Le Pen conquista anche Virolles

Battuto il sindaco appoggiato da tutti gli altri partiti, eletta la candidata del Fn Battuto il sindaco appoggiato da tutti gli altri partiti, eletta la candidata del Fn Le Pen conquista anche VHrolles Scontri fra agenti e giovani delusi dall'esito del voto PARIGI NOSTRO SERVIZIO Neppure i famosi «indecisi» del primo turno hanno fatto il miracolo che la sinistra attendeva. Ha certamente giocato a favore della Megret il fatto che il sindaco uscente, oltre ad essere molto contestato per la sua gestione del Comune, sia anche implicato in uno scandalo per finanziamenti illeciti. Ma l'impressione è che più che la chioma bionda dell'avvenente Catherine Megret, subentrata al marito colpevole di irregolarità nella campagna elettorale ed eliminato per un anno dalla scena politica, più che i 20 mila elettori di Vitrolles, sia la spaccatura della Francia che preoccupa, la «lepenizzazione» di buona parte della.società, avvalorata dai sondaggi secondo i quali un francese su quattro condivide le idee xenofobe, ultranazionaliste e intolleranti di Jean-Marie Le Pen. Anche se poi, oltre il 70 per cento del Paese è convinto che il Fronte nazionale rappresenti un pericolo per la democrazia. Il quarto Comune a tingersi di nero in Francia potrebbe quindi essere un importante campanello d'allarme, nisti di Robert Hue, scesi in campo in modo deciso per appoggiare Jean-Jacques Anglade, il sindaco socialista uscente, che ha parlato di scontro fra i «repubblicani» e i «nemici della Repubblica». Jospin e Hue hanno esortato i cittadini di Vitrolles a «chiudere la porta alla xenofobia, a un partito ultrarazzista e antisociale». Alain Juppé, il primo ministro, e Francois Leotard, presidente dell'Udf, alleato di governo, non hanno esitato a far valere i «valori repubblicani» contro chi li avversa. Juppé, che è anche presidente del partito neo-gollista Rpr, ha avvertito i suoi militanti che d'oia in poi si devono guardare dall'wopposizione socialista» e allo stesso tempo dal «nemico Fronte nazionale». Ma lo scarto di voti al primo turno tra Angiade (37 per cento) e la Megret (46,70) era troppo profondo per essere colmato dalla rinuncia del terzo incomodo, Roger Guichard (16,3 per cento) candidato della maggioranza di centro destra del governo che ha avuto ordine di ritirarsi per far convogliare i suoi voti nel fronte antilepenista. «Ecco la rondine della primavera francese». Il grido di gioia di Jean-Mane Le Pen ha risuonato ieri sera ancor prima che a Vitrolles - quarta città francese in mano al fronte nazionale - si concludesse lo spoglio delle schede. Catherine Megret, la bionda moglie di Bruno Megret, braccio destro del leader dell'estrema destra, è il sindaco di Vitrolles, sobborgo di Marsiglia dove molti piangono e altrettanti inneggiano. Appena sono stati comunicati i risultati definitivi, sono cominciati scontri in diversi punti della cittadina Presso il municipio la polizia è intervenuta con i gas lacrimogeni per disperdere alcune decine di giovani provenienti dai quartieri popolari, che hanno espresso la loro insoddisfazione per l'esito del voto sfasciando alcune vetrine di negozi. Non e bastato a impedire la nuova vittoria del Fronte nazionale il tardivo anche se massiccio impegno della «gauche» con i socialisti di Lionel Jospin e i comu¬ non in termini di tagli, che per ora non può permettersi il lusso di tutelare i «falsi» deboli, ma non ha ancora chiaro come aiutare i nuovi. Aveva ragione Gianni Agnelli, nel dire che certe operazioni possono riuscire meglio a un governo di Sinistra che non a un governo di Destra. Ma questo poteva valere nella Germania del novembre del '59, dove appunto, nel silenzio dcIl'ultra-Sinistra tedesca, a Bad Godesberg, prese forma e sostanza il nuovo «Sozialdemocratische Partei». Più difficile, invece, è applicare il principio all'Italia, dove a Sinistra della Quercia mette radici sempre più solide presso i ceti deboli, autentici e non, la «pianta» di Rifondazione comunista. Impedire che gli inaridisca il pds, per D'Alema è difficile, al Congresso e anche dopo. Anche per questo un governo delle «larghe intese» per l'Europa, tagliate le ali estreme, è e continuerà ad essere un'affascinante tentazione. to ad accettare la sfida, convinto dell'impossibilita per l'Italia di poter rinunciare ad un -assct» come il ministro del Tesoro. 11 problema è che, in questa lunga transizione italiana dalla quale è nato in radice un innesto complesso ed eterogeneo come l'Ulivo, si fa fatica - come dice da tempo Tonino Maccanico - a far fare ad un governo di CentroSinistra quello che nel resto d'Europa stanno facendo i governi di Destra. Cioè riformare lo Stato sociale. Anche perché, come lo stesso D'Alema capisce benissimo, i principi costitutivi della sua Cosa 2 sono ancora embrionali: e dunque in attesa che si capisca su quali valori si svilupperà la nuova Sinistra uguaglianza, ma come? Solidarietà, ma con quali risorse? - il «levatore della storia», che si è assunto l'onere di cercare quei valori tra le ceneri della vecchia -ideologia», ha un problema enonne: quello di non far percepire la sua Sinistra in cammino, nel frattempo, come un'«altra Destra», che il «Welfare» per ora non può non pensarlo se LO STRETTO PASSAGGIO Massimo Giannini tale da spingere maggioranza e opposizione ad affrontare le piaghe del Paese, disoccupazione in testa, ma anche corruzione, immigrazione clandestina, giustizia, disagio sociale, con un atteggiamento diverso, che restituisca legittimità a una classe politica che annaspa nel tentativo di agganciare le aspettative della popolazione. La Francia «in nero», quella arrabbiata e ribelle del Sud, diventa un laboratorio del Paese spaccato in tre che già molti osservatori hanno disegnato: la Francia «lepenista», valutabile attualmente in un 9-11 per cento; quella antilepenista, tra il 40 e il 50 per cento; e quella incerta, attorno al 40 per cento. E' probabilmente su quest'ultima fetta di popolazione che si gioca il futuro, una moltitudine inafferrabile, fatta di piccoli commercianti impauriti dalla crisi ma anche di eleganti signore della Parigi bene, di giovani senza radici e di anziani nostalgici e nazionalisti, tutti insieme ammaliati dalla «sirena» del Fronte nazionale. Aldo Rizzo Tullio Giannotti mosca Tragica festa in una cittadina degli Urali, forse una vendetta mafiosa