Pannella: «Berlusconi traditore»
«Il Cavaliere adesso sta con l'Ulivo. Scalfaro? Attenta alla Costituzione» «Il Cavaliere adesso sta con l'Ulivo. Scalfaro? Attenta alla Costituzione» Pannello: «Berlusconi traditore» E riparte subito la battaglia per i referendum «Dobbiamo raccogliere20 miliardi entro febbraio» MILANO. Soli e all'attacco. Non si fermano i club Palmella, i Riformatori, più qualche redivivo sparso come Carlo Tognoli e Francesco «Ciccio» Colucci, dopo la falcidia di referendum. Anzi, Marco Palmella è già pronto alle prossime battaglie: «Se raccogliamo 20 miliardi entro il 20 febbraio siamo pronti a far partire un altro referendum, quello per abrogare la legge del '96 sul finanziamento ai partiti». Quasi due ore, parla il leader davanti a 600 persone. Usa metafore, toni suadenti e toni forti, anche con la sua platea: «Non hai i soldi per sostenerci? Allora vai in un altro partito, oppure rinuncia alla settimana bianca o alle Maldive». Toni fortissimi vanno anche all'universo politico, nessuno escluso. Da Bertinotti «che si muove per Silvia Baraldini ma non per i nostri compagni che stanno in galera a Cuba» a Silvio Berlusconi, quasi alleato per una stagione, volata via come un soffio. «Sì, ma adesso anche Silvio Berlusconi è dell'Ulivo, come Dini e tutti gli altri», bolla Marco Palmella. Che poi spiega: «Per sei o sette mesi si era entusiasmato anche lui alle nostre cose, ina quando poi, per due o tre mesi, giorno e notte ha ricevuto la visita degli avvocati, non è stato più GIUST ÌZIA mo fatto la riforma dello Stato all'80% entro la primavera. Ma noi continueremo, contro questo Stato degli imbrogli, la nostra lotta partigiana a chi occupa le coscienze». E sono applausi, nella sala della Confcommercio dove nessuno - sarà anche per lo sciopero dei treni - molla la poltroncina. Altri consensi Pannella li raccoglie quando attacca Rifondazione comunista: «Tempo fa ho incontrato Nerio Nesi in treno. Mi ha ripetuto che se passava il referendum sul sostituto d'imposta sarebbe caduto lo Stato. Ma è proprio questo Stato che noi vogliamo far cadere». Il leader dei riformatori Marco Pannella Allora avanti con altri referendum, a partire da questo sul finanziamento che è bell'e pronto. Se non fosse per i soldi. Per trovarli, Pannella non si ferma davanti a nulla: «Venti anni fa uno stilista mi disse che le nostre battaglie sul riconoscimento degli omosessuali lo avevano fatto rinascere. Adesso quello stilista guadagna miliardi. Da due anni cerco di essere ricevuto...». Porte aperte, qui, le trova invece Carlo Tognoli, l'ex sindaco psi della Milano da bere, naufragato sotto i colpi di Tangentopoli. «Non me la sento di non dire che ero socialista», esordisce. Poi anche lui va all'attacco, di quello che più gli sta a cuore: «Di Pietro si è lamentato di avere avuto le ali tarpate. Spero sappia valutare, con lo stesso metro, le ingiustizie commesse, le condanne senza prove. Senza Stato di diritto non c'è giustizia». Cambia musica Francesco «Ciccio» Colucci, ex psi pure lui. E pure lui finito sotto i colpi di Tangentopoli. Adesso dice: «Quando cadono i valori liberali e socialisti vengono a mancare i valori del rispetto e della democrazia». Pannella applaude pure lui. E poi lo ringrazia per la tessera da sostenitore - lit. 500.000 - fatta per l'occasione. Fabio Potetti
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