Di Pietro: mi hanno segato

L'ex pm è parte lesa nel processo a Boso, che lo definì «007 del Sismi» L'ex pm è parte lesa nel processo a Boso, che lo definì «007 del Sismi» Di Pietro: mi hanno segato «La Costituente?Ne dicono tante...» Il caso «Medusa» Berlusconi rinviato a giudizio MILANO. «No dicono tante di coso, anche che ho firmato per la Costituente... Ma io ho abbandonato ogni attività, ogni aspirazione: non faccio altro che girare per tribunali e in famiglia siamo tutti dedicati a questa attività». Un po' emozionato, un po' amareggiato, dopo tre anni Antonio Di Pietro si ritrova nella stessa aula di quello che fu l'ormai mitico processo Cusani. Si ritrova davanti addirittura anche a uno degli stessi giudici a latore, Marilena Chessa. Potrebbe essere lo stesso anche lui, il protagonista di allora, «l'ex» per antonomasia di adesso. Ma non ò cosi: nella storica aula del tribunale stavolta Di Pietro entra da semplice testimone per affrontare mio dei tanti processi scaturiti dalle sue 220 querele. «La mia vita i; cambiata. Una volta facevo il magistrato, poi il ministro. Adesso di professione sono, a seconda dei casi, imputato o parte lesa», dice davanti ai giudici che lo interrogano. Siede da bravo scolaretto sul banco dei testimoni, ma non agita più le manone facondo svolazzare toga e telecamere, anche se la Ioga, la voce tonante, i «che c'azzecca», i «benedett'Iddio» sono quelli di sempre e li usa per difendere il suo onore di ex magistrato e di laureato in legge. Di Pietro è infatti «parte lesa» nel processo per diffamazione contro il senatore della Lega Erminio Boso che in un'intervista comparsa sul Corriere della Sera l'anno scorso, lo definì «uno 007» del Sismi, sostenendo che il Sei-vizio segreto militare lo aveva anche aiutato a laurearsi. Tema ripreso recentemente anche dal Foglio di Ferrara, che all'argomento della laurea di Di Pietro la scorsa settimana ha dedicato ben due articoli. «Schizzi di fango», li definisce Di Pietro, annunciando di aver querelato anche Ferrara. E a smentire qualsiasi rapporto tra l'ex pm e i servizi, ci pensano in aula l'ex presidente della Commis- sione parlamentare sui servizi Massimo Brutti e l'ex direttore del Sismi, il generale Sergio Siracusa, designato comandante generale dei carabinieri. Coimputato è il giornalista Gianantonio Stella, autore dell'intervista a Boso e ora accusato di aver partecipato, suo malgrado, a una sorta di complotto della testata di via Solferino contro l'ex pm. Il quale lo dice chiaro e tondo: «Non è stato Boso a usare il Corriere per dire quelle cose contro di me, ma il Corriere ad usare Boso». Incredula la reazione della direzione del Corriere: «Da parte nostra non c'è mai stata alcuna ostilità preconcetta nei confronti di Di Pietro, visto che ab- biamo anche pubblicato in prima pagina sette suoi interventi. Quanto all'accusa di complotto, siamo sbalorditi». Altrettanto amareggiato è il giornalista: «Ma l'avete letto bene quest'articolo? E' ironico verso Boso. Non dico che Di Pietro ne esca come un gigante, ma insomma...» Ma Di Pietro insiste: «Per il Sismi o il Sisde non ho mai lavorato. Mi sento offeso perché non si può andare a raccogliere le dichiarazioni di chiunque e poi sparare su di me». Chiunque, nella fattispecie, è il senatore Boso, ex componente della Commissione parlamentare sui servizi, che dal suo metro e novanta di altezza («Lo elviamano Obelix», ri¬ L'ex capo dei gip di Roma Renato Squillante i MILANO DALLA REDAZIONE Arriveranno presto in Italia tutti i conti di Cesare Previti, Attilio Pacifico e Renato Squillante scoperti in Svizzera. Il tribunale federale di Losanna ha infatti definitivamente respinto i ricorsi che tenevano ancora bloccate le carte in territorio