Com'era bella la Sei Giorni
Al Forum si parla anche troppo del passato e poco del presente Al Forum si parla anche troppo del passato e poco del presente Com'ero bella la Sei Giorni Bugno: da battere adesso c'è il doping MILANO DAL NOSTRO INVIATO Profumo di canfora, profumo di benzina e olio da derny, profumo di colla da tubolari come nelle antiche Sei Giorni, ma di quelle notti al Madison di New York, quando Beniamino Gigli correva dal Metropolitan per vedere Taylor, l'americano volante, delle notti al Vel d'Hiv parigino con Hemingway sbronzo e Jouvet che recitava Molière durante i surplace, non resta, qui nello scatolone del Forum di Assago, che un nido di memorie. I ricordi si fermano a Cicciolina che accarezzava e baciava un serpente, osannata dalla folla del Palasport per nulla stordita dalle barzellette a raffica di Bramieri. Domina il sudore. Il lato buono e rasserenante di questa Sei Giorni è che nessuno dei corridori che vi partecipano è fidanzato, amante o sposo di qualche anoressica indossatrice; non ci sono qui sul tondino di Assago campioni che grondano di miliardi e giovani pedalatori sui polpacci dei quali si sia trasferita l'attenzione amorosa d'una illustratissima vamp. Troppo sudore nel ciclismo: vana risulterebbe nel parterre la ricerca di stelle frequentatrici di meno affaticanti discipline. Il figlio di Eddy. «Sono venuto per mio figlio», informava la sera dell'inaugurazione Eddy Merckx trasformatosi in un armadio da concorso gastronomico. Axel Merckx, erede d'un irripetibile regno, ha 24 anni, ha cominciato male, va migliorando in fretta. Eddy, osservandolo pedalare nelle primissime corse, con dolcezza gii diceva: «Caro, non ti piace il calcio? Perché ti sei fissato sulla bicicletta?». Circonfuso di gloriosi cimeli paterni, intignatosi a battere le vie della Sanremo e del Fiandre, il ragazzo insistette. E' un ottimo corridore, oggi. Maspes il califfo. «Sono venuto per risentirmi giovane», dice Antonio Maspes, che ha appena compiuto 65 anni e guarda la pista preso da un'affettuosa nostalgia. Fu il primo a correre i 200 metri in 10" 6. Era il califfo del surplace, a Zurigo sfiancò il fran- I) contrailo alta luce del sole Martinello e Villa (sopra) protagonisti delle prime giornate e, a destra, Gianni Bugno
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