Dini: veri liberal-democratici«Così Rinnovamento diventa partito» di Ant. Ram.

Pini: veri liberal-democratid Pini: veri liberal-democratid Così Rinnovamento diventa partito gli interventi scivolano via rapidi. L'ex presidente del Cnr Luigi Rossi Bernardi sciorina una relazione economica sullo stato del Paese, ma strappa il consenso quando ricorda: «E' Dini che ha messo il dito nella piaga delle pensioni». Ma Lamberto Dini, chiacchierando con gli ospiti durante il ricevimento organizzato nei locali dei Cavalieri del Santo Sepolcro, dirà che Berlusconi fa bene a chiedere maggior rigore nella prossima finanziaria. «Ma staremo a vedere - ci dice -, se l'obiettivo è Rifondazione, come hanno scritto i giornali stamattina. Di certo, il Paese ha bisogno di forze moderate, e di una politica moderata». Non crede affatto, il ministro degli Esteri, al complotto contro l'Italia di cui ieri ha parlato il Financial Times: «Se l'Italia non dovesse esserci sono certo che l'Europa non si compirebbe». Il senso della frase non è solo nella determinazione che verso l'Europa Dini nutre, e non da oggi. Il senso più compiuto è che «potremmo scoprire, in quel caso, che non tutti i Paesi europeisti lo sono poi davvero». Si capisce anche che l'impegno del leader di Rinnovamento Italiano non è poi disgiunto dal ruolo di capo della Farnesina. Dini è un diplomatico per formazione, da ex banchiere centrale sa che la moderazione è un'arte. E più volte, nel leggere il manifesto del suo partito, per il quale chiede iscritti, e si attende che la base cresca, si richiama a Einaudi da una parte, e a De Gasperi dall'altra. Insomma, una piccola forza liberaldemocratica che punta con decisione verso il centro. «Il bipartitismo in Italia non è com¬ piuto, e ci vorranno forse vent'anni per uscire dalla fase del bipolarismo. In questa, il ruolo di piccole formazioni come Rinnovamento è importante, per erodere le tentazioni estremiste che ci sono da una parte e dall'altra», dice Vittorio Dotti, l'ex colomba di Forza Italia, che segue Dini con attenzione. Più rilassato, forse troppo, Gianni Rivera: «Rinnovamento deve crescere, bene, in fretta. Adesso avete un leader, l'anno prossimo potremo eleggerlo. Ma l'importante è che, anche se non dovesse più esserci Dini, il partito esista, sia forte». Lamberto Dini ride, e la mano gli scivola nel panciotto, a sfiorare il corno di corallo rosso che sempre lo accompagna. Ci hanno provato in tanti, a volergli male, ma l'amuleto lo ha sempre protetto. [ant. ram.]

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