Tmc-Rai compromesso per Wembley

Braccio di ferro, poi interviene Maccanico e la differita di Italia-Inghilterra è andata in onda Braccio di ferro, poi interviene Maccanico e la differita di Italia-Inghilterra è andata in onda Tmc-Rqi, compromesso per Wembley «I diritti? Dateli in beneficenza» rità verranno determinati gli eventi di interesse generale per i quali non è consentita l'acquisizione di diritti in esclusiva e gli eventi che debbono essere diffusi in chiaro in diretta ed entro le 24 ore successive». Un chiaro invito, quello di Maccanico, rivolto a Tmc perché non tirasse troppo la corda nella trattativa con viale Mazzini. Alberto è stato fenomenale e ha rapito persino chi, dolio sci, sa soltanto che si pratica in montagna. Come giovane uomo è stato accolto subito con simpatia: per la prima volta il mondo dello sci italiano si identificava con un cittadino che non esprimeva concetti elaborati ma aveva una larga pronuncia padana e non si aggrovigliava nelle gutturali montanare. Poi Alberto ha ecceduto con l'esuberanza del ragazzone che pensa gli sia concesso tutto: le coppe scagliate dal podio, le palette esibite per superare altre auto in coda, i litigi con i poliziotti sulle strade americane, le aggressioni ai paparazzi, gli amori sbandierati da chi, in fondo, ne sfruttava la popolarità. Per difendersi dalla troppa celebrità s'è costruito una vita blindata da gorilla e manager extra large che l'hanno allontanato dalla gente: quando si arriva a dialogare con Internet si è toccato l'ultimo stadio della comunicazione, non il più IL PATRON DI TELEMONTECARLO OTTOR Cecchi Gori, l'Italia ha combattuto a Wembley ma anche lei ha avuto un match duro con la Rai. Vero? «Io non ho fatto nulla. Sono loro che hanno fatto tutto da soli. Hanno detto che volevano tutelare i telespettatori, ma in realtà volevano solo impaurirmi a 24 ore dalla partita». Se era davvero questo l'obiettivo, sembra che non ci siano riusciti. «Direi proprio di no. Non mi piace subire. Io non voglio accettare questo "terrorismo di Stato" delle reti nazionali». La moglie in tribuna, il figlio in campo, e lui, il patriarca, in panchina. Cesarone è un allenatore che bada al sodo, senza, per questo, sconfinare nelle malizie più indisponenti. Ha giocato, la Nazionale, con il carattere piratesco dell sua Under. Nessuno ha avuto paura di nessuno. E il ruggito di Wembley ha trasformato in leoni soprattutto noi. I puristi non perdoneranno a Cesare quel secondo tempo speso ai confini del catenaccio, ma qui era Rodi, signori, e qui bisognva saltare. Macchinosa e pasticciona, l'Inghilterra ha sbattuto la testa contro il nostro muro. Alan Shearer, l'Attila di Newcastlc, non ha minacciato Peruzzi che una volta, nel finale. Fabio Cannavaro, quasi un debuttante, e stato splendido. La sfida, avara di slanci spettacolari, ha avvinto per pathos e lealtà (zero ammoniti, un grande arbitro). E cosi, in bilico fra la favola e la saga, Wembley ci lascia in eredità un successo prezioso, sofferto ma non rubato. Perche sì, il calcio è anche questo: non solo occhi spiritati e frecce sul taccuino. Roberto Beccantini moderno ma il più asettico. Tutto questo non c'entra con il tonfo di ieri, colpa di una disabitudine alla gara e di una tattica suicida per restare nell'ombra di uno svizzero inafferrabile. Ma serve a capire le reazioni alla caduta del re, sempre più nervoso e insicuro. Von Gruenigen non è stato certamente un campione di stile nell'attaccare Tomba in una giornata come questa: tuttavia è emerso grazie a lui il rancore che una parte del Circo bianco, compresi alcuni italiani, nutre da tempo nei confronti di un avversario che ha perso la dimensione dello sciatore straordinario per entrare nei panni della star. «Non si può vincere sempre», ha detto generosamente Giovanni Agnelli alla fine della gara. Altri la pensano come lui e attendono la reazione sabato, nello slalom notturno dove Alberto può vincere come ha fatto a Schladming due settimane fa o almeno difendersi alla grande: è l'ultima occasione per riacchiappare il consenso di chi si sente un po' tradito dall'ultimo Tomba. Di chi crede che un campionissimo debba sapersi fermare sempre un attimo prima della fine. Marco Ansaldo Dopo il bel gesto di Cecchi Gori, che ha concesso il via libera alla differita Rai, un plauso al senso di responsabilità delle parti è giunto da Walter Veltroni. Il vicepresidente del Consiglio ha fatto sapere di essersi adoperato per ima soluzione positiva e di avere avuto contatti telefonici per tutta la giornata di ieri. [r. r.] Vittorio Cecchi Gori «Ormai il cartello trasversale dei 2 poli tv sta facendo di tutto per chiudere il mercato e impedire la crescita di un terzo soggetto» *X A- W «i .%. . a una fondazione senza scopo di lucro, così non mi possono più accusare di nulla». Ma dice davvero? «Se questa è la strada... se mi costringono... io so fare il cinema e vivo bene lo stesso. Sono stufo di questo terrorismo. Ma lo sa che hanno detto che non volevo dare la partita alla Rai perché loro non avevano comprato i miei film?». E invece? «E invece sono loro che vengono a chiedere "per favore" che io ceda i miei film. Però facciano attenzione con queste menzogne, perché prima o poi la gente capisce. E se capiscono 50 milioni di italiani, allora per qualcuno sono dolori». Come se ne esce dottor Cecchi Gori? «Mettendosi tutti di buzzo buono. I partiti, il governo, tutti. Perché i problemi del calcio sono i problemi della politica, della società. Questo governo può fare bene, ma ci vuole tempo. Mica si può fare in un solo giorno. Perfino Dio ne ha impiegati sei per fare il mondo». E lei, intanto, mette il primo mattone. «Diciamo che io sono caparbio e che non mi piace subire». Silvano Costanzo

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Rodi