Il risveglio dei ghiacciai«L'effetto serra ne accelera i movimenti»

Il risveglio dei ghiacciai Il risveglio dei ghiacciai L'effetto serra ne accelera i movimenti IN Valle d'Aosta l'alta montagna ha ribadito con durezza le proprie ragioni. La frana di granito precipitata sul ghiacciaio della Brenva ha prodotto una valanga di proporzioni colossali. Il distacco di un seracco in bilico sull'abisso e sui villaggi del lontano fondovalle ha tenuto con il fiato sospeso popolazioni e sciatori, autorità e albergatori. Nella stessa area il 17 febbraio 1991 a Praz Moulin lo scivolamento improvviso di un volume enorme di neve aveva sepolto una dozzina di vittime: in quell'occasione secondo il parere di molti esperti il movimento sarebbe stato innescato dalla caduta di un pezzo del soprastante ghiacciaio del Gigante. 1 ghiacciai - una manifestazione naturali tuttora un poco misteriosa, relegata dall'immaginario collettivo nel regno dell'ultima Tuie ai confini del mito - incombono improvvisamente vicini e minacciosi. Ma l'una e l'altra rappresentazione, di un'inconsistenza quasi virtuale e di un'oscura volontà assassina, parimenti lontane dalla realtà, sono frutto di una scarsa conoscenza di questi mastodonti semoventi. 1 ghiacciai nel mondo occupano l'il per cento delle terre emerse, quasi 15 milioni di chilometri quadrati, 50 volte l'Italia. Sulle Alpi superano il numero di 3000; su quelle italiane IN Cardiopatie: caccia ai geni Un bambino su 170 nasce con una cardiopatia e nel 98 per cento dei casi questa ha un'origine genetica. Un gruppo di ricerca finanziato da Telethon ha ora individuato un difetto del cromosoma 22 che coinvolge una decina di geni il cui cattivo funzionamento è all'origine della sindrome di DiGeorge, malattia caratterizzata da cardiopatia e da altre disfunzioni dell'organismo. «Mucca pazza» bando europeo L'Unione Europea ha bandito un concorso per invitare laboratori, società e altre strutture interessate a presentare progetti di ricerca sulle encefalopatie spongiformi trasmissibili (popolarmente la malattia di «mucca pazza»). Le proposte dovranno giungere entro il 14 febbraio. Per altre informazioni, tel. 051-60.98.197. I parchi da leggere «Piemonte Parchi», 70 numeri bimestrali in 13 anni di pubblicazione, è una rivista bimestrale di informazione naturalistica sulle aree protette. Prima e unica rivista pubblica del settore, ora si misura sul terreno del «mercato». Inviata ancora gratuitamente a enti e scuole (in circa 25 mila copie), va in abbonamento ai privati. L'abbonamento annuale (sei numeri) anche per il 1997 ò di 15 mila lire (conto corrente postale n. 36620102, intestato a Regione Piemonte, abbonamento a Piemonte Parchi, piazza Castello 165, Torino). Ordine dei medici una lunga storia Sono passati cinquant'anni dalla ricostituzione degli Ordini professionali dei medici, oggi riuniti nella Federazione dei Medici Chirurghi e Odontoiatri: fu approvata dalla Assemblea Costituente il 13 settembre 1946, dopo la soppressione voluta dal regime fascista nel marzo 1935. Un corposo volume realizzato sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica ne ricorda le tappe storiche e politiche. Molto spazio è dedicato alla professione medica in Europa. Torino: corso di energetica Sono aperte le iscrizioni al corso di perfezionamento in energetica «G. Agnelli» istituito presso il Politecnico di Torino. Per avere altre informazioni, tel. 011-564.44.03. NEL saggio «La macchina e le dimostrazioni. Matematica, logica e informatica» (il Mulino), Gabriele Lolli ricorda una domanda che nel lontano 1908 Poincaré rivolgeva provocatoriamente alla comunità dei logici del suo tempo: «Ma se ci vogliono 27 equazioni per stabilire che 1 è un numero, quante ne occorreranno per dimostrare un teorema?». La battuta tradiva