Contestato Scalfaro

Contestato Scalfari» Contestato Scalfari» Arezzo, da leghisti e Club Pannella AREZZO DAL NOSTRO INVIATO il 23 luglio 1991, di tono anticossighiano, nella quale definiva «seriamente pericoloso e dannoso se il Quirinale prende posizione. Allora, viene meno al suo compito di supremo garante». Proprio quel che gli rinfaccia Pannella tuonando di inaccettabili invasioni di campo. E', questo, un genere di polemica nella quale Scalfaro ha sempre evitato di farsi coinvolgere. Meglio, allora, lasciarsi prendere dalla fin troppo lunga lezione di tecnica del restauro e dalle disquisizioni sulla «solfatazione» che minacciava di portare al punto di non ritorno le pitture parietali. Identica e imbarazzata fretta, il Capo dello Stato mostra due ore dopo all'uscita della chiesa, prima di correre all'eremo della Verna per il pranzo con i frati. Dai cronisti si lascia, comunque, raggiungere solo alle 15,30 sul protettissimo marciapiede della stazione di Arezzo nel momento di tornarsene a Roma con un Intercity ordinario al quale è stata agganciata una carrozza straordinaria, la sua. Presidente, se non di referendum, almeno di Europa possiamo parlare con lei? «Della questione europea ha già parlato un ministro e, poi, il premierche ha fatto sintesi. Che dovrei aggiungere io?», [re. ri.] «Presidente traditore»: la scritta in nero, a caratteri cubitali, campeggia su un grande striscione inalberato da un gruppo di «pannelliani» nella piazza davanti alla chiesa di San Francesco. Un punto interrogativo, disegnato in extremis al fondo della frase con il pennarello verde, testimonia forse più che un dubbio, un furbo ripensamento per evitare possibili incriminazioni di vilipendio. Scalfaro scende dall'auto ed è subito una salva di fischi e di urla che si rincorrono da un lato all'altro del sagrato. Già, perché c'è anche un drappello di leghisti toscani mobilitato a contestarlo: «Via di qui i capi di Stato stranieri!». Sono poche decine di persone a inscenare la doppia provocazione, tutte identificate da Polizia e Carabinieri. E, però, bastano e avanzano per guastare la mattinala di festa nel segno di un Piero della Francesca ritrovato e restituito all'originale splendore. Scalfaro fa una smorfia stizzita e rinuncia al tradizionale saluto alla gente comune (senza anunosità né bandiere, questa) che lo aspetta: entra rapidamente nella chiesa dove si celebra il restauro della «Leggen¬ ti presidente Scalfaro da della Croce» affrescata dall'artista rinascimentale. Forse conosce già il vero scopo di quel dissenso, le cui grida per quanto smorzate, arrivano sin dentro la basilica: il servizio di sicurezza del Quirinale quasi certamente gli ha anticipato i passi più velenosi di un volantino distribuito in tutta Arezzo dai radicali. Gli si contestano presunte pressioni su due giudici costituzionali affinché respingessero la richiesta di referendum sulla smilitarizzazione della Guardia di Finanza, come è avvenuto. E gli si ricorda una vecchia dichiarazione da lui stesso resa Violante chiede notizie a Napolitano, la Lega conferma la sua versione

Persone citate: Napolitano, Pannella, Piero Della Francesca, Scalfari, Scalfaro, Verna

Luoghi citati: Arezzo, Europa, Roma