Gli Usa svelano il mistero dell'oro di Salò
Gli Usa svelano il mistero dell'oro di Salò Gli Usa svelano il mistero dell'oro di Salò Mille lingotti d'oro rubati dai nazisti per conto della Svizzera WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il mistero dell'oro italiano scomparso alla fine della Seconda guerra mondiale è forse finalmente svelato. Dagli archivi americani spunta infatti un lungo memorandum che descrive in dettaglio come i nazisti, in collaborazione con il governo elvetico, trasportarono poco meno di un migliaio di lingotti d'oro in Svizzera nel 1944. Il ruolo della Svizzera nella fosca vicenda dell'oro rubato dai nazisti durante l'ultima guerra è al centro di una polemica internazionale da diverse settimane. Ma è la prima volta che quel Paese viene tirato in ballo per l'oro sparito dalle casse della Banca d'Italia nel 1944. Il memorandum, trenta pagine compilate dal Dipartimento di Stato nel 1946 e sco¬ vate dai ricercatori del World Jewish Council che da un anno setacciano gli archivi americani, racconta che i tedeschi fecero arrivare i lingotti - pari a 12 milioni di dollari di allora - su specifica richiesta del governo elvetico. Dopo la caduta di Mussolini e di fronte all'avanzata degli Alleati verso Nord, la Banca Nazionale Svizzera cominciò a temere che un prestito di circa 33 milioni di dollari concesso da un consorzio di banche elevetiche al governo fascista non sarebbe mai stato ripagato. E poiché un terzo di quel prestito era garantito in oro, la Banca Centrale Svizzera chiese aiuto ai nazisti, con i quali, del resto, stava collaborando su più fronti. Il memorandum, nel capitolo intitolato «Il ruolo della Svizzera nel saccheggio dell'oro italiano», rivela che nel gennaio del 1944 gli elvetici contattarono il vice presidente della Reichsbank Emil Puhl «per organizzare il trasporto di una parte dell'oro italiano in Svizzera». Il quantitativo richiesto era equivalente, lingotto più lingotto meno, alla copertura in oro del prestito concesso a Mussolini. L'operazione ebbe il via libera di Vincenzo Azzolini, governatore della Banca centrale nella Repubblica di Salò. Ma il sistema finanziario nel Nord Italia era interamente nelle mani dei nazisti nel 1944 e la decisione di accogliere la richiesta elvetica fu presa dal Reich. Azzolini è morto nel 1967. Kalman Sultanik, vice presidente del World Jewish Congress, dichiara: «Queste rivelazioni tolgono il fiato. Se verranno confermate risulterà che ci fu allora non già un'operazione commerciale, ma una transazione di stampo mafioso di prima grandezza tra la Svizzera e la Germania». Del resto, gli episodi venuti alla luce nelle ultime settimane aiutano a capire perché i nazisti avessero interesse ad accedere alla richiesta svizzera: i nazisti avevano messo in piedi un esteso traffico d'oro trafugato in tutta Europa, che dipendeva in buona parte dalla connivenza delle autorità elvetiche. E' ancora presto per dire se queste nuove rivelazioni risolveranno definitivamente il giallo durato mezzo secolo sull'oro trafugato dall'Italia. Ma se il documento alla fine sarà autenticato, la sua scoperta dovrebbe metter fine, almeno in parte, alle tante leggende sorte negli anni sulla fine misteriosa di quei lingotti. Andrea di Robllant
Persone citate: Azzolini, Emil Puhl, Kalman, Mussolini, Vincenzo Azzolini
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