«Sognavamo un'avventura»«Alessandra e Elisa erano scomparse da Siena venerdì:Volevano vedere l'Europa e divertirci un pò»

Alessandra e Elisa erano scomparse da Siena venerdì: «Volevamo vedere l'Europa e divertirci un po'» Alessandra e Elisa erano scomparse da Siena venerdì: «Volevamo vedere l'Europa e divertirci un po'» «Sognavamo un'avventura» Finita a Madrid la fuga delle due ragazzine no fatto tappa in Plaza Major, sono andate a vedere «Guernica» al «Reina Sofia», hanno mangiato al ristorante (paella?) e hanno fatto le ore piccole in discoteca. «Ancora un po' di giorni così a divertirci e saremmo tornate», hanno ripetuto mielose al console, sicure di essere credute. «Avevamo dei sogni, la Francia, la Spagna, e volevamo realizzarli». Jeans e maglioncino, vivacissime, non hanno parlato di amici, amichetti, fidanzati, conoscenti. «Non mi pare che in questi giorni abbiano avuto contatti», sottolinea Fratini. Perché non credere a questa versione? «In fondo - aggiunge il console - i soldi li avevano e da quello che mi hanno detto si capisce che si muovevano con disinvoltura». Per ora, però, non c'è stato modo di sapere da Alessandra perché prima della MADRID. Due colpi alla porta. L'avventura è finita. Alessandra e Elisa si sono svegliate di soprassalto e si sono vestite, frastornate. Sul comodino i walkman, i soldi, un paio di foto del gatto. «E a papà e mamma non avete pensato?», hanno chiesto l'assistente sociale e il carabiniere in borghese dell'ambasciata italiana che alle 12,45 di ieri hanno bussato a una delle camere dell' «Abergue juvenil Casa de Campo» di Madrid. «Ma volevamo solo fare un giro e vedere Parigi e Madrid», hanno risposto in coro, stupite da tanta apprensione. Alessandra Martinoli, 14 anni, terza media, e Elisa Baraldo, un anno di meno, seconda media, le ragazze scomparse da un paese vicino a Siena il 31 gennaio, hanno buttato nello zainetto biancheria e t-shirt e hanno preso il taxi con quegli angeli custodi planati da chissà dove. «Adesso tornate a casa». Il console italiano, Maurizio Fratini, se l'è viste arrivare a casa all'ora di pranzo, ancora sorprese e affamate. In tavola c'erano penne al ragù, straccetti di carne e dolce di crema e loro non hanno fatto complimenti. «Avevamo voglia d'avventura», hanno spiegato le amiche del cuore tra un boccone l'altro (se questa si può considerare una spiegazione): «Ma non pensavamo di creare tanto scompiglio!». Per dare loro un'idea dello scompiglio, Fratini si è messo a sfogliare i giornali italiani. «Li ho mostrati a tutte e due e insieme abbiamo visto anche la tv e il Tgl. Sono state meravigliate nel vedere gli articoli, i servizi, e perfino le loro foto», racconta Fratini. «Soprattutto Alessandra: "Quella non sono io" - ha esclamato, quasi divertita -. Quella è mia sorella più grande. Si sono sbagliati"». Per fortuna non si era sbagliato il portiere d'albergo che le ha riconosciute e ha risolto con uno sguardo il mistero della scomparsa: venerdì scorso si erano volatilizzate da casa e si temeva che fossero rimaste vittima di un maniaco conosciuto navigando fra le trappole disseminate su Internet. Il senor Garcia dall'occhio vispo aveva letto da poco un fax segnaletico inviato a tutti gli ostelli europei dall'«Associazione italiana degli albergatori» (era stata un'idea della mamma di Alessandra) e ha digitato il numero del consolato italiano. «Buenos dias, le ragazze sono qui da noi». «All'inizio Alessandra e Elisa non mi sono sembrate affatto pentite. Solo dopo qualche ora hanno cominciato a preoccuparsi, mi è sembrato», dice Fra¬ tini. «Mi sono trovato di fronte due ragazzine che avevano appena fatto una bravata, cioè una gita non autorizzata. Chissà cosa passa per la testa di una quattordicenne». Cosa passa è difficile dire. Hanno raccontato, ma non troppo. «Abbiamo preso il treno per Parigi venerdì sera...». E poi? E poi sono andate a zonzo per la capitale con lo stupore di chi non ha mai visto una metropoli. «Che figo l'Arco di Trionfo!». A Madrid sono arrivate (sempre in treno) lunedì, un po' stanche, sempre caricatissime. Con la sua carta dello studente Alessandra ha trovato subito una sistemazione, un ostello della gioventù in pieno centro, vicino alla Moncloa. E l'altro ieri di nuovo in giro per un'altra città grande grande. Peccato che un fax fosse in arrivo, quello che le avrebbe scoperte. Han- Trovate in un ostello sono ospiti del console: «Non mi sono sembrate pentite» fuga abbia cancellato dal computer tutte le informazioni memorizzate sull'hard disc. «Forse non c'è nessun mistero», conclude Fratini. «Tra poco arrivano i genitóri, e a loro le affido». E' quasi