Bandiera bianca su Belgrado

Bandiera bianca su Belgrado Bandiera bianca su Belgrado Al 78° giorno Milosevic dice: ho perso elezioni presidenziali. Ieri, ventimila studenti hanno sfilato fino alla direzione generale di polizia per chiedere che i loro amici, fermati nei disordini dell'altra notte, siano liberati. Con loro sfilava un migliaio di avvocati, che dal patrocinio gratuito sono passali alla partecipazione attiva. Tutti segnali che possono aver messo in allarme il regime, certo. Movimenti che seguivano di poche ore i momenti di maggior tensione che Belgrado avesse vissuto dal '91. Ma il tentativo di interpretare la folgorazione di Milosevic deve basarsi su altri elementi. Un fatto tecnico, anzitutto: senza un'iniziativa di rottura, proprio oggi a Belgrado si sarebbe insediato il nuovo Consiglio comunale. Quello composto da «Sps» e dagli ultrasinistri della «Jul», finti vincitori dopo l'annullamento del primo scrutinio e il ritiro per protesta dei candidati di «Zajedno». Subito dopo, un calcolo politico che potrebbe rivelarsi sottile. Risvegliatosi da democratico dopo undici settimane, adesso Milosevic è in grado di dire al mondo: vedete? Ho acconsentito alla vittoria di quegli screanzati ma adesso loro chiedono di più, e questo è inaccettabile. Alcuni fini conoscitori delle trame di regime vogliono che questa lettera non rappresenti tanto una vittoria di «Zajedno» quanto il trionfo dell'ala moderata nell'«Sps». Spingendo il capo a una concessione, l'ala morbida del partilo punta a presentarsi più agguerrita alle Presidenziali e a confezionare alibi per interventi più decisi nel caso in cui «Zajedno» si facesse prendere la mano. C'è poi da considerare un ultimo elemento, ma decisivo. Reggere 18 Consigli comunali significa anche gestire una serie di emittenti locali che nell'organizzazione jugoslava appartengono alle municipalità. Ieri a Kragujevac, dove «Zajedno» ha vinto senza contestazioni, il direttore di «Rtk» ha annunciato che il tribunale gli ha dato ragione. La polizia che pochi gionù fa impedì agli uomini dell'opposizione d'inaugurare i nuovi programmi non dovrebbe più intervenire. «Almeno lo spero - dichiara Viroslav Stevanovic -; continuo a pensare che la violenza sia il sistema cui si ricorre solo quando non si ha alcuna ragionevole via d'uscita». Appunto. BULGARIA

Persone citate: Milosevic, Stevanovic

Luoghi citati: Belgrado, Bulgaria, Kragujevac