«Ma il merito è tutto di Rabin» di Fiamma Nirenstein

« « Ma il merito è tutto di Robin » «Lui aprì la via andando dal Pontefice» Quand'è cominciata e perché la marcia di avvicinamento fra Chiesa e Israele? «Anche se ci fu la visita di Papa Montini, la strada che porta ai rapporti attuali comincia con il Concilio Vaticano II. Perché solo con l'acquisizione sentimentale e culturale di Giovanni XXIII della tragedia dello Shoah, che lui per sé, è meno motivato dal punto di vista ideologico e probabilmente anche meno disposto a dare, a concedere aperture su Gerusalemme». L'incontro con Rabin fu più caloroso? «Penso che sia ben possibile che il Papa avesse un maggiore entusiasmo verso Rabin». «Su Gerusalemme alla fine ci sarà un accordo fra le tre religioni» primo capì fino in fondo, la Chiesa ha desiderato di togliere agli ebrei il marchio di traditore, di assassino di Gesù. Qui, solo qui, si cominciò a capire che una riparazione verso il mondo ebraico rispetto all'atteggiamento della Chiesa durante la seconda guerra mondiale poteva ormai solo passare per un rapporto con Israele. Dunque, innanzitutto, il rapporto fra Israele e il Papa ha il senso di una profonda e sentita riconciliazione storica». Mi sembra, però, solo una parte del gioco ideologico e politico attuale. Non le pare che la venuta del Papa in Israele cambierebbe molto anche i rapporti con i Paesi arabi? E che il Papa punti a Gerusalemme in qualche forma? «Tutt'e due le cose sono vere e interdipendenti. Certamente il Papa vuole partecipare alla gestione dei luoghi santi di Gerusalemme...» Ma Netanyahu non sembra avere intenzione di concedere una briciola di sovranità I «E chi l'ha detto? Israele consentirà alle due grandi religioni monoteiste di essere partner nelle decisioni sui luoghi santi, almeno in qualche forma. Qualcosa dovrà essere escogitato, ne sono sicuro, qualcosa dovrà essere concesso. E credo che chiunque ormai se ne renda conto. Quanto ai Paesi arabi, la Siria, il Libano, la Giordania, l'Egitto, per non parlare dei palestinesi, contano minoranze cattoliche di cui il Papa ha sempre tenuto conto ricevendone in cambio un buon rapporto con questi Paesi. Di converso, se il Papa viene in Israele, questo non può che aiutare molto il rapporto fra Israele e gli arabi. Israele ne riceverà, dunque, un chiaro vantaggio politico». Fiamma Nirenstein

Persone citate: Giovanni Xxiii, Netanyahu, Papa Montini, Rabin