Cella aperta dal turismo

Cella aperta dal turismo Cella aperta dal turismo Dietro la libertà la paura di boicottaggio Italia vogliono organizzare il boicottaggio anti-Maldive? Il Presidentissimo Gayoom, al potere da 23 anni, non aveva mai preso in considerazione le proteste, minacce o possibili ritorsioni: il turismo maldiviano può anche far a meno degli italiani. Ma pare sia stata proprio questa la leva che ha smosso Gayoom. Più che le proteste italiane, sarebbero stati i maldiviani dell'Associazione turistica a premere sul governo di Male. Così, il 26 gennaio, erano cominciati i colloqui tra la delegazione maldiviana e quella italiana per la firma di un trattato di reciprocità: il detenuto può scontare la pena nel proprio Paese. Le delegazioni si erano date appuntamento al 2 marzo, per gli ultimi dettagli prima della firma del protocollo d'intesa. E invece, a sorpresa, il presidente Gayoom ha firmato la grazia ieri mattina. Il trattato con l'Italia, dunque, non c'entra. L'ambasciatore Di Muccio, almeno da tre giorni, sapeva che il ministero del Turismo maldiviano La mamma e la nonna di Davide Grasso: hanno ritrovato il sorriso festeggiato con moderazione: il Ramadan non ammette eccessi. Con la grazia finisce l'incubo di Ghio e Grasso, ma anche quello dei pochi italiani che lavorano alle Maldive. «Nonostante quel che si è detto in Italia - dice Gianni Conti, il proprietario del «Twin Peaks», da 13 anni a Male - qui abbiamo fatto tutto il possibile». E tutto il possibile per arrivare alla scarcerazione. Al ristorante, ogni sera, passava Saleem Bandu, futuro console onorario per l'Italia. Passavano i tour operator maldiviani, sempre più preoccupati per le possibili conseguenze della carcerazione: davvero in era certo di un imminente provvedimento di grazia. Ibrahim Zaki, già ambasciatore all'Onu, ora ministro del Turismo, avrebbe convinto Gayoom ricordando due date. Il 25 febbraio, a Milano, comincia la Borsa internazionale del Turismo. Il 3 marzo, a Berlino, quella tedesca, con tanto di delegazione guidata dal Presidentissimo. Non sarebbe il caso di risolvere la vicenda dei due italiani prima di questi due appuntamenti, importantissimi per il turismo e le Maldive? Gayoom ha capito, ha deciso, ma i maldiviani ancora non lo sanno. La notizia, a Male, diventerà ufficiale solo quando Ghio e Grasso avranno lasciato la capitale. «Non possiamo sapere se sono stati informati della grazia», dicono dal «Twin Peaks». Né alla Prison Division né al direttore del carcere di Himmafushi sono arrivate comunicazioni ufficiali. Anche ieri, se non hanno saputo, Ghio e Grasso avranno passato la giornata tra la spiaggia e la cella che dividono col cittadino svizze¬ ro Hans Zimmerman, pure lui graziato. La sera avranno preparato gli spaghetti che arrivano dal «Twin Peaks». E Stefano Ghio, per gli altri 200 detenuti «il dottore», avrà regalato l'aspirina a chi sta poco bene. Sull'Isola della Prigione, è vero, Ghio e Grasso hanno ottenuto un trattamento di favore. Stanno meglio dei maldiviani o dei cingalesi che non possono fare il bagno tutti i giorni, non mangiano la brodaglia di tonno, ma per quasi un anno si son chiesti se è giusto finire all'ergastolo per quattro semi e mezzo grammo di hashish. Per la legge maldiviana si. Sull'isola, sopra la prigione senza sbarre, per dodici mesi hanno visto passare i charter che vanno e vengono dall'Italia, sempre pieni. Da ieri hanno solo da aspettare il jet dell'aeronautica militare che porta Lamberto Dini a Male. Mercoledì alle 11,15. Ancora sei giorni. Poi, con semi o senza semi, alle Maldive non torneranno più. Giovanni Cer ruti