«Falsi ebrei tra gli immigrati» di Emanuele NovazioMarco Zatterin

«Falsi ebrei tra gli immigrati» «Falsi ebrei tra gli immigrati» Polemica a Bonn per Vaccusa di un ambasciatore BONN NOSTRO SERVIZIO normalmente chi chiede asilo nella Repubblica Federale viene infatti sottoposto ad attenti controlli e, quasi sempre, rispedito nel Paese di provenienza, per gli immigrati ebrei dall'ex Urss che sostengono di essere vittime di tensioni antisemite valgono altre regole, in base a una legge approvata nel 1990: non ci sono controlli, l'ingresso è garantito, e una volta in Germania lo Stato fornisce loro aiuti sociali, abitazione, e assistenza nella ricerca di un lavoro. Ancora secondo Arnot, «soltanto in rari casi» le persone che hanno chiesto l'ingresso in Germania erano davvero di fede ebraica; nella maggior parte, il loro desiderio di entrare nella Repubblica Federale aveva motivazioni «economiche»: nel senso che speravano di trovare un benessere impossibile in Russia. Ma Ignatz Bubis non ci crede, e si indigna. E' vero che Hanno sempre le carte in regola, gli immigrati che chiedono asilo in Germania appellandosi alla legislazione speciale che protegge gli ebrei, minacciati dall'antisemitismo nelle Repubbliche dell'ex Unione Sovietica? La polemica divampa, a Bonn, fra le autorità consolari e il leader del Consiglio centrale degli ebrei, Ignatz Bubis: accuse di falso e di truffa da una parte, denunce di antisemitismo dall'altra. Secondo l'ex ambasciatore tedesco in Ucraina, Alexander Arnot, «al massimo» il quaranta per cento delle persone che sono entrate in Germania in base alla legislazione sugli ebrei era davvero di nazionalità ebraica, e meritava dunque di essere accolta. Una truffa colossale e un grave danno per il denaro pubblico, suggerisce Arnot: mentre una parte degli immigrati non erano ebrei, ma i veri ebrei che chiedono asilo erano e sono la maggioranza, sostiene in una intervista al settimanale «Focus»: «Li controlliamo uno ad uno, e siamo in grado di scoprire qualsiasi tentativo di falso». Al contrario, secondo Bubis, «aumentano i segnali che questa campagna nasce nelle ambasciate tedesche». «Siamo a conoscenza di numerosi casi che confermano il nostro sospetto», sostiene il leader della comunità ebraica tedesca: ogni volta che il Consiglio si appellava, il consolato riconosceva il proprio errore. Un problema burocratico, o politico? Un problema politico, almeno per alcuni funzionari, accusa Bubis. E «politico» vuol dire - forse anche «antisemita»? Significa che «un ruolo ce l'ha, probabilmente, anche l'antisemitismo». Emanuele Novazio Marco Zatterin

Persone citate: Alexander Arnot, Bubis, Ignatz Bubis

Luoghi citati: Bonn, Germania, Russia, Ucraina, Unione Sovietica, Urss