Berlusconi apre al governo, con riserve di Antonella Rampino

Il Cavaliere: non voglio spaccare la maggioranza ma entrare in Europa. E Bertinotti va da Prodi Il Cavaliere: non voglio spaccare la maggioranza ma entrare in Europa. E Bertinotti va da Prodi Berlusconi apre al governo, con riserve «5/ alla manovra a giugno se si tagliano le pensioni» narlo in fondo al pozzo». Nel pds, le posizioni non sono così compatte: Mauro Zani, dell'esecutivo, ieri sera dichiarava di non essere affatto d'accordo nell'incidere col bisturi sulla spesa sociale. E d'accordo con lui si è già detto anche Pietro Folena. Ma che vi siano dissensi nel pds a Rifondazione è noto: «Li sentiamo borbottare, nei banchi in aula vicino ai nostri, ci sussurrano: tenete duro. Ma poi, al momento di votare, seguono sempre le indicazioni del capogruppo. Il pds è ormai un partito monarchico» dice Nerio Nesi, padre della politica economica di Rifondazione. E dunque, la sortita di Berlusconi potrebbe spingere a quella che Nesi chiama «la linea della governabilità a tutti i costi». Che trova cauti consensi tra i Popolari, nella persona del vicesegretario Enrico Letta. Mentre consapevole, in Forza Italia, il capogruppo Enrico La Loggia, preavvisato da Berlusconi della sua nuova mossa politica: «Se il governo non riesce a portarci in Europa perché è ricattabile da Rifondazione, e se invece l'80 per cento del Parlamento dovesse essere d'accordo nel farle, queste riforme strutturali, allora la maggioranza dovrebbe prenderne atto». E insomma, l'obiettivo di Berlusconi non sarebbe precisamente quello di cambiare il quadro politico, ma certo questa sarebbe la conseguenza. Una cosa che Fausto Bertinotti ha capito benissimo: si è precipitato da Prodi e gli ha ribadito che, se si toccano le pensioni e il sistema sanitario, Rifondazione toglierà il suo appoggio al governo. All'uscita da palazzo Chigi ha commentato pubblicamente che «Berlusconi si aggrappa a Prodi per trasci¬ moneta unica». La lettera è arrivata per fax a Giuliano Ferrara, che giura di non averla ispirata in alcun modo, né tantomeno richiesta. Berlusconi, che aveva prima annunciato e poi ritirato la sua partecipazione al convegno su Maastricht di sabato scorso, al quale Ciampi ha invece partecipato, sostiene che sarebbe stato stato lo stesso Ciampi a chiedere, in quell'occasione, un'apertura di credito all'opposizione. E, a Ferrara che al telefono gli domandava se il suo obiettivo fosse sfasciare la maggioranza, Berlusconi ha risposto «No, il mio obiettivo è l'Europa». Ma, al di là delle intenzioni, e della credibilità che ad esse gli osservatori della politica daranno, è certo che sul governo, se la proposta dell'opposizione venisse accettata, qualche conseguenza ci potrebbe essere. Ne è gli alleati di Berlusconi nel Polo, non appena ieri le agenzie hanno diramato il testo della sua lettera, si sono affrettati a commentarla favorevolmente. «Condividiamo l'attenzione di Berlusconi» dice Pierferdinando Casini del ccd. «In Europa questo governo non gode di fiducia: dobbiamo impegnarci tutti per dare credibilità al Paese» rilancia Rocco Buttiglione del cdu. «Berlusconi ha ribadito una posizione che il Polo aveva già espresso nei giorni scorsi» constata Gianfraco Fini. Ma, intanto, i telefonini bollono. Se Botteghe Oscure accettasse la proposta di Berlusconi, cambierebbe completamente il quadro delle alleanze. Sulle quali Casini non si pronuncia. Mentre Nesi dice «L'accordo, ne sono certo, è solo tra D'Alema e Berlusconi». Antonella Rampino Il super ministro per l'EconCarlo Azeglio Ciampi

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