Ultimatum di Bertinotti di Giuliano Ferrara

Ultimatum di Bertinotti Ultimatum di Bertinotti «Ulivo, con noi o con Berlusconi» somma vuole la botte piena e la moglie ubriaca. Per di più ormai vuole essere il vero capo di tutto il centro sinistra, mentre affida a Giuliano Ferrara il compito di comandare la destra». C'è «preoccupazione», tra le file di Rifondazione, per le intenzioni di D'Alema. Cossutta non lo nega, e ripete quella parola «preoccupazione» - più e più volte. Ma c'è anche la speranza che la nuova tattica sortisca qualche effetto. «Sulla sospensiva alla Rebuffa - spiega Cossutta - hanno votato in tantissimi. Molti di An. Molti del pds. Tutti quelli che avvertono il pericolo di un inciucio D'Alema-Berlusconi». E poi c'è Prodi. Che si ricatta e si lusinga, perché lui, come spiega Bertinotti, «ha le carte in mano per sparigliare la situazione dall'altra parte, rafforzando invece l'attuale maggioranza». Di qui i moniti al presidente del Consi¬ glio perché non prenda in considerazione l'offerta di Berlusconi sulla Finanziaria: «Sulle pensioni - avverte il segretario del prc noi provochiamo la caduta del governo. Se l'esecutivo si allea alla destra noi togliamo il nostro appoggio». Devi scegliere tra Rifondazione o Berlusconi, mandano a dire Cossutta e Bertinotti al leader dell'Ulivo. E per convincere Prodi i due leader del prc agitano lo «spauracchio Ciampi». «Il presidente del Consiglio - spiega Cossutta alla fine dovrà dire di no all'intesa con Berlusconi perché al suo posto, per fare questa operazione, vogliono mettere Ciampi». E Bertinotti aggiunge: «Prodi sa che rischia di essere il cavallo ruffiano di un altro: lui apre l'operazione nei confronti del Cavaliere, ma la chiude uh personaggio diverso. Già, Ciampi è bravissimo. A nessuno è stato mai permesso di fare quello che fa il nostro ministro del Tesoro. Mostra una faccia feroce, invocando lacrime e sangue, e poi nella realtà si limita a operazioni di restyling, spostando quindicimila miliardi da una parte e poi dall'altra... giochetti di contabilità». Insomma, gli uomini di Rifondazione cercano in tutti i modi di uscire dall'angolo dove D'Alema vorrebbe metterli. Anche se Bertinotti sa che non sarà facile: i suoi margini di manovra, con la disponibilità del Polo, si sono ridotti. «Berlusconi - ammette il segretario del prc - vuole fare l'intesa sul serio, tant'è vero che ha rotto con An, quindi è disposto a un compromesso pure sulla Finanziaria, magari senza nemmeno toccare le pensioni. E' davvero difficile sapere come andrà a finire perché Prodi si potrebbe vedere costretto a sparigliare la sua maggioranza. Chissà...». Ma dopo il voto sulla Rebuffa il lume della speranza si è acceso: «L'altro giorno ero pessimista, oggi no», ammette Bertinotti. Maria Teresa Meli