«La sinistra ha cavalcata le stragi»«Strategia della tensione:revisione storica della destra» di Giovanni Bianconi

«La sinistra ha cavalcata le stragi» «La sinistra ha cavalcata le stragi» Strategia della tensione: revisione storica della destra sca, che portò all'eccidio delle Fosse Ardeatine, come «la prima strage di Stato». E' il primo passo per denunciare «l'osmosi che ci fu tra la pohzia segreta fascista Ovra e apparati del partitocomunista», il «grosso ruolo avuto dal pei negli apparati di sicurezza italiani», fino all'«uso della giustizia per fini politici», sempre da parte della sinistra. Davanti ad una platea di signori in grisaglia e signore in pelliccia, il deputato di An Enzo Fragala spiega che è venuto il momento di aggiornare «ricostruzioni fondate su storiografie e inchieste giudiziarie che hanno mostrato tutti i loro limiti». Un esempio: «Non è vero che la strage di piazza Fontana, nel 1969, servì a bloccare l'avanzata delle sinistre, perché il pei all'epoca era al suo minimo storico». E allora va integrata e corretta anche la relazione del presidente Pellegrino in commissione stragi, «basata sul presupposto che la vita politico-sociale italiana sia stata influenzata e condizionata esclusivamente dagli Usa». In sala e nel programma della due giorni, si intrecciano volti e nomi vecchi e nuovi; e così, oltre a Spiazzi, ecco Lugi Cavallo, coinvolto e prosciolto a suo tempo nelle indagini sul «golpe bianco», che parlerà sulla «disinformazione come arma del partito comunista»; il figlio del generale De Lorenzo chiamato a discutere di «Sifar e Piano Solo»; l'ex Nar Gabriele De Francisci, con una relazione sullo «spontaneismo armato» della destra. Ma c'è spazio anche per la politica più recente, con gli interventi di Giulio Maceratini, Tiziana Parenti, Maurizio Gasparri e Marco Taradash. ROMA. Quando arriva il generale in pensione Amos Spiazzi, che parlerà su «golpe Borghese e Nuclei di difesa dello Stato», Paolo Signorelli, il professore di Ordine Nuovo, scuote la testa: «Quello è un infame, faceva le veline contro di me e Delle Chiaie». Spiazzi, che nel frattempo pare sia diventato presidente di un circolo di Alleanza nazionale, si infila nella sala dove si discute di «disinformazione e depistaggi sulle stragi bollate come fasciste». Fuori, Stefano Delle Chiaie - er Caccola, fondatore di Avanguardia Nazionale - non gradisce l'aria che tira: «Chi, come noi, è stato stritolato da quel meccanismo, non viene mai chiamato a dire la sua. Evidentemente ci considerano impresentabih». Tutto questo accade in un piovoso pomeriggio di febbraio, nel cortile di Palazzo Valdina, dependance della Camera dei deputati, dove il Polo per le Libertà e il gruppo Alleanza sociale italiana hanno organizzato due giorni di dibattito sul tema: «Strategia della tensione e stragi sul filo rosso della disinformazione». Il corsivo su quelle due parole, filo rosso,, è degli stessi organizzatori, per sottolineare una regia di matrice comunista su ciò che intorno a bombe ed attentati è stato detto e scritto in Italia nei cinquant'anni di storia repubblicana. Ora la destra decide di uscire dal guscio, di riscrivere quella storia, e comincia con questo convegno dove sono stati invitati, tra gli altri, Gianfranco Fini, Giuseppe Tatarella, Pierferdinando Casini, Franco Frattini e il presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi, il pidiessino Giovanni Pellegrino. Che però, alla prima giornata, non s'è visto. Chi al tempo degli attentati e delle bombe fu Tiziana Parenti più a destra di tutti, però - come Signorelli e Delle Chiaie, venuti qui dopo aver calcato per anni le aule delle corti d'assise e chiuso i conti con la giustizia - non sembra soddisfatto. «Questi alla pista nera sostituiscono la pista rossa, e invece per me la pista è bianca, o grigia se volete» dice il primo. E il secondo protesta perché anche in questo convegno, a lui e a quelli come lui, non viene data la parola: «Noi siamo stati demonizzati, e malgrado le assoluzioni ancora veniamo additati come stragisti; invece la condanna per Sofri, che pure per me è sbagliata, viene considerata come un'assoluzione». Chi nel convegno ha la parola, fa partire da lontano il processo di revisione storica. «Abbiamo presentato - annuncia in apertura l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi - una denuncia penale contro gli autori della strage di via Rasella, e la procura di Roma ha aperto un'indagine su quei fatti». Più avanti il giornalista Pierangelo Maurizio bollerà l'attentato gappista del marzo '44 contro un battaglione della polizia tede¬ Giovanni Bianconi

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