Croati contro i musulmani

Croati contro i musulmani Croati contro i musulmani qui, nel '41, venne organizzato il primo movimento partigiano. Quando si credeva che il mondo volesse strangolare il Paese, nel 1960, e i fratelli sovietici erano appena stati messi alla porta, la gente irruppe nella base di Saseno e confiscò 4 sommergibili russi. Di tutto questo tengono conto il governo e il presidente Sali Berisha, che a Tirana ha convocato il Parlamento, al quale il primo ministro Aleksander Meksi ha chiesto di proclamare lo stato di emergenza nel distretto di Valona. La richiesta è stata approvata nella notte, lo stato d'emergenza sarà in vigore da oggi. Si parla con insistenza di un rimpasto di governo. Denaro non ce n'è: su questo po- festival, saloni e iniziative varie di cui il Midi - specie nei mesi estivi - abbonda, vedono inoltre subordinare gli indispensabili quattrini pubblici a una linea che rafforzi la cultura autoctona e, in generale, il nazionalismo. In Marignane ove sorge l'aeroporto di Marsiglia - la Fraternité Frangaise cioè filo-Fn. Analoga politica per gli abbonamenti. Via «Liberation», «Le Monde» e l'odiatissimo «Nouvel Observateur». Dentro «Rivarol», «National Hebdo» e «Présent», il quotidiano che titolava ieri «La teppaglia al soccorso del Fronte repubblicano» cioè la coalizione anti-Le Pen. Sagre, PECHINO Musulmani d'etnia uighur gli uccisi Un gruppo di poliziotti isolato e bersagliato di sassi dalla folla [Ansa-Agi] chi hanno dubbi. E la gente è disperata non soltanto perché ha visto in un baleno dissolversi un sogno troppo bello per essere vero, ma deve pure accettare la sgradevole idea di cambiar filosofia di vita. Insomma, senza le finanziarie che allungavano interessi da capogiro, molti dovranno tornare a cercar un'occupazione, quale che sia. E sarà dura, perché se le cifre ufficiali parlano di una disoccupazione sul 10 per cento, quelle ufficiose sottolineano come su dieci albanesi almeno sette siano senza lavoro. Il fatto è che quelli di Valona non ci stanno a rassegnarsi e da sei giorni urlano la loro rabbia nelle strade. Così, ieri mattina, la protesta ha ripreso vigore. La gente si è radunata nei pressi della piazza della bandiera. A fronteggiarla, circa 200 agenti antisommossa, quelli con gli scudi di plastica trasparente e gli elmi con la celata. S'ignora chi abbia scagliato la prima pietra, di certo gli altri ne hanno tirate a centinaia. La polizia ha tentato una carica, ma non ce l'ha fatta, la linea blu ha sbandato, poi si è spezzata. La folla ha puntato sul commissariato, dove vengono portati i fermati. Gli agenti hanno cercato ancora di far muro, ma sono stati travolti: una ventina sono rimasti isolati, la gente li ha percossi duramente, disarmati, spo¬ gliati e ha orinato loro addosso. Delle divise han l'atto falò. Come un esercito in rotta quelli delle squadre antisommossa si sono rifugiati sulle colline, alle spalle del porto. Poi sono tornati. E qualcuno ha cominciato a far fuoco con le armi. Artur Rustemi, 35 anni, e spirato in strada, Maliq Banushi, 52, sul tavolo operatorio e un medico si è limitato ad ammettere che «sì, c'è un morto all'obitorio». Il ministero degli Interni si è affrettato a precisare che la polizia non ha ucciso nessuno: i due sarebbero stati colpiti da qualcuno che ha approfittato del caos. Nessuna responsabilità, si insiste, neppure nella morte dell'auti¬

Persone citate: Aleksander Meksi, Banushi, Nouvel, Sali Berisha

Luoghi citati: Marsiglia, Pechino, Tirana