Jackson, uno show in pretura di Maria Corbi

Il re del pop ieri a Roma alla sbarra nel processo in cui rischia una condanna penale e una multa miliardaria Il re del pop ieri a Roma alla sbarra nel processo in cui rischia una condanna penale e una multa miliardaria Jackson, uno show in pretura «Non ho copiato, false le accuse diMBano» ROMA.A1 Bano contro Michael Jackson, sesta ripresa. E questa volta sul ring della pretura penale di Roma è salito nientemeno che il re del pop. Proprio lui, Michael Jackson, arrivato nella mattinata di ieri da Parigi con un aereo privato per difendersi dall'accusa di aver plagiato, con la sua «Will you be there» la canzone di Al Bano «I cigni di Balakà». Avvolto in uno dei famosi cappotti con gli stemmi argentati che porta anche nei suoi tour, Michael Jackson si è presentato puntuale all'appuntamento con la giustizia italiana. Vestito con pantaloni di raso nero e una camicia bordeaux che richiamava il colore del bordo dei suoi mocassini il cantante - senza il solito strato di cerone sulla faccia e senza occhiali - ha dimostrato molta pazienza. Si è rivolto ad Al Bano chiamandolo sempre «maestro». Cortesia o consiglio degli avvocati? Comunque sia lui ha ripetuto di non aver mai sentito nominare la canzone «I cigni di Balakà» e men che meno il suo autore. La somiglianza tra le due melodie? Una coincidenza. Nessun compromesso. Nessuna trattativa tra le parti fuori dell'aula. Accusa e difesa sono ferme nelle loro tesi che adesso hanno il supporto di numerose perizie di esperti di musica. E' in corso anche una causa civile, sempre a Roma, che dovrà stabilire l'entità dell'eventuale risarcimento. E un altro pretore aveva provveduto, due anni fa, a bloccare la diffusione della canzone di Jackson sul territorio italiano. Stati Uniti contro Cellino San Marco, dunque, in una causa che vede costituita anche la Siae assistita dall'avvocato Pastore. In ballo ci sono, oltre alla questione di principio, anni di diritto d'autore versati per la canzone della star americana, «Will you be there», e che, secondo le parti civili, invece, sarebbero potuti spettare alla canzone di Al Bano. Miliardi e miliardi. «Che Ilifi IL PLAGIO IN MUSICA, TRE CONTENZIOSI CELEBRI LUIS BACALOV. La colonna sonora del film «Il postino», trionfo di Traisi, fu firmata da Luis Bacalov e premiata con un Oscar. E' stata accusata di plagio da Paolo Margheri e Riccardo Del Turco, autori del brano «Nelle mie notti» di Sergio Endrigo. Il contenzioso è ancora in corso. FRANCESCO DE GREGORI. L'ultimo caso di plagio ha visto gli autori di «Zingara» imporre, attraverso il tribunale, a De Gregori di ritirare il suo pezzo «Prendi questa mano, zingara» perché conteneva una citazione non autorizzata del testo interpretato da Bobby Solo e Iva Zanicchi. PATTY PRAVO. Molti ricordano l'incidente occorso a Patty Pravo nell'87, quando presentò a Sanremo «Pigramente signora»: un fan club marchigiano denunciò che si trattava di un plagio di un pezzo di Dan Fogelberg, la Pravo fu squalificata e dovette rinunciare a un contratto discografico. cancelleranno il sorriso dalla sua faccia», ha detto l'avvocato di Al Bano, Francesco Caroleo Grimaldi, seccato dall'atteggiamento divertito di Jackson. Certo i soldi non mancano alla pop star che per venire a Roma ha dovuto pagare il viaggio e il soggiorno a un seguito di 15 persone e ai testimoni. Uno di loro, manager della Ocean Recording, ieri non è stato ascoltato per un intoppo nel procedimento dopo che il pubblico ministero ha ampliato l'accusa contro Jackson, che ora dovrà essere processato non solo per violazione della legge sul diritto d'autore ma anche per aver eseguito in pubblico nel luglio '92 la melodia incriminata. Jackson, sempre a voce bassissima e con il sorriso sulle labbra, ha detto di aver notato la somiglianza tra le due canzoni. «Una coincidenza». «Non ho mai rubato niente nella mia vita, le accuse sono false», ha ribadito. Il pm Bruno con le sue domande voleva arrivare a dimostra¬ re che Jackson in realtà conosceva Al Bano di nome, se non come artista come marito della figlia del divo di Hollywood, Tyrone Power. Ma il pretore Frigenti ha proibito le domande in merito come non pertinenti. L'arrivo di Jackson a Roma è stato tenuto segreto fino alla fine. Gli unici a conoscere i progetti della rock star erano i difensori che poco tempo fa sono andati nella sua villa stile Disneyland per prendere accordi. Anche in quell'occasione hanno parlato solo con uno dei legali americani del loro cliente. Jackson ha riaffermato la sua fama di irraggiungibile. Ecco perché nella sua venuta a Roma qualcuno vede la paura di una condanna. Ma Alberto Seganti, legale del cantante, precisa: «Michael Jackson è venuto a deporre in aula espressamente per dimostrare la propria innocenza e per rivendicare la paternità della sua opera». Ma l'accusa attacca, ricordando tra l'altro, che Jackson rischia fino a sei mesi di carcere: «Le canzoni sono uguali - ha detto Grimaldi -, è stato impressionante nell'udienza precedente, quando le hanno fatte ascoltare insieme: dove finiva una, iniziava l'altra e viceversa». Le note incriminate nel brano «Will you be there» sono 37. «In realtà - spiega Seganti - sono solo cinque. Si tratta di una scala ornata dove le stesse note si ripetono nella melodia con delle variazioni. Se vogliamo essere seri allora dobbiamo anche riconoscere che c'è una canzone del 1939, "I bless you", molto più simile a quella di Jackson de "I cigni di Balakà"». E allora le accuse di plagio che investono non solo la musica ma anche il testo? Continua Seganti: «Nella canzone di Al Bano c'è un riferimento al Gange, in quella di Jackson si parla del fi'.une Giordano come è tipico dei canti gospel che fanno parte della storia culturale del mio cliente». A destra, Michael Jackson entra nella pretura di Roma attorniato dalle sue guardie del corpo e dai carabinieri. Sotto, il rivale Al Bano Maria Corbi