La «gola profonda» abita in Bundesbank«Un siluro partito da Francoforte»

La «gola profonda» abita in Bundesbank La «gola profonda» abita in Bundesbank dire: «Avevate ragione voi e torto la Bundesbank. Le quotazioni non erano gonfiate, erano sane». Anche altre sciagure temute in questo periodo dalla banca centrale tedesca, come una fuga di capitali dal marco verso il franco svizzero, non si sono avverate. Ma a Francoforte non demordono; qualcuno alza il tiro prendendosela anche con la Francia. Dichiara un membro del direttorio, Reimut Joachimsen, che il «patto di stabilità» concordato al vertice di Dublino «manca di sostanza», «ha natura politica» e «non vieta i trucchi di bilancio». alle ipotesi di lavoro - perché di questo dovrebbe trattarsi - rivelate dal giornale. Da mesi la Bundesbank è preoccupata delle scommesse in positivo che i mercati fanno su valute e titoli soprattutto di Italia e Spagna. Il proclama dell'offensiva era stato scritto nel gergo tecnico del bollettino uscito da Francoforte in novembre: l'attuale convergenza dei tassi di interesse è «politica», non giustificata dalle realtà economiche. Da allora, il fenomeno è continuato; se non si interrompesse l'Italia, i cui conti pubblici sono così pesantemente determinati dai tassi di interesse, arriverebbe davvero alla soglia Thibault de Silguy, aveva fatto cenno a questa ipotesi. L'Italia non ha accettato di farsi da parte di propria volontà. Ieri de Silguy è frettolosamente tornato alla versione di sempre: «Esiste solo il trattato di Maastricht, la decisione sarà presa all'inizio del '98». In parallelo, è partita un'offensiva verbale per sgonfiare subito sui mercati la supposta «bolla speculativa». Dall'ex governatore della Bundesbank delle moneta unica senza aver terminato - così ritiene la Bundesbank - il proprio risanamento. E' partito dal governo tedesco il tentativo di arrivare a una soluzione consensuale: anticipare a sorpresa la decisione del '98, annunciando già nel '97 i Paesi ammessi e quelli da ammettere con breve ritardo. A Roma il messaggio era giunto non direttamente dalla Germania, ma attraverso un altro governo, quello olandese. Sabato scorso a Davos il commissario europeo agli affari monetari, Yves- Karl-Otto Poehl a svariati esponenti delle grandi banche tedesche a politici di Bonn, il «no» all'Italia è stato pronunciato con una chiarezza senza precedenti. Hanno fiancheggiato, con la maggiore diplomazia richiesta dal ruolo, l'attuale presidente dell'Ime Alexandre Lamfalussy e il suo probabile successore, il governatore della Banca d'Olanda Wim Duisenberg. In un'intervista resa nota ieri, Duisenberg dichiara che 8 Paesi si qualificheranno sicuramente, Italia e Spagna non si sa ma non sarebbe un dramma. I mercati hanno retto, ieri. Operatori finanziari hanno telefonato alla Banca d'Italia per Stefano Lussemburgo in testa Lepri FLASH REDDITI I cittadini del piccolo Lussemburgo continuano non solo ad essere tra i più ricchi dell'Ile, ma battono adesso - in termini di potere d'acquisto - anche gli americani e i giapponesi. In una graduatoria che Eurostat ha compilato ponderando il Pil di ciascun Paese con il numero degli abitanti e il livello dei prezzi in modo da giungere a un ìndice del potere reale d'acquisto pro-capite - e fatta la media dell'Ue pari a 100 - il Lussemburgo si è situato in testa a quota 169, seguito dalla Danimarca e dal Belgio. Gli italiani si situano a quota 103, poco al di sopra della media comunitaria. TRONCHETTI «Fare le cose giuste» L'entrata dell'Italia nella moneta unica «non rappresenta un problema sa cominciamo a tare in casa nostra le cose giuste, intervenendo sulla spesa e mettendo le imprese al centro dello sviluppo». Lo ha detto Marco Tronchetti Provera. «Nessuno, se si fanno le cose giuste - ha aggiunto - potrà dire o avrà interesse a sostenere che l'Italia non debba andare in Europa secondo i tempi previsti». ZANPANO «Serve la ripresa» «Se riusciremo a rilanciare l'economia, mantenendo allo stesso tempo basso il livello di inflazione, non c'è dubbio che il traguardo europeo sarà alla portata dell'Italia». Il presidente del Sanpaolo di Torino, Gianni Zandano, non sposa le teorie degli euroscettici e si dice convinto che l'Italia «alla fine ce la farà a superare l'ostacolo. Abbiamo recuperato armi di sventatezza con un tiro della cinghia prolungato e sono stati fatti passi avanti».

Persone citate: Alexandre Lamfalussy, Duisenberg, Flash Redditi I, Gianni Zandano, Lepri Flash, Marco Tronchetti Provera, Thibault, Wim Duisenberg