«Adotterò una sieropositiva in memoria di Robertino»

«Adotterò una sieropositiva in memoria di Robertino» «Adotterò una sieropositiva in memoria di Robertino» // figlio morì di Aids a quattro anni, forse contagiato in ospedale «L'amore di un padre e di una madre anche se adottivi è una medicina formidabile contro ogni tipo di malattia» CASTELVOLTURNO DAL NOSTRO INVIATO Di Robertino ha conservato giocattoli e vestiti, come se il suo bambino ucciso dall'Aids un anno e mezzo fa dovesse tornare a casa da un momento all'altro. «Per me continua a vivere nelle sue cose», dice Alfonso, il padre, che non è mai riuscito ad accettare fino in fondo la realtà di quel figlio morto senza colpa per una malattia terribile, contratta forse in un ospedale, con una trasfusione. Da un anno e mezzo Alfonso, che sta combattendo un'estenuante battaglia giudiziaria per dare un volto e un nome ai responsabili della morte del figlio, ha un'idea fissa: «Ho giurato a me stesso, sulla tomba di Robertino, che farò di tutto per aiutare i bambini malati come lo è stato lui. L'affetto e il calore di una famiglia possono lenire tante sofferenze». Per questo 't motivo ha preso una decisione: «Io e mia moglie Chiara siamo d'accordo: vogliamo adottare una bambina sieropositiva». Si chiama Francesca. Ha cinque anni, la stessa età che avrebbe oggi Robertino. Alfonso Sollazzo l'ha conosciuta in una corsia del reparto di malattie infettive del II Policlinico, mentre si trovava al capezzale del figlio. Il padre è morto e la madre, affetta da Aids conclamata, non può prendersene cura. «Chiara e io abbiamo letto di Francesca su un giornale, poco prima di Natale - racconta Alfonso -. Nell'articolo si diceva che nemmeno la nonna, l'unica persona cara che le era rimasta, poteva più accudirla. Ci siamo informati e abbiamo saputo che la bambina è stata accolta in una casa famiglia. La trattano bene, ne sono certo. Ma l'affetto di un padre e di un madre, sia pure adottivi, è ben altra cosa: è una medicina for¬ midabile contro ogni tipo di malattia. Vogliamo che Francesca venga a vivere con noi per darle lo stesso amore che abbiamo dato a nostro figlio». Il padre di Robertino ha altri quattro bambini: l'ultima, nata due mesi fa, ha lo stesso nome del fratellino morto. «Sarebbero contenti di giocare con Francesca, l'accoglierebbero come una sorella». La strada dell'adozione o dell'affidamento, però, è irta di ostacoli. «Ce ne sono tanti, tutti legati alla burocrazia e all'insensibilità di chi invece dovrebbe fare di tutto per dare serenità ad una bambina che non ha ancora molto da vivere spiega Alfonso -. Mi sono rivolto al tribunale per i minori dove mi hanno comunicato con tono sbrigativo che la pratica intestata a Francesca doveva essere ancora esaminata, e che mi avrebbero dato una risposta che ancora non è arrivata». Co- me se non bastasse, ci sono problemi finanziari: «Sembra proprio che l'unico requisito per l'adozione sia il conto in banca, e non l'affetto. Non navigo certo nell'oro, ho lasciato il lavoro di cuoco per assistere Robertino e, dopo la sua morte, sono stato assunto con un contratto a tempo determinato da

Persone citate: Alfonso Sollazzo