La difesa al processo «Le accuse sono false» di L. Ga.
La difesa al processo «Le accuse sono false» La difesa al processo «Le accuse sono false» «Oggi è cambiato il mercato della corruzione» TORINO. Il processo a Cesare Romiti e a Francesco Paolo Mattioli è ripreso ieri con la prima delle arringhe difensive. A prendere la parola è stato l'avvocato Franco Coppi che è entrato nel merito delle accuse di falso in bilancio, finanziamento illecito dei partiti e frode fiscale (reato contestato solo a Romiti). «Ho replicato punto per punto», ha commentato l'avvocato al termine dell'udienza, uscendo con il presidente Fiat che aveva assistito all'arringa di oltre tre ore. Il legale ha poi spiegato: «Ci siamo preoccupati di dimostrare che questo presunto falso in bilancio non ha la consistenza che l'accusa ha ritenuto di dover affermare e abbiamo addirittura dato dimostrazione che esso, comunque, non ha inciso sulla retribuzione dei dipendenti». Nella requisitoria i pm Gian Giacomo Sandrelli e Giancarlo Avenati Bassi, affiancati dai procuratori aggiunti Marcello Mad¬ ROMA. «C'é ancora un lavoro immenso da fare. I delitti ci saranno sempre, però ci sono percentuali di devianza tollerabili da un paese civile e limiti oltre i quali la società si disgrega. La soglia ideale da noi è ancora lontana». Così Piereamillo Davigo in una intervista pubblicata sul prossimo numero di Famiglia cristiana. «E' cambiato il mercato della corruzione aggiunge - adesso c'è più concorrenza. Un conto era la grande corrazione politica, un altro è il settore della pubblica amministrazione dove corrono cifre più modeste, ma esiste mi numero di persone coinvolte più elevato. E il fenomeno della grande corruzione nell'ambito degli appalti non può più tornare perchè sono finiti i soldi: dovendo bloccare la crescita della spesa pubblica, non è possibile tornare al grande sciupio di prima». Insomma, «è cambiato il mercato della corruzione ma continuo a non vedere una ricostruzione etica del paese». [Ansa] dalena e Mario Griffey, avevano chiesto la condanna di Romiti (a un anno e 8 mesi) e di Mattioli (a 8 mesi) sulla base della mancata indicazione nei bilanci consolidati Fiat di fondi provenienti da società offshore a disposizione in particolare di Fiat Impresit. Per i legali di parte civile (si sono costituiti in giudizio due piccoli azionisti e 153 dipendenti del gruppo Fiat) l'azienda di corso Marconi ha «conseguentemente recato un danno economico ai lavoratori, riconoscendo loro premi inferiori al dovuto, in linea con i bilanci presentati». Ora l'avvocato Coppi dice: «Abbiamo quantificato nello 0,008 per cento del patrimonio l'incidenza del presunto falso e anche pul piano morale mi sembra molto importante ribadire che non c'è stato danno per i dipendenti». Secondo punto. «Pensiamo di essere riusciti a dimostrare la falsità delle affermazioni su cui è stata ricostruita l'ipotesi accusatoria riesaminando le posizioni dei L'avvocato Franco Coppi vari Mosconi, Bernardini, Belliazzi, di quei personaggi di cui avete sentito parlare». Sono i manager e no che chiamano in causa Romiti affermando a vario titolo che fosse a conoscenza di «erogazioni illecite». In particolare, Coppi si è soffermato sull'inchiesta romana sulla metropolitana: (Abbiamo criticato fortemente il modo di conduzione di un interrogatorio che è poi stato riutilizzato a Roma per riaprire ingiustamente l'indagine e qui a Torino come base per le accuse formulate nei confronti dei nostri assistiti». [al. ga.]
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