La prima pietra della Berlino di Kohl

Ma il cancelliere è indebolito e contestato: un'ombra sull'Europa di Maastricht Ma il cancelliere è indebolito e contestato: un'ombra sull'Europa di Maastricht La prima pietra della Berlino di Kohl Ha dato il via ai lavori della nuova Cancelleria BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Helmut Kohl si e affidato a un salmo, alle tre di ieri pomeriggio, per rinsaldare l'enfasi propiziatoria con la quale ha avviato la costruzione della Cancelleria del Duemila in un'area di Berlino - quella compresa fra il Tiergarten, l'arco della Sprea e il Rcichstag - densa, carica, greve di storia. «Se non è il padrone a costruire la casa, si affatica chiunque si appresti a costruirla», ha detto Kohl smuovendo la terra con una vanga per la posa della prima pietra, E certamente, a oltre cinquant'anni dal crollo del nazismo e dalla fine di una guerra devastante per la Germania e per l'Europa, la cerimonia di ieri pomeriggio è servita anche a segnare un nuovo inizio, per la città che più di ogni altra è considerata il simbolo della catastrofe tedesca. Le parole di Helmut Kohl avevano tuttavia una singolare risonanza, sulla spianata che alla svolta del millennio sarà occupata da un cubo bianco alto 36 metri, costo presunto 400 milioni di inarchi. Perché a pronunciarle era un «pa- Lo rivela un amico drone» sul quale si addensano segnali malauguranti di declino, presagi politici infausti, interrogativi severi che si riassumono in un quesito, soprattutto: è cominciata davvero la fine delibera Kohl»?, stiamo assistendo davvero a quella che Josckha Fischer - il leader storico dei Verdi - ha definito la scorsa settimana al Bundestag la «Kanzlerdaemmerung», il crespuscolo di un Cancelliere al quale sembrano venir meno iniziative e idee, sembrano mancare le energie politiche indispensabili in tempi travagliati come questi, sembrano sfuggire le fila del potere? Helmut Kohl è certamente ancora il centro del sistema politico tedesco; e certamente è vero che altre volte, nei suoi quasi quindici anni di governo, ha attraversato tempeste temibili, insidiose. Mai prima d'ora, tuttavia, il suo trono è stato scosso da quelle che gli sembreranno forse insolenze temerarie, ma che esprimono in realtà il senso della svolta. Mai prima d'ora il Cancelliere era stato contemporaneamente contestato all'interno del suo partito, la Cdu - dove è caduto il tabù del silenzio, nelle criti¬ Lo svelano fonti ufficiose della Casa reale, che però non fanno nomi che al «capo» - e negli ambienti economici tedeschi, dove l'insoddisfazione per la sua politica è palese. Mai prima d'ora il «Cancelliere dell'unificazione» era stato contemporaneamente superato da uomini dell'opposizione nei sondaggi d'opinione, dove luccica la stella del suo probabile sfidante alle elezioni del '98, il socialdemocratico Gerhard Schroeder; e contestato da ricercatori economici di primo piano (uno di loro, Norbert Walter, ha detto l'altro giorno che Ludwig Erhard, il padre del miracolo tedesco e Cancelliere Cdu prima di Kohl, «oggi si rivolterebbe nella tomba»). Pochi giorni fa, il quotidiano economico «Handelsblatt» - che non è certo vicino alla sinistra - denunciava il «discorso piatto» pronunciato da Kohl al Bundestag durante il dibattito sulla disoccupazione: «Se il Cancelliere non supererà la sua astinenza di idee, la coalizione di governo finirà», prevedeva. Ieri la «Frankfurter Allgemeine Zeitung», il giornale dell'establishment, insisteva sul «cambiamento avvenuto nelle relazioni fra Kohl e la Cdu». Nel senso che

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