l'insofferenza del matematico puro, in parte giustificata, nei confronti della logica prima e dell'informatica poi (un atteggiamento che perdura ai nostri giorni come mostrano gli ordinamenti dei corsi di laurea in matematica. Mi perdonino gli amici matematici questa battuta, tesa ad ampliare l'insegnamento dell'informatica nei loro corsi di laurea). Nel momento in cui Poincaré manifestava le sue perplessità nei confronti del sogno leibniziano di realizzare un «calculus rationator» che «avrebbe potenziato i poteri della ragione, più di quanto qualsiasi strumento ottico avesse mai esaltato quelli della visione», non poteva prevedere che sarebbero nati i calcolatori elettronici e che questi, novanta anni dopo, sarebbero stati capaci di fare milioni di deduzioni logiche al secondo, per cui il numero delle equazioni da risolvere non sarebbe certo stato la più grave delle difficoltà. Non poteva neppure prevedere che entro la fine del secolo si sarebbero realizzati alcuni «theorem prover», o dimostratori automatici di teoremi, che nell'ambito di un ben definito sistema formale sarebbero stati in Il movimento, l'entità dei progressi e dei regressi variano nello spazio e nel tempo. Sulle Alpi raramente la velocità supera i 10/50 metri l'anno (quindi pochi centimetri al giorno); in Groenlandia possono essere coperti anche 5-6 metri ogni 24 ore; in molte parti della Terra si hanno testimonianze di accelerazioni improvvise: fino a 350 metri al giorno per i surge, le onde di ghiaccino in Alaska. Di fenomeni simili fu spettatore il nostro Ardito Desio negli Anni 50 durante una delle sue spedi¬ zioni in Himalaya. Nelle annate più rigide e più ricche di precipitazioni solide il fronte glaciale progredisce perché da un lato l'alimentazione abbondante e il freddo intenso rallentano lo scioglimento, dall'altro l'avanzata si fa più svelta. Nei periodi caldi e secchi la lingua arretra nella sua valle: è meno rifornita di ghiaccio dall'alto; quello che c'è, esposto al sole, passa almeno in parte rapidamente allo stato liquido, il moto impigrisce. E' un equilibrio dinamico ben noto agli specialisti, e viene tenuto d'occhio in permanenza. Da un decennio il clima è spietato con i ghiacciai. Alle temperature in lenta ma costante crescita con una tendenza persistente ormai da un secolo, si sommano adesso nevicate più modeste in alta montagna. Gli equilibri diventano precari. La fusione insinua veli d'acqua alla base dei corpi glaciali riducendone l'aderenza al substrato roccioso, allarga i crepacci fino all'isolamento di blocchi dalle dimensioni più di- sono 706 secondo i dati del catasto redatto nel 1989, e coprono un'area di 48.000 ettari. Si muovono sotto l'azione della forza di gravità e per le proprie caratteristiche fisiche intrinseche. La massa, alimentata in alta quota dalle nevicate, cola lentamente a valle come una pigra fiumana di fluido pastoso. L'apice della lingua terminale, guadagnate quote più basse, dove la temperatura si fa meno severa, fonde, dando origine a un vivace torrente di montagna. verse, anche enormi come quello delle Grandes Jorasses. Il fenomeno, almeno nelle Alpi, è generalizzato. Sarebbe un grave errore illudersi che i singoli casi siano episodi sporadici, rifiutarsi di riconoscere le evidenze che li collegano. La crescente instabilità delle masse glaciali sarà uno dei problemi dell'alta montagna negli anni a venire, a meno di un improbabile irrigidimento del clima. I crolli di brandelli di ghiacciaio si moltiplicheranno, parallelamente aumenterà la franosità. Le rocce dell'alveo glaciale, liberate all'improvviso della pressione prima esercitata dal ghiacciaio tendono a dilatarsi, lo stress provoca fratture che insidiano la stabilità dei versanti. Niente di nuovo. La storia naturale ci insegna che alle antiche fasi