Candida, scivolosa e fonoassorbente

Candida, scivolosa e fonoassorbente Candida, scivolosa e fonoassorbente GLI amanti degli sport invernali e gli albergatori delle località di montagna quest'anno sono stati fortunati: il freddo e le nevicate hanno garantito ottime «settimane bianche». Fra una discesa e l'altra, magari appollaiati sugli impianti di risalita, può essere divertente cercare una spiegazione dei fenomeni legati al ghiaccio e alla neve. A prima vista sembrerebbe che il peggior nemico degli sciatori sia l'attrito. Non per nulla si fa abbondante uso di scioline per ridurlo. Eppure non sempre è necessario: spesso l'attrito dinamico favorisce un aumento della velocità. In effetti il motivo per cui si scivola con tanta facilità sulla neve è dovuto a uno straterello di pochi micron (un micron è pari a un millesimo di millimetro) di acqua sotto gli sci. Se non ci fosse l'attrito dinamico, che scalda la neve e la scioglie, non si scivolerebbe. Infatti l'attrito statico, che non produce calore, consente di restare fermi su pendenze fino a una ventina di gradi. Nel processo di scioglimento non è indifferente il materiale con cui gli sci sono realizzati: se fossero di metallo il calore si disperderebbe troppo rapidamente impedendo la formazione dello strato lubrificante. Ha senso intervenire con la sciolina quando la neve è troppo soffice, oppure troppo fredda, e fin dall'inizio si attacca al fondo formando croste ghiacciate che inibiscono la lubrificazione. Il meccanismo fisico che consente di pattinare sul ghiaccio è diverso da quello che agisce nel caso degli sci. La formazione di un sottile strato di acqua fra la lama e il ghiaccio non avviene a causa dell'attrito, bensì per l'elevata pressione sviluppata: il peso di una persona concentrato su una superficie di pochi millimetri quadrati può portare infatti a pressioni superiori a mille atmosfere. Conseguenza di ciò è l'abbassamento del punto di fusione del ghiaccio di alcuni gradi. Alla temperatura della pista l'acqua può allora rimanere allo stato liquido sotto la lama, e permette di pattinare. Questo è un comportamento peculiare del ghiaccio d'acqua: altre sostanze, come il ghiaccio secco (anidride carbonica solida), non si sciolgono aumentando la pressione e quindi non sarebbero adatte al pattinaggio. Rientrando a casa, la sera, si possono vedere lungo strade e ferrovie le palizzate antineve. Uno sguardo meno distratto porta a chiedersi perché non si sia scelto di erigere un muro, che apparentemente dovrebbe trattenere più efficacemente la neve. La ragione va cercata nei vortici che un ostacolo solido provocherebbe, che sono meno forti nel caso di una barriera forata. Se l'aria che l'attraversa si muove a una velocità inferiore a quella necessaria a sostenerla, la neve può posarsi ed essere trattenuta. Il fenomeno è lo stesso che spiega per quale ragione essa si accumula di preferenza contro gli ostacoli sottili, come gli alberi o i pali, piuttosto che sui lati delle case esposti al vento. Infatti per depositarsi deve avvicinarsi all'ostacolo, ma un oggetto di grandi dimensioni fa divergere il flusso del vento che la trasporta già ad alcune decine di metri di distanza. Un palo o una pianta, al contrario, devia meno l'aria e permette alla neve di avvicinarsi e accumularsi. Un fattore che rende affascinanti le serate invernali è l'atmosfera silenziosa e ovattata: una nevicata recente attutisce ogni rumore all'esterno, certo più di quanto è giustificabile con l'assenza di persone e di automobili. Il manto nevoso agisce infatti in maniera non diversa dai pannelli fonoassorbenti degli uffici; gli interstizi fra un fiocco e l'altro sulla superfìcie tendono a smorzare la riflessione sonora. Ovviamente l'effetto si riduce se la neve è «vecchia», con una superficie gelata e compatta. Marco Cagnotti