In fuga il «Presidente licenziato» di Mimmo Candito

Si dimette il ministro della Difesa, l'esercito abbandona Bucaram che si appella al popolo Si dimette il ministro della Difesa, l'esercito abbandona Bucaram che si appella al popolo In fuga il «Presidente licenziato» Lascia Quitoper la sua città e sfida a duello il rivale A sinistra il presidente a interim Fabian Alarcon A destra scontri tra polizia e dimostranti nelle strade di Quito Da Guayaquil ha anche invitato Alarcon a risolvere la crisi istituzionale «da uomini» e, chiamandolo «usurpatore», gli ha dato un appuntamento per sabato sera (notte in Italia) di fronte al Comune di Guayaquil «perché venga a ricevere la sua laurea come uomo». Ma Alarcon ha subito risposto che «questo non è un problema di virilità; il fatto è che sono pronto per difendere la democrazia e le responsabilità ricevute dal Parlamento». Bucaram è stato destituito dal Parlamento venerdì sera. Con una votazione di 44 voti a favore (su un totale di 82 deputati), il Congresso l'ha dichiarato malato di mente e allo stesso tempo ha nominato Alarcon nuovo presidente dell'Ecuador. Le Forze Armate hanno annunciato di ab- te, e abbiamo lanciato un programma di riduzione della mortalità infantile che ha avuto un notevole risultato. Il nostro è uno sforzo gigantesco, ma è anche uno sforzo ben piccolo». In che senso? «Gli squilibri sociali non saranno risolti in poco tempo, sono il risultato di strutture storiche che solo ora stiamo modificando. Mi pare perciò che la più preziosa acquisizione de' nostro sforzo sia la nuova coscienza della "inaccettabilità dell'ingiustizia". Si è mutata la direzione del passato, ora occorre tempo». Questa Brasilia sembra più vicina a Roma che a Manaus. La complessità del Paese quanto incide sulla crisi sociale? «Incide certamente, ma stiamo tentando ogni sforzo per ridurre le situazioni di emergenza. Voglio però ricordare che tutte le complesse diversità del mio Paese non incidono sulla unità del Brasile. Noi non abbiamo conflitti regionali o etnici, sebbene esistano disuguaglianze razziali molto inarcate; al contrario, siamo una nazione guidata dalla tolleranza, e questo fattore sarà essenziale per raggiungere un livello di equità e creare una società libera da ogni forma di discriminazione». Lei è stato sempre un uomo della sinistra. L'impaccia il fatto che molta della sinistra brasiliana sia ora all'opposizione? «Potrei dire che anche molta della sinistra è accanto a me. Però credo che anzitutto si dovrebbe definùe correttamente che cosa sia oggi la "sinistra"». E che cos'è? «A me piace molto la definizione di Bobbio, che nella sinistra vede un atteggiamento culturale orientato verso la "uguaglianza", una ricerca permanente della trasformazione. In questo senso, sono fermamente sempre un uomo di sinistra e resto fedele agli ideali della socialdemocrazia, la cui promessa di "felicità per tutti" deve affrontare ora nuove sfide economiche, ideologiche e politiche. Il mio impegno va tutto nello sforzo di contribuire a creare una società avanzata in un Paese grande, disuguale, e complesso, com'è il Brasile di oggi. sua passione per lo show-business, ndr) ed ha portato con sé una grande corruzione. Tutta la sua famiglia era al governo». Alarcon è un avvocato di 50 anni, appartiene al piccolo partito Alfarista (con soli due deputati) e viene eletto per la seconda volta presidente del Parlamento. Aveva appoggiato Bucaram all'inizio del suo governo, sei mesi fa, ed era riuscito anche a nominare un ministro, ma man mano che crescevano ie accuse di corruzione e le critiche per le stravaganze di Bucaram si è allontanato da lui. Rosalia Arteaga è un'avvocatessa e giornalista di 40 anni, dei «Movimento Indipendente per una Repubblica Autentica»: anche lei è stata vicina a Bucaram al punto che è stata nominata vicepresidente proprio da lui. Ma ora si ritiene più lontana dal «Loco» e difende la sua permanenza nell'Esecutivo più contro Alarcon che contro Bucaram. Pochi giorni prima della destitutione di Bucaram, Arteaga aveva denunciato che Alarcon preparava un colpo di Stato. Questa è la crisi politica più grave dell'Ecuador dal 1979, quando era stato eletto presidente Jaime Roldos in seguito a un decennio di governi militari. Non è stato segnalato alcun problema per i cittadini italiani, residenti o turisti. Nina Negron Il presidente Fernando Cardoso e una Immagine di vita quotidiana in una favela di Rio In questo obiettivo sta la mia fedeltà agli ideali della sinistra». L'occupazione delle terre può aprire un processo di crisi e scatenare la violenza? «Il mio governo ha già espropriato 3 milioni di ettari, e abbiamo fatto assegnazioni di terra a più di 100 mila famiglie. Il profilo sociale del mondo rurale è destinato a modificarsi completamente, a medio termine. Ma non posso accettare la violazione della legge, né da parte del "Movimento Sen-Terra" né da parte dei proprietari terrieri; e ho dato ordini rigorosi perché la legge sia rispettata. Alla fine del mio governo, avremo dato la terra a 280 mila famiglie, che è una cifra mai raggiunta prima». Il sistema politico brasiliano, che appare fortemente arcaico... «No, guardi che non è affatto arcaico. Ha saputo risolvere la crisi della morte di un Presidente appena eletto, ha imposto 1' "impeachment" di un altro Presidente, ha risposto positivamente alla introduzione del Piano Real, convoca elezioni libere con alternanza nel potere. No, non è arcaico». L'arcaismo è nella prevalenza del trasformismo, e nel ruolo dominante dei vecchi controllori del potere parlamentare. «Ma un sistema politico non è le istituzioni, 6 una stampa libera e critica e un'opinione pubblica che si manifesta attraverso istituzioni e movimenti sociali. E' finito il tempo del clientelismo, in Brasile». Ma la battaglia per la rielezione, Presidente, non ha messo in campo tutto il vecchio armamentario dei favori e del clientelismo? «Non ho fatto nessuna concessione che potesse significare ritorno al passato, alle vecchie pratiche dei favori scambiati come commercio di voto». Mimmo Candito

Luoghi citati: Brasile, Brasilia, Comune Di Guayaquil, Italia, Quito, Roma