elvetico. Questione di poco tempo e sarà quindi in Italia il materiale che - secondo la procura di Milano - dovrebbe dimostrare due cose, la corruzione del giudice Squillante, ex capo dei gip di Roma, che riceveva tangenti per il tramite dell'ex ministro Previti e dell'avvocato Pacifico (tangenti MELODRAMMA EUROPEO sembri un mero latro d'astuzia mercantile. Può anche essere una questione di verità, quanta ne occorre per far fronte a una situazione che richiede anche sforzi di fantasia. Ora, il presidente del Consiglio e il ministro del Tesoro non giocano una partita tacile, costretti come sono a insistere per entrare subito, trattando senza subordinate, senza retropensieri e rischiando non siilo la sconfitta nella trattativa, ma pure lo scatenamento della speculazione. Fi fin troppo chiaro, d'altra parte, che sarebbe un dramma essere esclusi. Quando si punta tutto, e giustamente, sull'Europa; quando, anche qui a ragione, si arriva ad assegnare a questa scelta un valore di civiltà, di cultura e perfino di salvezza; quando si pretende da quasi tutti gli italiani un ragguardevolissimo sacrifìcio personale, che la voce del popolo significativamente denomina «Euro-tassa», beli, ci mancherebbe pure che non fosse un dramma. Senz'altro Prodi lo sa. Gli effetti dello stop andrebbero ben oltre le dimissioni sue e del governo. Ma proprio per questo, dal punto di vista dell'interesse nazionale, assestarsi stilla «trincea del dramma» pare poco produttivo. E ancora più improduttivo, pare, se si considera che accanto alla programmata sventura, ali eventuale disgrazia e all'incerta sciagura già comincia a intravedersi un possibile •rinvio costruttivo». Che è una di quelle tipiche formule che vorrebbero tanto esserepositive e consolatorie, mentre invece suonano incredibili e al limite pure beffarde. Nel maneggiare questo genere di espressioni tranquillizzanti, la classe di governo democristiana era abilissima. Nel rinvio, in particolare (anche ^costruttivo», figurarsi), e poi nell'arte di sminuzzare, banalizzare e quindi, a quel punto, sdrammatizzare, supremo maestro è stato Giulio Andreotti. Viene da chiedersi, anche soltanto per curiosità, come si sarebbe comportato lui di fronte alla strettoia dell'Unione lìuropea. lì quanto avrebbe aspettato - come forse un pochino ha aspettato Romano Prodi - a spiegare per bene ai tedeschi, e in generale ai popoli del Nord, elicci sarebbe anche qualche problemino al Sud, di là del Mediterraneo. A proposito di drammi veri, per l'Europa, e di pericoli tutt'altro che immaginari. Filippo Ceccarelli Inchiesta su Necci vela il giornalista Stella), anima l'udienza sostenendo candidamente che a raccontargli di Di Pietro «agente segreto», era stato il defunto capo della polizia Vincenzo Parisi il quale «mi disse che il Sismi aveva anche aiutato Di Pietro a superare gli esami di laurea». A dargli la conferma, dice Boso, fu un misterioso agente Sismi che lo avvicinò mentre passeggiava per Campo De' Fiori: «Non conoscevo quest'uomo che mi disse che Di Pietro apparteneva al Sismi e che se necessario mi avrebbe fatto avere la documentazione». E in fondo, aggiunge Boso, lui non ci trovava niente di male a sapere che un magistrato come Di Pietro poteva essere dei servizi segreti: «Sarà mica un disonore - dice - far parte dei servizi di sicurezza dello Stato?». Il presidente Marco Ghezzi lo fulmina: «Signor Boso, sappia che un giudice non può appartenere a nessun altro organismo». L'udienza è stata aggiornata al 17 marzo prossimo per la sentenza. Intanto a Brescia, il gip Ondei ha deciso ieri di rinviare a giudizio l'ex segretario del psi di Monza Maurizio De Ponti per calunnia contro Di Pietro: aveva sostenuto interessi personali di Di Pietro nell'informatizzazione