Il ruolo di Montecitorio mentre decolla la Bicamerale primo traguardo la riforma dei regolamenti di Ugo Magri
Il ruolo di Montecitorio mentre decolla la Bicamerale: primo traguardo la riforma dei regolamenti Il ruolo di Montecitorio mentre decolla la Bicamerale: primo traguardo la riforma dei regolamenti i jaB, PARLAMENTO DOPO GLI ULTIMI "SCOSSONE" 7 RINNOVAMENTO 20 rifondazione 35 35 delle Regioni se alle Regioni si intende conferire ampi poteri? «E' importante studiare bene le esperienze degli altri Paesi e poi bisogna coordinarle con le proprie tradizioni. Per quanto riguarda la Camera devo aggiungere che quando si fa una riforma, ciascuno dev'essere disposto a perdere qualcosa, magari per ricavarne qualcos'altro. L'importante è che, complessivamente, ne guadagni D Paese». Prevede mutamenti costituzionali, sulla giustizia? «La Francia sta cercando di copiare il nostro modello giudiziario...». E battute a parte? «Le questioni principali sono tre: indipendenza, azione penale, autogoverno della magistratura. Attorno a questi punti ci sarà senz'altro una discussione. Non mancheranno le tensioni. Se però sul complesso delle riforme si registrerà una convergenza, credo che anche sulla giustizia si arriverà a un accordo. A mio avviso, ma è solo un'opinione personale, i punti fermi dovranno essere indipendenza, autogoverno, non casualità nell'esercizio dell'azione penale». E' d'accordo con il procuratore Borrelli che, per sveltire i processi, propone di eliminare il giudizio d'appello? «L'appello così generalizzato non ce l'ha nessun sistema. Però queste sono riforme cui si può arrivare con un consenso molto largo, non con un atto di forza. E nessuno deve pensare che si vogliano ridurre i diritti dell'imputato. In realtà bisogna rendersi conto che chi dice di voler assicurare tutto a tutti non garantisce nulla o nessuno e garantisce solo i più forti. Bisogna sostituire la giustizia della garanzia astratta e menzognera, con la giustizia della garanzia effettiva». Lei esclude che in un futuro prossimo ci siano atti di pacificazione nazionale tipo indulto? «Ci sono proposte di legge sull'in¬ MINI-GRUPPI cu I . 5 I ra * i I s I D- 11 il I dei materiali e dei prodotti ■ per ristrutturare, rinnovare ! Francesco Saverio Borrelli Nicola Mancino rei dì riflettere sino in fondo su cosa sono i valori repubblicani» In che senso lei si sonte repubblicano? «La Repubblica è innanzitutto una scelta per alcuni valori. Essere repubblicano non vuol dire solo non essere monarchico. Vuol dire credere in una democrazia fondata sulla responsabilità, sulla partecipazione e sull'equità». Non dica che ha riscoperto Giuseppe Mazzini... «Mazzini era un rivoluzionario del secolo scorso. Noi stiamo parlando della fine del XX Secolo Penso che l'Italia sia in grado di diventare una democrazia decidente, cioè efficiente e moderna guidata da quei valori repubblicani di cui ho parlato prima. Abbiamo battuto il terrorismo, abbiamo affrontato con civiltà e risultati politici questioni assai gravi, siamo la quinta potenza economica del pianeta, siamo rientrati nello Sme, stiamo risanando il bilancio. Le risorse non ci mancano. Cerchiamo, allora, di riscoprire il meglio di noi stessi. Credo che l'attuale classe politica abbia questo preciso dovere: tirar fuori il meglio dell'Italia repubblicana». Questa classe politica talvolta dà l'impressione di non accorgersi che viviamo in Europa. Non crede? «Dobbiamo l'are uno sforzo, noi politici e responsabili delle istituzioni, per sprovincializzare il nostro lavoro e il nostro dibattito Un punto essenziale è il rapporto con l'Europa, la partecipazione del Parlamento alla fase di costruzione delle direttive europee, per evitare i pasticci del I passato come le quote latte. La Ca| mera ha cambiato tutto in questo settore e comincia ad intervenire nella costruzione delle direttive. La commissione per le politiche comunitarie diventerà permanente nel 1998. Il governo ha già preparato la relazione sul prossimo semestre europeo e i deputati sono messi in grado di sapere sin d'ora quello che accadrà a livello europeo. Noi discutiamo ora come spendere i fondi strutturali, ma altrove si sta discutendo di quello che accadrà dopo la fine dei fondi strutturali, tra 2 anni. Un Paese autorevole deve guardare al futuro. Cominciamo a chiederci cosa vogliamo che sia l'Italia nel 2010. Quali scuole e trasporti avrà per esempio. Abbiamo la capacità di farlo». Ugo Magri
Persone citate: Borrelli, Francesco Saverio Borrelli, Giuseppe Mazzini, Mazzini, Nicola Mancino
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