«Omicidio per il potere»

«Omicidio per il potere» «Omicidio per il potere» La compagna: così ho vissuto con lui L'AVVOCATO Durante le indagini Cosimo Auletta, il legale di Patrizia Reggiani, aveva dichiarato che la sua cliente gli aveva domandato: «Che cosa mi capita se faccio ammazzare mio marito?». LA BABY SItTÈR Le dichiarazioni della governante Alda Rizzi: «La Signora Reggiani nel '90 mi chiese se il mio fidanzato poteva trovarle un killer che uccidesse il marito». GABRIELE C. Il supertestimone, un confidente della polizia. Raccoglie alcune confidenze di Savioni, le riversa alla Criminalpol, fornendo particolari sul delitto mai usciti sui giornali. «i». E' lui che per primo ha raccontato agli inquirenti che Patrizia Gucci gli chiese cosa avrebbe rischiato se avesse fatto uccidere Maurizio Gucci. Ed è ancora lui che oggi dice: «Si è scritto che il movente sarebbe stato l'eredità, ma non è possibile. Quando il marito separato venne ucciso, aveva già perduto lo stato di possibile erede in quanto il divorzio, deciso in un primo tempo in Svizzera, era già stato notificato nel novembre '94». E allora, avvocato? Manca il movente? Risponde: «Non ho mai parlato di mancanza di interesse economico, ho parlato solo di un divorzio avvenuto». Fabio Poletti ispirato uno sceneggiato televisivo MILANO. «Non è stato un omicidio per amore o per gelosia, ma per desiderio di potere, quel potere che derivava dal nome dei Gucci», rivela al «Gazzettino di Venezia» Paola Franchi, l'ultima compagna di Maurizio Gucci, la donna che Patrizia Reggiani Martinelli odiava come e più del marito. In silenzio da giorni, Paola Franchi accetta di parlare dei suoi anni accanto all'ultimo dei Gucci. E dei difficili rapporti con la sua ex moglie, che voleva bruciare la villa di Sankt Moritz perché ci stava lei. Signora Franchi, da quanti anni stava con Maurizio Gucci? Sopra, Paola Franchi «Da cinque anni. Maurizio aveva ottenuto il divorzio all'inizio del '94, io nel novembre successivo. Insomma, non avevamo nessun tipo di impedimento». Per il matrimonio? «Esatto». Lei solo adesso, dopo due anni, sa chi ha ucciso e chi ha voluto che morisse Maurizio Gucci. Come sono stati questi due anni? «Incredibilmente c'è stato un voltafaccia abbastanza generale delle persone che ci erano vicine». Dopo il delitto, che rapporti ha avuto con Patrizia Reggiani Martinelli? «Solo contatti risolti dai nostri avvocati». Per qualche oggetto che la signora rivendicava? «Sì, per alcune statuette che avevamo comperato io e Maurizio e che lei diceva di aver avuto dai tempi del matrimonio. Un valore di neanche dieci milioni...». In questi armi gli mqoùrenti hanno seguito diverse piste per chiarire l'omicidio: i casinò in Svizzera, gli affari finanziari, un misterioso giavo a Napoli, la possibilità di tornare nei mini luoghi. Da sette anni non posso andare al cimitero dove sono sepolti i miei genitori, perché se vado a portare un fiore e qualcuno mi riconosce, che faccio?». Si sente ancora in pericolo? «Non credo che il rischio sia molto concreto, ma c'è gente che sta in galera per quello che ho visto e raccontato, e forse ancora pensa a me. Comunque io non mi pento di quello che ho fatto, spero solo che non ci sia più bisogno che altri si trovino nella mia situazione per sconfiggere la mafia. Perché la mafia alla fine sarà sconfitta, ne sono sicuro». Giova viaggio negli Usa. Ha mai pensato che potessero essere la pista giusta? «Non ho assolutamente mai creduto che quelle potessero essere ipotesi fondate. Maurizio avrebbe dovuto essere un dottor Jekyll e un mister Hide. Era impossibile, pur me che lo avevo conosciuto. Erano ipotesi impossibili». Sui giornali sono uscite diverse ricostruzioni... «Purtroppo sui mezzi di comunicazione è più facile recepire un personaggio negativo, anziché positivo. L'immagine di Maurizio è stata molto attaccata, qualcuno ha cercato di sporcare un personaggio che invece era pulito e trasparente». Si riparla anche delle minacce che aveva subito Maurizio Gucci... «Gli avevano mandato dei nastri registrati in cui lo minacciavano. Ma non si preoccupò più di tanto, non pensava che avessero una fondatezza, altrimenti avremmo preso delle precauzioni, saremmo fuggiti da qualche parte e lui sarebbe ancora vivo». Quando ha saputo dell'arresto di Patrizia? «Venerdì alle 10, mi ha telefonato un amico. Sono rimasta senza fiato, ho cominciato a tremare. Un tale choc! Non pensavo che questo caso si risolvesse, forse perché era passato tanto tempo» Alla fine di tutto, rimangono Allegra e Alessandra, le fighe di Maurizio Gucci e di Patrizia Reggiani. Pensa mai a loro? (Avranno un fardello pesantissimo da portarsi dietro. Non ci sono parole... anche perché avranno il rimorso di non essere state, con il padre, delle figlie affettuose, di aver ascoltato tutte le cattiverie che Patrizia aveva detto contro il loro padre». [r. m.] Sciopero in cella

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