lavoro, rottura tra sindacati e governo di P. Pat.

lavoro, rottura tra sindacati e governo lavoro, rottura tra sindacati e governo Cgil-Cisl-Uil tornano in piazza il 22 marzo a Roma accusato D'Antoni - mentre per il governo è l'anno per altre cose». Incalza Pietro Larizza, n° 1 della Uil: «Devono cambiare le priorità nel nostro Paese. Perché la vera emergenza è il lavoro, anche se questo non è ancora abbastanza chiaro al governo. Per questo ci vuole un segnale forte da parte del sindacato». E sulla stessa linea insiste anche Sergio Cofferati, segretario generale della Cgil, che lamenta esplicitamente «un grave ritardo e sottovalutazione da parte del governo: investimenti infrastnitturali rimasti lettera morta, interventi programmati ma non attuati». Da queste valutazioni negative deriva la «mobilitazione» dei sindacati, malgrado ieri sera Prodi, assistito dal ministro del Lavoro Treu e dal sottosegretario Micheli, abbia sostenuto che «l'occupazione è l'impegno prioritario del governo» indicando la sua volontà di rilanciare le opere pubbliche infrastruttrurali a partire dal Sud e la rapida approvazione in Parlamento delle misure decise a settembre. Evidentemente queste assicurazioni non sono bastate. Tanto che Sergio D'Antoni ieri sera ha ricordato che l'ultima volta che i sindacati hanno riunito i consigli generali era stato nell'autunno del 1994, per lanciare la lotta contro i tagli alle pensioni progettati allora dal governo Berlusconi. Insomma, il messaggio è chiaro: i sindacati sono pronti a scendere in piazza, in sciopero per preme- ROMA ON basta ai sindacati l'azione del governo per creare nuovi posti di lavoro. E al termine del vertice svoltosi ieri per un paio d'ore nello studio di Prodi, al primo piano di Palazzo Chigi, Cgil, Cisl e Uil hanno dato un voto di insufficienza al governo dell'Ulivo. I sindacati intendono perciò pungolare il presidente del Consiglio a tradurre al più presto in pratica quel dispositivo anti-disoccupazione firmato dal 24 settembre e pomposamente intitolato «patto per il lavoro» che, lamentano Cgil, Cisl e Uil, è rimasto in gran parte inattuato, incagliato nelle secche parlamentari. Cofferati, D'Antoni e Larizza hanno perciò annunciato ieri sera una manifestazione nazionale per il 22 marzo a Roma, preceduta da una riunione, l'8 marzo a Reggio Calabria, dei tre consigli generali dei rispettivi sindacati. Sergio D'Antoni, il leader della Cisl che da settimane batte il chiodo dell'occupazione cercando di dar la sveglia al governo, ha detto che questa «mobilitazione» è indispensabile dopo aver verificato «lo stato del tutto insoddisfacente» dell'attuazione dei provvedimenti del «patto per il lavoro». E il segretario generale della Cisl ha ricordato polemicamente i ritardi nel lanciare i programmi delle infrastrutture al Sud (con 7 mila miliardi di fondi) e le norme legislative sui contratti d'area e i patti territoriali. «Per noi il '97 deve essere l'anno del lavoro - ha II ministro del Lavoro Tiziano Treu re sul governo perché lotti con più determinazione contro la disoccupazione. D'Antoni ha già indicato il ricorso a salari flessibili come strumento per creare nuovi posti di lavoro al Sud. Ma l'idea del leader della Cisl non raccoglie certo l'unanimità fra i suoi colleghi del sindacato. Ma sarebbe forse un mezzo per far emergere il «lavoro nero». Di questa piaga si era discusso anche l'altra sera in «Pinocchio» alla tv, quando Prodi, pungolato da Gad Lerner, aveva parlato appunto del «lavoro sommerso» di tanti giovani come di «un seme da far riemergere», dando più flessibilità al mercato del lavoro. Insomma, norme più agili, aveva indicato il presidente del Consiglio, con minori oneri sociali in modo da far emergere quel «sommerso», sul quale l'ispettore del lavoro di Catania citato in trasmissione ammetteva di chiudere un occhio. E «non ha tutti i torti», aveva riconosciuto Prodi, dal quale i sindacati ora si attendono atti e non solo promesse. [p. pat.]

Luoghi citati: Catania, Reggio Calabria, Roma