di palazzo di giustizia. L'ex ministro Antonio Di Pietro Paolo Colonnello MILANO. Il giudice delle udienze preliminari Cristina Mannocci ha rinviato a giudizio, per rispondere di falso in bilancio, Silvio Berlusconi, Adriano Galliani e altri tre manager Fininvest, Giancarlo Foscale, Carlo Bernasconi e Livio Gironi, in relazione all'acquisto della casa cinematografica Medusa, da parte di Reteitalia. Il processo si svolgerà il 20 ottobre prossimo davanti alla sesta sezione del tribunale penale. La procura aveva chiesto il rinvio a giudizio anche in relazione al reato di appropriazione indebita ma, già in sede di udienza preliminare, il pm Margherita Taddei aveva sostenuto che l'imputazione è coperta dall'amnistia. Secondo il capo d'accusa, dei 28 miliardi pagati per l'acquisto della Medusa, dieci rientrarono nella disponibilità degli imputati per essere utilizzati come «fondi neri» in altre operazioni. In relazione all'acquisto della casa cinematografica, la Fininvest ha ribadito, in un comunicato, «l'assoluta regolarità di tutta l'operazione. L'acquisto di Medusa è stato regolarmente iscritto in bilancio e il prezzo corrispondeva al valore della società come è stato dimostrato dalle valutazioni fatte da esperti sia al momento dell'acquisto nel dicembre 1988 che successivamente». «Il pieno rispetto delle norme civili che regolano la redazione del bilancio - conclude il comunicato - consente di escludere non solo il falso prospettato dal pubblico ministero, ma anche l'esistenza di fondi occulti». Martedì 4 febbraio alle ore 21 è spirato il geom. Bernardino Roland! (Dino) Per lungo tempo ha affrontato la malattia con grande dignità e con molto coraggio, sempre lucido di mente e arguto di spirito. La morte lo ha cotto nella sua abitazione, amorevolmente assistito dai suoi familiari. Un sentito ringraziamento ai sanitari che si sono prodigati per lui. — Savona, 8 febbraio 1997. E' mancata Giuliana Molslo Lo annunciano addolorati Pleriranco, Marco e Alberto. Il funerale avrà luogo il giorno 8 febbraio presso la parrocchia di N.S. S.S. Sacramento. — Torino, 6 febbraio 1997. Tutta la Dune partecipa con profondo affetto al dolore di Lucia e famiglia per la scomparsa di GIULIANA. La Post 625 srl partecipa al dolore dell'amica Lucia e famiolia. Gli amici di sempre abbracciano con affetto Lucia e la sua famiglia: Sandro e Barbara; Marco c Dalla; Antonella e Massimo; Roberto, Paola, Chicca, Valter e Paola; Gherardo e Laura; Ludovica. Gli Amici della scuola Holden sono affettuosamente vicini a Lucia o alla sua famiglia. Ti ringraziamo, cara GIULIANA, per la tua preziosa collaborazione nei molti anni di lavoro alla scuola «Nievo»: rimpiangeremo tutti la tua sorridente presenza tra noi. Claudio e Glanca Scianca partecipano. ANNIVERSARI 1996 Mario Canute geom. Il tuo immenso amore illumina il nostro cammino. S. Messa sabato 8 febbraio ore 18,30 Chiesa S. Secondo. 8-2-1977 8-2-19*7 Guido Perocchio Affettuosamente ricordato e rimpianto. 1994 1997 Mario Bernocco Santa Mossa oggi ore 18 San Giuseppe Lavoratore. 1983 1997 Iginio Lucca Infinito rimpianto. 1991 1997 Lorenza Mollnar I suoi cari la ricordano con immutato affet- Nell'ottavo anniversario della tragedia la sorella, parenti e amici ricordano Franca Novara — Torino, 8 febbraio 1997. 1980 1997 dr. ing. Ernesto Mirane Tu che sei nell'Eterno riempi di pace l'animo di chi ti ha tanto amato. Sante Messe oggi ore 8,30 Chiesa San Pietro, ore 16,30 Portacomaro (Asti). 1974 1997 Rosa Pininfarina I suoi cari la ricordano con immutato affetto ed infinito rimpianto. 1988 8 FEBBRAIO 1997 Chiara, dei conti Leardi ved. Ferrara Mamma carissima, oggi ti ricorderò in Ss. Messe: alla Consolata (8), alla Madonna di Pompei (18,30), Ugo.