«Il carceriere era al servizio di Riina»

Accusato dai pentiti, per 20 anni avrebbe aiutato i clan insieme con la massoneria Accusato dai pentiti, per 20 anni avrebbe aiutato i clan insieme con la massoneria «Il carceriere era al servizio di Riinu» Manette all'ex capo delle guardie di Marsala PALERMO. Lo sapevano tutti, mafiosi e delinquenti comuni. Non c'era detenuto ohe non fosse informato: il maresciallo era «a disposizione». Trasferimenti, colloqui con i familiari, messaggi da passare all'esterno, particolari richieste gastronomiche. E, soprattutto, ricoveri in infermeria, dove negli indimenticabili Anni 70 i padrini in manette trascorrevano lunghe detenzioni con tutti i confort. Francesco Federico, l'ex comandante degli agenti di polizia penitenziaria delle carceri di Marsala, era considerato un vero specialista in detenzioni di lusso. La sua benevolenza rendeva possibile l'impossibile: pasti sontuosi, vestiario adeguato, e persino appuntamenti galanti dietro le sbarre. Ma la sua ferocia era altrettanto leggendaria. Racconta Ignazio Zicchittella, mafioso marsalese, che Fe¬ Gli awisi si ordinano presso: TORINO, via Roma 80 - via Marenco 32, t. 6665211 ; MILANO, via G. Carducci 29, t. 864701; ALBA, oso M. Coppino 9, I. 442110; ALESSANDRIA, via Vochieri 80, t. 442543-442544; AOSTA, località Amérique 95 Quart, I. 765628; ASTI, via Antica Zecca 3, t. 32222; BARI, via Amendola 166/5, t. 5485111: BIELLA, viale Roma 5. t. 8491212; BOLOGNA, via Amendola 13, t. 255952 r.a.; BRA, via Verdi 7, t. 431003; CAGLIARI, via Ravenna 24, t. 305250: CASALE MONFERRATO, via Corte d'Appello 4, t. 452154; CATANIA, corso Sicilia 35. t. 327122; CATANZARO, via M. Greco 78, t. 724090-725129; COSENZA, via Monte Sanlo 39. t. 72527; CUNEO, via Grandis 11, t. 630832-699939; FIRENZE, v.le Matteotti 54, t 561192-573668; GENOVA, via C.R. Ceccardì 1/14. t. 540184-592560: GOZZANO, via Cervino 13, t. 913839; IMPERIA, via Bonfante 1, t. 273371-273373; LECCE, piazzetta Della Monica 8. t. 594074; MESSINA, via U. Bonino 15/c. t. 2930855; NAPOLI, via Caracciolo 15, t 7205111: NOVARA, via Cavour 13. t. 33341; PADOVA, via Gattamelata 108. t. 775224-8073144; PALERMO, via Lincoln 19. t. 6173330: REGGIO CALABRIA, via Ten. Panella 13, t. 24478-24479. ROMA, via Quattro Fontano 15. t. 4825947-48259044871497; SANREMO, via Gioberti 47. t. 501555-501556: SAVONA, p.zza Marconi 3 5 3/6. t 811182. VERCELLI, via Duchessa Jolanda 20. t. 53754-62592; oltreché presso tutti i corrispondenti della Publikompass S.p.A. Coloro che intendono inoltrare la loro richiesta per corrispondenza possono scrivere a: Publikompass S.p.A., corso Massimo d'Azeglio 60 — 10126 Torino. Il prezzo delle inserzioni deve essere corrisposto anticipa tamente per cornanti o vaglia. 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PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE non deviati, perlomeno chiacchierati e soprattutto pronto a recepire le richieste - o gli ordini? - del capo di Cosa Nostra in Sicilia, Totò Riina, e del padrino delle temibili cosche mafiose trapanesi, Mariano Agate. In particolare, Federico è accusato di avere svolto ruolo di «postino» dei boss; nel 1986 e nel 1987 avrebbe portato all'esterno, dal carcere di Marsala, gli ordini di uccidere i mafiosi Niccolò Zicchitella e Giuseppe Ferrara, della fazione opposta a quella di Agate. Ma avrebbe anche permesso ingressi notturni e segreti di mafiosi liberi, perché conferissero con i loro capi detenuti. Sulla complessa personalità di Francesco Federico, che all'Ucciardone, da vicecomandante, era stato anche responsabile dell'infermeria, prima di diventare capo degli agenti carcerari a Marsala, anni fa si erano soffermati i pentiti Tommaso Buscetta e Antonino Calderone. Più di recente altri collaboratori della giustizia hanno parlato di riunioni che i boss avrebbero tenuto addirittura nell'ufficio di Federico a Marsala, mettendovi a punto progetti e strategie anche per influire su alcuni processi. Il killer Antonino Patti della cosca di Marsala, che ha confessato finora 50 delitti, ha parlato di «favori illeciti» che il comandante delle guardie sarebbe stato in grado di determinare. «Avvalendosi delle sue conoscenze nel campo della massoneria, riusciva a intrattenere con esponenti delle istituzioni contatti volti al conseguimento di favori illeciti», e scritto nell'ordinanza firmata dal giudice Tricoli. Patti ha pure riferito che il boss Vincenzo D'Amico gli aveva assicurato che, attraverso federico, «si poteva parlare con i magistrati per aggiustare qualcosa». Magistrati ai quali «forse» Federico regalava maialini che lui stesso gli dava. I mafiosi all'Ucciardone e poi nel carcere di Marsala hanno avuto per anni un complice di rango: il comandante degli agenti della polizia penitenziaria Francesco Federico, 55 anni, ora in pensione, divenuto agiato imprenditore con azioni in società che gestiscono il servizio mensa in cinque prigioni italiane. E' stato arrestato per associazione mafiosa da poliziotti e finanzieri del Gico, su ordine del giudice delle indagini preliminari di Palermo Fabio Tricoli. Con il provvedimento di custodia, la magistratura ha anche emesso un decreto di sequestro dei beni. Si ritiene che per quasi vent'anni, sino al 1989, Federico fu quasi sempre inflessibile con i detenuti comuni e sin troppo morbido con i boss. Un carceriere, sembra, legato a doppia mandata anche a massoni, se Antonio Ravidà I DUE VOLTI DEL MARESCIALLO Accanto: il carcere dell'Ucciardone a Palermo A destra: il boss dei boss Totò Riina