sera e Alessandra e Elisa aspettano. «Non le abbiamo chiesto nessuna giustificazione, vogliamo prima parlare con tranquillità con Elisa», aveva detto poco prima a Fiumicino il padre della ragazza, Giuliano. «L'unica nostra preoccupazione era che avessero incontrato qualche malintenzionato». E anche a casa Martinoli si fa festa. «Adesso andiamo a prenderla. Chi l'avrebbe mai detto? Alessandra, come quelli della sua età, parlava sempre di viaggi, della Spagna e di tante altre località. Ma sembravano sogni». In basso, da sinistra Elisa Baraldo, 13 anni e Alessandra Martinoli, 14 le ragazze senesi scomparse e ritrovate a Madrid E i loro genitori, alla partenza per Madrid all'aeroporto di Fiumicino Gabriele Beccaria SE Elisa Baraldo, 13, vanno a Firenze e prendono il treno per Parigi. Ai genitori avevano raccontato che avrebbero dormito Cuna a casa dell'altra. L'ARRIVO A PARIGI. Le ragazze arrivano nella capitale francese. Nel frattempo gli inquirènti le cercano \ a Milano dove, tramite Internet, si suppone che abbiano preso contatti con alcuni amici. SEI GIORNI IN FUGA LA PARTENZA. Alessandra Martinoli, 14 anni e l'amica UN GIORNO DA TURISTE. Le due amiche sono a Parigi: trascorrono la giornata visitando la città. Il monumento che più le impressiona è l'Arco di Trionfo. Alla sera prendono il treno per Madrid. L'ARRIVO A MADRID. FEBBRAIOArrivano in serata e prendono una camera all'Albergue Juvenili-Casa de Campo. Poi vanno a mangiarsi una pizza, girano per alcuni locali, a notte fonda tornano in albergo. FEBBRAIO AZONZO PER LA CAPITALE. Giornata dedicata alla visita della città. Anche i musei: le due amiche vanno al «Reina Sofia». I soldi non mancano e pranzano e cenano al ristorante. E' quasi mattina quando tornano all'ostello, dopo una notte in discoteca. FINISCE L'AVVENTURA. FEBBRAIOre 12,45 un'assistente sociale e un carabiniere bussano alla camera. «Dovete tornare a casa, i vostri genitori sono molto preoccupati». Alessandra ed Elisa vengono accompagnate all'ambasciata italiana. fuga quando la tensione sarà passata. «Non abbiamo avuto certo il tempo di chiedere perché sono fuggite, sono aspetti che affronteremo dopo. Non so quando rientreranno, forse fra qualche ora: dopo che tutti i giornali e le televisioni hanno parlato di Alessandra ed Elisa, devono essere protette, lasciate in pace; sono delle adolescenti, ed in questi momenti l'affetto è sicuramente ciò di cui hanno più bisogno». Antonella Leon UBZB&. '//'////, mmm ///////> DALLA MONDIALE STORICO anche finire qui, per quanto ci riguarda, perché non c'è emozione che possa superare quella che abbiamo vissuto ieri sera in una seconda manche da delirio. Certo, la prossima settimana arriverà Tomba. L'Evento diventerà suo, per quella personalità straripante che ne fa lo sciatore più popolare del mondo e forse di ogni tempo. Ma quale dolcezza nel vedere le due ragazze ascendere idealmente (la premiazione si terrà questa sera alle 18) ai due gradini più alti del podio mondiale nello slalom. Nessuna italiana era andata oltre il terzo posto. Ci sono riuscite Deborah e Lara, simbolo di uno sport femminile che avanza tra le difficoltà e i pregiudizi e le discriminazioni di una federazione che fa ancora differenza tra uomo e donna, per cui alla Compagnoni e alla Magoni spetterà un premio che è soltanto l'HO per cento di quello che percepirebbe un maschio. Potevano smettere molto prima di questa notte straordinaria, che scuote persino la freddezza livida del Sestriere. Deborah ha subito tanti e tali infortuni (dalle ginocchia sbrecciate fino all'infezione a un rene) da stroncare chiunque non abbia il suo carattere forte e gentile come quei dolcini che nascondono sotto la scorza un cuore tenero. Lara, lo ha detto in tv la madre, inseguiva da dieci anni un momento di gloria vera, che la ripagasse delle ore trascorse in sala operatoria e delle delusioni più piccole e segrete, come quando nei mesi scorsi la esclusero dal gruppo delle ariete sotto contratto con un grande sponsor piemontese. Non la volevano. Tutto è passato. E' rimasta soltanto la gioia incontenibile che si è riversata nelle strade del Sestriere e ha fatto persino dimenticare le gravi carenze di chi doveva disciplinare il dopo gara. Da ieri la Compagnoni è campionessa mondiale nella specialità che continua a sentire meno sua, domenica tenterà di bissare il titolo nel gigante in un'accoppiata che è riuscita soltanto a Tomba, tra gli italiani. «Gli eroi dello sport sono sempre maschi», ha detto nei giorni scorsi Tacconi, uno che con lo sport e dello sport ha campato. Deborah lo ha già smentito. IO cini Marco Ansaldo UZZZBL v/////. mmm////.'//