di ritiro glaciale si accompagnarono sempre profondi rimodellamenti nelle alte valli. Tale coincidenza ad esempio fu palese dopo il 1850, alla fine della Piccola Età Glaciale che aveva attanagliato l'Europa per 30Q anni. Rispetto al secolo scorso per ora il regresso è molto contenuto, quindi il potenziale dissesto è minore. Ma l'accresciuta frequentazione delle Alpi, diventate il giardino di gioco d'Europa, consiglia di non sottovalutare il pericolo. Non tutti i ghiacciai italiani fanno paura. Molti sono periferici, contenuti in bacini collettori che ne imprigionano eventuali velleità di distacco, lontani da zone abitate o frequentate. Altri invece incombono su villaggi, impianti di risalita, piste di fondo, vie di comunicazione. E' su questi ultimi che va concentrata la sorveglianza con sopralluoghi d'estate, con periodiche fotografie aeree, con analisi sulle proprietà fisiche del ghiacciaio, con ricerche sui bilanci annuali per verificarne l'evoluzione dinamica. L'autorità costituita, sia centrale sia locale, non ha mai dimostrato molto interesse al problema, quasi che le masse d'acqua solida in montagna fossero esterne ai confini nazionali. Finché esse eseguivano diligenti il loro dovere, tale comportamento distratto non portava danno. Da oggi è come se i ghiacciai entrassero in sciopero per rivendicare la propria esistenza. E' bene non sottovalutarne l'ira, oppure il libro spesso dei disastri naturali che martoriano l'Italia - le piene, le frane, i terremoti, le eruzioni - si arricchirà di un nuovo capitolo. v\. \\, \ '\.fZona terminale del ghiacciaio jj ;V -.V: XX l'evoluzione di un truogolo glaciale. A. durante il massimo sviluppo della glaciazione la valle a U è riempita dal ghiaccio sino al livello delle valli tributarie minori. B. Dopo la glaciazione il fondo del truogolo può essere occupalo da un corso d'acqua e da laghi. C. Se il corso d'acqua-principale è fortemente carico di materiali, può riempire il fondovalle di alluvioni. D. Se il truogolo glaciale fosse stato approfondito al di sotto del livello marino, verrebbe ad essere successivamente occupato da un braccio di mare, o fiordo. Detriti prodotti dalla degradazione dei versanti Struttura e movimento di un ghiacciaio di tipo alpino semplice Sezione trasversale 'Crepacci Sezione trasversale della parte inferiore del ghiaccialo INFORMATICA & MATEMATICA il progresso scientifico, ma per la novità di un teorema interamente dimostrato da un calcolatore. Un nuovo strumento si affianca ad altri mezzi di indagine, ben consolidati nei secoli. Due note di cronaca per chiudere. Herbert Robbins, ora ottantenne, professore emerito alla Rutgers University (New Brunswick), ha commentato il suo trionfo su alcuni dei più noti logici del secolo dopo una disputa che si trascinava da sessantanni, con poche parole al New York Times: «Sono lieto di essere vissuto abbastanza», quasi a lasciar intendere che la lunga vita fosse più importante della congettura. Subito dopo l'annuncio di McCune e Wos, lo studioso francese Pierre Lescanne dell'Università di Orléans ha annunciato un'analoga dimostrazione della congettura di Robbins, basata su un diverso «theorem prover» sviluppato nel suo laboratorio. Una riflessione finale per tranquillizzare gli amici matematici. La congettura di Robbins, così come il teorema dei 4 colori, non è stata il frutto di intelligenza artificiale, in quanto il calcolatore si è limitato alla sua dimostrazione. Un «theorem prover» è uno strumento importante, ma solo uno strumento, che ha bisogno di molta intelligenza naturale per raggiungere i suoi obiettivi. Il calcolatore produrrà in futuro molti teoremi anche importanti, ma sarà sempre incapace di capirne il significato. Augusto Biancotti Università di Torino Angelo Raffaele Meo Politecnico di Torino