La roulette russa sale sul ciclomotore di Antonella Mariotti

Nuovi giochi di morte scoperti nel Mantovano: i ragazzini sfrecciano agli incroci a fari spenti I Alessandria Nuovi giochi di morte scoperti nel Mantovano: i ragazzini sfrecciano agli incroci a fari spenti I Alessandria La roulette russa sale sul ciclomotore La denuncia di molti automobilisti «Per miracolo evitati gravi incidenti» F =1 In manette maresciallo cleptomane MANTOVA. Si può correre su un motorino contro una macchina, contro un incrocio, contro una vita? Si può rischiare se stessi e gli altri solo per sfida, o solo per niente? E si può fare tutto questo a 14 anni, o a 15? In un paesino dicono di sì, dicono che li hanno visti questi ragazzi buttarsi contro gli altri, come dei sassi. E' un paesino del Mantovano, si chiama Casaloldo, e qui c'è lavoro, e ci sono anche i baiocchi. E' il cuore della Padania, sazia e disperata, come il cardinale Biffi chiamava l'Emilia qualche anno fa. Forse a loro, ai ragazzi, suona come una sfida alla «Gioventù bruciata», anche se manca del fascino perverso che gli regalava James Dean. Casaloldo, nella piana di Mantova, ha duemila anime soltanto. E qui pare che un gruppo di ragazzini di 14 e 15 anni si diverta a sfidarsi sui motorini, di notte, sfrecciando alla massima velocità sulle strade, in particolare sul lungo rettilineo che conduce all'abitato e l'attraversa, una via diritta come un fuso che invoglia a correre, come fosse la pista di un velodromo immaginario. Accelerano, spingono, soprattutto agli incroci, e soprattutto se vedono arrivare una macchina dall'altra parte. Gli automobilisti sono stati costretti a frenare di colpo, per evitare lo scontro. Ci sono anche scommesse in ballo? Non si sa, ma non si può nemmeno escludere. Forse i soldi non sono la molla, ma come sembra sia nel caso degli assassini di Tortona, in palio probabilmente c'è la voglia di credersi invincibili, di giocare con la vita degli altri. Gli ultimi episodi di questa faccenda risalgono a qualche mese fa; dall'inizio dell'autunno non ci sono state più segnalazioni, ma si teme che - con l'arrivo della bella stagione questa «Gioventù bruciata) di provincia possa tornare. E di queste segnalazioni (per ora non ci sono denunce) fatte dagli automobilisti, e da alcuni abitanti le cui finestre si affacciano sulle strade scelte come teatro di scorribanda, e riportate pure dal vicesindaco del paese, Assunta Ruffini, non se n'è saputo niente fino ad un paio di giorni fa. Complice una polemica scoppiata intorno ad un Autovelox, piazzato proprio a Casaloldo, secondo alcuni in contrasto alle regole. Parlando parlando, ecco che esce anche questa storia, che potrebbe avere influito sulla decisione di piazzare l'Autovelox proprio lì, visto che si tratta di un provvedimento caldeggiato dagli abitanti del paese. Ma chi sono questi ragazzini che preferiscono passare le loro serate a rischiare la vita, piuttosto che andare al cinema? «Non lo sappiamo», dice Giampietro Belluzzi, sindaco ed insegnante. «Sospettiamo che si tratti degli stessi vandali che avevamo individuato tempo fa, quando erano stati divelti, lungo la via che porta al cimitero, tutti i lampioni nuovi. Quattro milioni e mezzo di danni. Ma prove non ne abbiamo. Altrimenti avrei già fatto visita ai genitori. Spero che, se i famigliari si sono resi conto delle tendenze di questi adolescenti, mettano fine direttamente loro alla faccenda. Perché, prima o poi, li si becca». E dire che questa è una zona ricca, a un tiro di schioppo da Castel Goffredo, il regno europeo di calze e collant; la disoccupazione quasi non esiste. «Il guaio è che non esistono tante altre cose - aggiunge il sindaco Belluzzi -. Guardi, io sono un pidiessino doc, ma devo dire che gli oratori ricoprivano un ruolo di aggregazione importantissimo, per i ragazzi in età scolare come quelli di cui stiamo parlando. Un tempo avevano dove andare, dove stringere amicizie, fare sport, organizzare gite. Adesso, che l'oratorio praticamente non esiste più, la loro cultura viene dalla televisione e dai videogiochi». SI potrebbe anche tacere la notizia del nuovo gioco di morte, inventato da ragazzini minorenni, stavolta dal Mantovano. Ci abbiamo pensato anche noi, se sia meglio darla o nasconderla. Il sospetto è che nasca l'emulazione: tu dai la notizia, che è una notizia maligna, informi tutti, e chi non sa apprende, e dunque può copiare. Col risultato che la nuova tecnica di morire (che però da chi la pratica è sentita come il contrario, una prova di immortalità, una vittoria sulla morte), può essere sperimentata in Liguria, Toscana, Lazio. E' così? E' meglio tacere? Ragioniamo. Anzitutto, questo è un gioco nuovo, e dunque non è una imitazione ma una invenzione. I ragazzini inventano a tutto spiano, non hanno nessun bisogno di suggerimento. Anna Talò ANALBSl ACQUI TERME. Era trascorsa poco più di mezz'ora dall'arresto ed era già l'ex maresciallo dei carabinieri Sebastiano Di Mauro, 36 anni, in servizio prima ad Acqui poi a Pinerolo e infine al comando provinciale di Alessandria. Una carriera stroncata da un vizio: rubare a ripetizione. Lo hanno arrestato in flagranza di reato: durante una perquisizione s'era intascato 50 mila lire, che i suoi superiori avevano prudentemente segnato e fotocopiato. Una trappola per smascherare il carabiniere cleptomane. All'inizio della scorsa settimana i carabinieri di Alessandria sono stati impegnati in una perquisizione nell'alloggio di un tossicodipendente - al rientro dall'operazione hanno perquisito anche le tasche dell'ex maresciallo trovando la banconota incriminata. Sebastiano Di Mauro non era nuovo al furto: la carriera in parallelo era iniziala ad Acqui quando era sparita la «cassa» all'interno della caserma, pare con una decina di milioni, ma la cifra esatta resta un mistero. Dopo quell'episodio, che risale all'anno scorso, il militare che si è sempre dichiarato innocente - era stato trasferito a Pinerolo. Era stata aperta un'inchesta, ma l'ex maresciallo nella caserma del comando di compagnia acquese era tenuto in considerazione dai vertici, tanto che l'ex capitano ne aveva fatto il suo segretario personale. Nel Torinese Di Mauro e rimasto un paio di mesi. Poi ha chiesto di tornare nell'Alessandrino ed è stato accontentato. Le settimane scorrono più o meno tranquille, a parte la segnalazione di qualche piccola «sparizione» di oggetti. Proprio da queste segnalazioni scatta l'idea della trappola-prova: le cinquanta mila segnate. La banconota viene lasciata cadere in un alloggio durante un sopralluogo. La tentazione è grande per Di Mauro, le cinquatamila piegate sono in un angolo della casa come fossero state perse o dimenticate da chi abitava l'appartamento. L'ex maresciallo la raccoglie e la intasca. Al rientro in caserma Di Mauro viene perquisito e saltano fuori le 50 mila: scattano le manette. Capelli a spazzola, sempre ben curato e vestito, l'ex maresciallo ad Acqui è conosciuto come un «uomo di mondo» frequentava i locali più noti come il bar Clipper, in corso Bagni e la palestra «New college», si dichiarava un culturista All'alba di giovedì è stato trasferito nel carcere di Peschiera. Antonella Mariotti