Valona carri armati contro la guerriglia di Vincenzo Tessandori

Due morti, 80 feriti, percossi e spogliati 20 poliziotti. Berisha prepara un nuovo governo Due morti, 80 feriti, percossi e spogliati 20 poliziotti. Berisha prepara un nuovo governo Valona, carri armati contro la guerriglia Da oggi è stato d'emergenza UNA VITTIMA A MOSTAR llllll Il Parlamento riunito in seduta straordinaria Bloccata la strada per Tirana Ora gli agenti sparano sulla folla MOSTAR. Un morto, oltre 20 feriti, tiri d'arma da fuoco contro una folla inerme, cecchini alla finestra: il giorno più nero dagli accordi di Dayton. A Mostar ieri è sembrato di tornare ai momenti bui della guerra in Bosnia. Un gruppo di croati ha sparato contro una folla di migliaia di bosniaci che intorno alle 14 si stava recando in visita ai caduti della guerra nel secondo giorno del Bajaram, la festa che segna la fine del digiuno islamico. Secondo la televisione di Sarajevo la sparatoria ha provocato la morte di un uomo di 65 anni colpito alla testa e il ferimento di 22 persone, quattro delle quali molto gravi. Tra i feriti anche il muftì di Mostar, Seid Smajkic, e il sindaco della parte musulmana della città, Safet Orucevic. Il cimitero degli scontri, dove sono seppelliti sia croati che musulmani, si trova nella zona croata di Mostar, che nonostante gli accordi di pace continua ad essere divisa tra le due etnie. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Chiamiamola Lepenlandia. Sono i feudi del Front National sulle morbide colline provenzali. Tolone, Marignane, Orange e - da domenica sera, con un ballottaggio al cardiopalma Vitrolles. Limitrofi o quasi, i quattro centri disegnano nella cartografia politica francese una zona omogenea, grande (trecentomila abitanti) laboratorio-trampolino donde sferrare nel futuro a medio termine l'attacco finale su Parigi. Vetrina, dunque. Con due generi di mercanzia esposta. Il buongoverno - almeno nelle intenzioni - e la «preferenza nazionale», ovvero il privilegiare i francesi doc su quelli spuri. Come distinguerli, visto che entrambi hanno la stessa cittadinanza? Elementare, Watson: dal colore della pelle. Se Vitrolles raggiunge solo oggi il plotone, complice una suppletiva, fanno 18 mesi che il Fronte regge le altre 3 Mairies. Si può abbozzare un primo bilancio. E non c'è troppo da rallegrarsi. Gli avversari aspettavano al varco i sindaci lepenisti, per coglierli in flagrante violazione della Legge Fondamentale oltralpe: l'Egalité. Vana attesa. Ben sanno, i nuovi padroni, che contravvenirle significa farsi revocare. Prefetture e Consiglio di Stato non vorrebbero altro. Astuzia, dunque. Bisogna applicare la normativa egualitaria sul piano formale, ma demolendola dall'interno. Non mancano gli esempi. Prendiamo le mense scolastiche. Abolire i menù kasher o privi di carne porcina è successo - adducendo improbabili restrizioni finanziarie significa estromettere gli allievi ebrei e musulmani. Che pranzeranno fuori senza più gravare sulla collettività. Come cittadini di Serie B. Ancora: le biblioteche comunali si vedono ingiungere lo stop ai libri dal sapore anche solo vagamente gauchiste. In cambio, ecco volumi «sani», sta, avvenuta domenica pomeriggio: semplicemente gli avrebbe ceduto il cuore. Col passare delle ore gli scontri si sono moltiplicati mentre a Tirana si temeva di perdere il controllo della situazione. Ormai in campo ci sono tutte le forze. Il governo ha mandato a Valona il generale Akim Shehu, capo della polizia nazionale, e alle porte della città hanno cominciato a confluire mezzi blindati: se la temperatura non scende, se il buon senso non prevale, oggi potrebbe essere il giorno dei carri armati, e, se così fosse, sarebbe il disastro. Vincenzo Tessandori

Persone citate: Akim Shehu, Berisha, Orange, Safet Orucevic, Watson

Luoghi citati: Dayton, Parigi, Sarajevo, Tirana, Tolone