Ambra madrina di Rinnovamento bis Dini raggiunge «quota 20»,e cerca alleati

Ambra madrina di Rinnovamento bis Ambra madrina di Rinnovamento bis Dini raggiunge «quota 20», e cerca alleati un modo o nell'altro, alla fine, «quota 20» è stata raggiunta. In pratica, Dini si ò disfatto di socialisti e pattisti segniani (alcuni, almeno), sostituendoli con repubblicani residuali, berlusconiani delusi, e anime perse da ogni dove, alla Camera. Mentre al Senato ancora ferve, come si dice, l'opera. In che modo avvenga, questa opera, non è questione né entusiasmante, né a maggior ragione trasparente, passando il finanziamento pubblico per i gruppi parlamentari. Con disincantato automatismo i giornali la chiamano «campagna acquisti», espressione che - con speculare disinvoltura - Dini respinge. Ed è logico. Meno logico, tuttavia, e perciò in qualche modo degno di nota, è quanto il fondatore di Rinnovamento ha voluto aggiungere a proposito di tutto quel formicolio di onorevoli interessati ad aderire al gruppo, giacché «i segnali d'interesse sono venuti sulla base del nostro manifesto politico». E qui si ritorna all'odierno incontro al Cinema Blu con le sue poltroncine d'amore (prima fila della galleria), dove verranno distribuite le 15 tesi di quel Manifesto che tanto fascino ha esercitato sugli onorevoli Liotta, Li Calzi, Bastianoni, Orlando, Vari ed Eventuali. Del testo si conoscono solo alcune anticipazioni che già lo rendono un prodotto comunque unico nel suo genere, situandosi il Manifesto nel momento in cui si parla di rinascita dei partiti - e del loro linguaggio così generico, così aereo, così astuto. Quel che del Manifesto non solo non si conosce, ma neanche si arriva a intuire è proprio la parte - la Tesi? - dedicata alla forma organizzativa. Perché davvero è difficile comprendere che interesse abbia Dini, un ministro degli Esteri, un politico che comunque ha dimostrato di sapercela fare, a impelagarsi in una grottesca caricatura lillipuziana dei partiti: come erano un tempo, per giunta; e quale smarrimento possono suscitare quando nascono cespugli e cespugli restano, per forza, pur addobbandosi come arbusti di Natale. Da questo punto di vista, la storia di Rinnovamento è quasi esemplare. Nasce nel febbraio più o meno come «partito-famiglia» e subito vira verso il modello, importato, del cartello elettorale tipo legione straniera: tutti buoni e zitti, comunque, a sperare nel miracolo. Appena sfangata la prova delle urne, pur con un modesto 4,3 per cento, tutti, ma proprio tutti, e cioè diniani, socialisti, pattisti e perfino seguaci dell'ex ministro cossighiano Berliguer, rialzano la cresta. E già nel luglio la «legione straniera» sfuma verso «l'armata Brancaleone». Però, siccome ai giornalisti non si può dire, gli si dice che l'obiettivo è una «Federazione di partiti» (che te la raccomando). Dalla Federazione - non senza la stesura del dovuto «manifesto programmatico» con ii Si Lillo Delfino e il segniano Biracchi - si passa a ciò che Dini, imperterrito, battezza <

Persone citate: Bastianoni, Dini, Li Calzi, Liotta