Quattro avvisi eccellenti per il Pendolino
Indagati per omicidio colposo plurimo i vertici delle Fs: Cimoli, Vaciago e gli ex Schimberni e Necci Indagati per omicidio colposo plurimo i vertici delle Fs: Cimoli, Vaciago e gli ex Schimberni e Necci Quattro avvisi eccellenti per il Pendolino a //pm: il supertreno deragliato per colpa della velocità a PIACENZA. Indagati eccellenti per la strage del Pendolino. L'attuale amministratore delegato delle Ferrovie, Giancarlo Cimoli, il suo predecessore Lorenzo Necci, l'ex amministratore straordinario Mario Schimberni e il direttore generale Cesare Vaciago sono stati raggiunti da un avviso di garanzia, emesso dalla procura della Repubblica di Piacenza, in cui si ipotizza l'esistenza di responsabilità colpose in relazione ai reati di omicidio colposo plurimo e di disastro ferroviario colposo. I titolari dell'indagine, il procuratore della Repubblica, Alberto Grassi e il sostituto Paolo Veneziani, mantengono il massimo riserbo sui primi risultati dell'indagine che arrivano ad un mese esatto dalla tragedia: il Pendolino 460 Eurostar Botticelli MilanoRoma si rovesciò, infatti, il 12 gennaio scorso poco dopo le 13,30 all'ingresso della stazione di Piacenza, appena passato il ponte sul Po. Dagli inquirenti arriva la conferma di due ipotesi della prima ora: al momento dell'incidente, che provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre ventinove (l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, uscì ille- so), il Pendolino viaggiava a velocità elevata e il cambiamento di un codice tecnologico che avrebbe dovuto ridurre la velocità anche in caso di errore umano impedì le necessarie correzioni. Il procuratore Grassi è chiaro: «La sciagura forse si poteva evitare, perché la velocità era certamente eccessiva. Dal 1992 era stato modificato il codice tecnologico, portandolo da 180 a 270. La curva dove il treno si è ribaltato non è protetta. La protezione c'è in direzione Bologna-Milano, ma non in quella opposta, Milano-Bologna». Dai primi risultati di una delle tre consulenze tecniche disposte sulla dinamica e sulle cause dr' disastro emerge che l'Etr 460 al momento del deiagliamento viaggiava a 156-157 km/h a 100-150 metri dalla fine del ponte sul fiume Po in direzione di Bologna e a 162 km/h poco prima della fine del ponte. E il dato - spiega la procura in una nota - risulta in maniera univoca dalla strumentazione di bordo, e cioè non solo dalla cosiddetta zona tachigrafica, ma anche dal «modulo memoria memocarta» (per intenderci la «scatola nera» o «scatola verde» dei treni) e da un'al- tra centralina installata a bordo del Pendolino. Grassi e Veneziani aggiungono che, in attesa degli ulteriori sviluppi dell'indagine «volti a chiarire ulteriori profili, sui quali va ancora mantenuto stretto riserbo, si può ipotizzare una responsabilità colposa di chi ha mutato o contribuito a mutare il codice, da 180 a 270, nel tratto di linea in questione: in altri termini sarebbe stato tecnicamente possibile ridurre automaticamente la velocità eccessiva del convoglio anche in caso di eventuale errore umano». Insomma, forse un errore umano ci fu, ma le sue conseguenze avrebbero potuto essere «tecnologicamente» evitate, se solo non si fosse cambiato il codice. Prime reazioni tra i sindacati macchinisti, al centro della polemica su «errore umano o guasto tecnico» che scoppio all'indomani della sciagura. Per Ezio Ordigoni, uno dei coordinatori nazionali del Comu, «finalmente si volta pagina». «Il nostro sindacato ha respinto da subito la logica dell'errore umano nei disastri ferroviari. In questi casi, ci sono sempre concause che vanno cercato con cura. L'errore umano «E' stato modificato il codice automatico Riduceva la velocità del convoglio se eccessiva» CHE COS'È IL CODICE «180» Il «Codice 180» è un sistema di sicurezza che blocca automaticamente i freni quando il treno supera di 60 chilometri l'ora la velocità massima consentita CHI SONO 14 INDAGATI CESARE VACIAGO. 51 anni, torinese, ingegnere, nominato direttore generale delle Fs da pochi mesi GIANCARLO CIMOLI. 58 anni, toscano, ingegnere, è stato nominato amministratore delegato delle Fs dal '96 MARIO SCHIMBERNI. Romano, 74 anni, ex presidente Montedison, commissario delle Fs dall'88 al '90 LORENZO NECCI. 58 anni, nato a Fiuggi, avvocato, amministratore delegato dell'Ente Fs dal '92 fino all'autunno scorso Sili non è casuale e va spiegato». Più scettico Diego Giordano, segretario nazionale dello Sina: «E' sbagliato divulgare notizie frammentarie. Perché poi si parla sempre e solo della velocità del treno?». Ti legale di Necci, avv. Paola Balducci, in relazione all'avviso ricevuto dal suo cliente, ha precisato: «Non si tratta di un'attribuzione di responsabilità, ma di una semplice informativa» Cesare Vaciago, da parte sua, ha detto: «Preciso di non avere mai avuto in ferrovia responsabilità connesse con l'esercizio ferroviario». L'amministratore delegato delle Ferrovie, Giancarlo Cimoli, ha dichiarato «la piena disponibilità dell'azienda a fornire agli inquirenti ogni collaborazione utile al miglior svolgimento dell'inchiesta». «L'unico interesso mio e delle Ferrovie - ha aggiunto - è che si giunga nei tempi più rapidi ad un completo accertamento dei fatti e delle eventuali responsabilità dell'incidente». Oggi, a Piacenza, una Messa nel Duomo, voluta dai sindacati dei ferrovieri, ricorderà le vittimo della tragedia. za di circa 1.500-2.000 metri, erano coperti dal codice, ma dal 3 agosto 1992, quando furono variate le velocità, la codificazione risultava non più necessaria e, conseguentemente, si dispose di toglierla». 1 o Tutto affidato all'uomo, dunque, ai due macchinisti del Botticelli. Il sistema automatico, in quelle condizioni, dava soltanto informazioni sui segnali e sullo spazio libero davanti al treno: «Le indicazioni sulla velocità da tenere per la presenza di curve o di rallentamenti devono essere desunte dal macchinista in base alle tabelle di marcia ed ai segnali sistemati accanto alla linea». I WBBSm Hi 1 Il ministro dei trasponi, Claudio Burlando più possibile». Su quella linea, il sistema era stato instatallato nel 1970, conferma Burlando: «11 tratto nell'ambito delle stazioni di Lodi e Piacenza e quello a monte, sino ad una distan¬ Bruno Gianotti Marisa Ostolani
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