rifondazione comunista dovesse rappresentare un ostacolo, la maggioranza dovrà attuare il proprio programma con le forze politiche che si mostreranno disponibili a convergere per realizzare l'obbiettivo europeo». Quelli di Rinnovamento italiano hanno fatto i conti e assicurano che alla Camera si può mettere su una maggioranza di 340360 deputati (buona parte di Fi, ccd, cdu, pds, Ri, ppi) senza Rifondazione comunista. Lo stop di fatto di Prodi all'anticipo della Finanziaria ha avuto come prima conseguenza l'annullamento dell'incontro col capo dell'opposizione, Berlusconi. Che era dato per certo sino al primo pomeriggio di lunedì, per essere smentito in serata. Ora quell'incontro ci sarà pure, ma non servirà più a sottoscrivere l'accordo per anticipare la Finanziaria. «Non capisco perché non dovrebbero parlarsi - spiega con trasparente ironia Micheli -. Il premier israeliano colloquia con Arafat e Prodi non deve incontrarsi con Berlusconi?». La mossa di Prodi ha spiazzato il capo del Polo ma, soprattutto, è stata un richiamo all'ordine al ministro del Tesoro, Ciampi. E una sfida. Anzi, una scommessa. Ciampi sostiene che senza metter mano alle pensioni con mia Finanziaria anticipata (da 35-38 mila miliardi) non c'è speranza di partecipare alla moneta unica europea? Prodi punta sulla sua fortuna, rinvia e pensa a mia meno dirompente manovra correttiva di 15 miliardi. Convinto che il tempo potrebbe fare il miracolo, ovvero costringere la Germania a chiedere lei un rinvio dell'unità monetaria. Con gran sollievo di tutti. La partita di Prodi si gioca tutta su questo filo della speranza. D'Alema, al momento, non sembra avere intenzione di favorire sconquassi politici che potrebbero provocare dannosi contraccolpi alla «sua» Bicamerale. Certo, accettare il rinvio della Finanziaria mette D'Alema in una posizione imbarazzante rispetto a Ciampi, lasciato solo ad alzare la bandiera del «partito del rigore». Per addolcire la prevedibile amarezza del ministro del Tesoro, il pds (Cesare Salvi) gli assicura che nulla è ancora deciso e che la scelta se anticipa¬ re o no si farà a marzo «quando saranno noti i dati relativi all'andamento della finanza pubblica in questi primi mesi del '97». Più di tanto D'Alema non può sbilanciarsi perché la mossa di Prodi rassicura non solo Bertinotti ma, quello che più conta, anche Gianfranco Fini, che si vedeva già sacrificato sull'ara delle «larghe mtese». Se si allontana la Finanziaria, ragiona il capo di An, si allontana il temuto «inciucio» D'Alema-Berlusconi e lui può partecipare più rilassato al lavoro per le riforme. Che è quel che oggi interessa a D'Alema. E, di fatti, ieri Fini (al contrario di esponenti del suo partito) è parso disponibile all'unificazione delle elezioni amministrative di primavera con quelle autunnali. Il rinvio è considerato auspicabile sia da D'Alema che da Berlusconi per non creare intralci alla Bicamerale. Sarebbe, infatti, arduo scontrarsi nei comizi della campagna elettorale e poi discutere e accordarsi nella Bicamerale. Ma Bertinotti il rinvio non lo vuole assolutamente. Alberto Rapisarda I leader del Polo Silvio Berlusconi

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