UN ATTORE IN CERCA DI UN UOMO di Alberto Sinigaglia

UN ATTORE IN CERCA DI UN UOMO UN ATTORE IN CERCA DI UN UOMO LA testa rapata, segnato, smagrito, John Turturro era già sulla porta dell'albergo. Mi aspettava. Francesco Rosi e Furio Colombo mi avevano avvertito che il protagonista della «Tregua», prima di girare il film, voleva conoscere gli amici di Levi, toccare le sue pietre, vedere i suoi luoghi, visitare Torino. L'attore mi aveva telefonato: «Posso arrivare da lei domani sera? Posso parlarle subito?». Adesso era lì. Inutile schermirsi. Penoso ripetere: di Primo parlano i suoi libri; gli amici, se sono amici, tacciono, come "avrebbe taciuto lui. Un celebre attore, quarant'anni, italoamericano, aveva attraversato l'Atlantico, a sue spese, per sapere di più, per capire di più. E andava aiutato. Se non altro per quello che diceva e per come lo diceva. Se non altro per quello che dimostrava. Da molte settimane John Turturro si sottoponeva a una dieta severa per assumere le sembianze di un uomo uscito dal lager. E aveva letto bene le opere del suo personaggio: oltre a «La tregua», «Se questo è un uomo», «Il sistema periodico», «La chiave a UN ATIN CDI UN lavorare perché questa condizione gli provoca non disagio ma sollievo. Basta leggere «La chiave a stella» per rendersi conto del valore che Primo Levi attribuisce al lavoro quotidiano: non obbligo, ma scelta. Su questo piano va letto il titolo del convegno «Tregua e conflitto», dedicato allo scrittore dal Premio Grinzane Cavour in collaborazione con «La Stampa» e d'intesa con la Comunità Ebraica di Torino per ricordarne i dieci anni della scomparsa. Cesare Cases, Furio Colombo, Claudio Magris, Lorenzo Mondo, il regista Francesco Rosi, con Alberto Sinigaglia quale moderatore, a partire dalle 10 del 10 febbraio, al Cinema Massimo di via Montebello 8 tenteranno di ripercorrere la strada umana e letteraria di un maestro, di etica prima ancora che di scrittura, di questa seconda metà del secolo. «Tregua e con- TORE ERCA UOMO stella», «I sommersi e i salvati». Sapeva parlarne con precisione, con finezza, con parole appropriate. Sapeva interrogare e interrogare, con cautela, con rispetto, con uno smisurato interesse, con una dolce tensione. Per caso, nel ristorante prescelto c'era anche il grande regista polacco Krysztof Kieslowski. Un saluto cordiale, e via al nostro tavolo, a riprendere il dialogo serrato. Più tardi un messaggero e una messaggera vennero a chiederci: «Venite un po' con noi». «Scusateci, stiamo lavorando», rispose lesto Turturro. Come avrebbe apprezzato Primo Levi quella voglia di «lavoro ben fatto». L'indomani molte difficili porte di Torino si dischiusero. Così, prima di partire per l'Ucraina dove lo attendeva il primo ciak, l'attore ebbe in dono tesori di memorie e - in segreto - il permesso di entrare nella casa dello scrittore, toccare la scrivania, carezzare le farfalle create da lui con filo metallico. Alberto Sinigaglia flitto» andranno letti non solo come occasioni esterne, di una guerra combattuta contro gli altri, ma anche come termini che individuano una condizione interiore. Solo così, la durata di Levi come scrittore si potrà capire appieno.

Luoghi citati: Grinzane Cavour, Torino, Ucraina