Sestriere chiede scusa a Prodi per i fischi

An: il premier si è meritato la protesta, ma buon gusto vorrebbe che non avvenisse in mondovisione An: il premier si è meritato la protesta, ma buon gusto vorrebbe che non avvenisse in mondovisione Sestriere chiede scusa a Prodi per i fischi «E' stato un agguato». Pescante: capitò anche a Clinton T-tìi-vn+n KÌ/iiinnninTi4 /-. netiln T? i-,-vn I biente sicuramente ostile E mo T-tìi-vn+n KÌ/iiinnninTi4 /-. netiln T? i-,-vn biente sicuramente ostile. E mostrano i risultati delle ultime elezioni: Forza Italia e An hanno ottenuto insieme 210 voti; lista Prodi e pds, appena 51. «Senza dimenticare - aggiungono - che Sestriere è frequentato da molti piccoli e medi imprenditori che potrebbero avere qualcosa da recriminare nei confronti del governo». Alle 7, il sindaco è già in Municipio. Come se non bastasse, il prefetto lo ha convocato per il pomeriggio a Torino: «riunione operativa» dice il fax, ma in realtà suona come ima richiesta di spiegazioni. Com'è po¬ tntrv a n rt n A a rvi 9 Pi ctuto accadere? Ci s tntrv a n rt n A a rvi 9 Pi cnnn rlnn /iftwnnti tuto accadere? Ci sono due correnti di pensiero. Secondo Tiziana Nasi, presidente della Sestrieres spa, tutto dev'essere nato come uno scherzo: «Poi le cose sono degenerate, e sono state coinvolte altre persone. Ero lì, ho visto con i miei occhi come è andata: c'era un gruppo di ragazzetti nel parterre che ha iniziato a fischiare per gioco. Subito dopo, altri spettatori si sono uniti a loro. Comunque, nonostante il gran baccano, erano in pochi, pochi maleducati». Sulla stessa linea il vicepresidente del comitato, Giuseppe Zimino. «La contestazione di pochi è di¬ nnn rlnn /iftwnnti I ono due correnti i/;irn A 'i 1 nantimontn A1 Tiitti uli n versa dal sentimento di tutti gli al i/;irn A 'i 1 nantimontn A1 Tiitti uli n versa dal sentimento di tutti gli altri che erano tanti di più». Meno indulgenti le altre reazioni. A cominciare da quella della Bresso: «Intollerabile. Quei fischi sono stati organizzati a freddo: se fosse stata una contestazione firmata dagli allevatori o da altre categoria in lotta ci sarebbero state dimostrazioni anche nel pomeriggio, quando Prodi ha inaugurato la scultura e visitato i nostri stand. Invece, nulla: il presidente passava e la gente gli batteva le mani. No, quei fischi sono stati voluti. E' stato un agguato in piena regola». Scusi, preparato I A o nlii*) ,,U^ Ttìr>f^. i-.-.ì^i A't ttmt A I da chi? «Ho visto un paio di movin A o nlii*) ,,U^ Ttìr>f^. i-.-.ì^i A't ttmt A da chi? «Ho visto un paio di movimenti politici che avrebbero avuto interesse a fischiare Prodi». Per esempio? «Per esempio An: alla cerimonia c'erano diversi esponenti regionali e provinciali. Tra questi, anche Agostino Ghiglia». E' un'accusa diretta. Alla quale il segretario provinciale di An Ghiglia risponde senza mezzi termini: «Chi sostiene queste cose sarà querelato. Io l'organizzatore della protesta? E' una tesi totalmente priva di senso. E anche An è del tutto estranea: oltre al sottoscritto, erano presenti il vicepresidente della giunta regio- noln HAfn'ftm'nn <-» il ,1 I,,,.,, -, 1 naie Majorino e il consigliere pro noln HAfn'ftm'nn <-» il ,1 I,,,.,, -, naie Majorino e il consigliere provincale Motta». Anche lei condanna il comportamento del pubblico? «In questo caso sì: c'era la tv e quei fischi sono arrivati in tutto il mondo». E se le telecamere fossero rimaste spente? «E' un altro discorso. Non posso dire di deplorare i fischi: Prodi se li è meritati. Il problema è, appunto, la presenza della tv: ci voleva un po' più di prudenza, se non altro per una questione di buongusto nei confronti degli stranieri che ci stavano guardando». In serata, la contestazione finisce sul tavolo del prefetto di Torino, Mario Moscatelli: «Una brutta sbavatura. In ogni cerimonia ufficiale, sopratutto se organizzata per celebrare un avvenimento internazionale, va privilegiata la dignità del nostro Paese. A volte la folla è inazionale. Qualcuno prende un'iniziativa fuori luogo e altri lo seguono. Certo, il premier era già stato fischiato al cinema Lux di Torino in campagna elettorale: segno, forse, che ci dev'essere uno zoccolo duro di contestatori da queste parti. Ma non voglio fare congetture: preferisco guardare oltre. Prima dimentichiamo questo brutto episodio, meglio è. Per tutti». Gianni Armand Pilon Lodovico Poletto CONFUSIONE BIPOLARE Giorgio Rebuffa, il professore di Forza Italia autore della legge in questione, è diventato un habitué del gruppo pidiessino della Camera all'insegna dell'«idem sentire» per una riforma che garantisca il bipolarismo. Anche questa, è una liaison che fa a pugni con la natura dei poli di oggi. E non è finita. Per motivi d'altro genere, Lamberto Dini ha aperto una campagna acquisti a suon di promesse tra deputati e senatori dell'altra sponda per garantirsi un gruppo parlamentare autonomo, mentre di contro Rocco Buttiglione ed i suoi hanno divorziato dai Ccd e sono emigrati nel gruppo misto di Montecitorio. Ancora la commissione bicamerale non si è insediata e già i due schieramenti, l'Ulivo e il Polo, scricchiolano, si scompongono, si ricompongono. Accade per ragioni che hanno attinenza con le riforme - si ritrovano i fautori dell'innovazione e quelli della conservazione - o più semplicemente perché si vuole investire sul futuro o salvaguar''-re la propria sopravvive 1?.. politica. Sono le primi, scosse che preannunciano il Grande Terremoto. Eh si, perché è davvero impensabile che questo Paese, dopo 17 anni di dibattiti inutili, di commissioni parlamentari inconcludenti, di I campagne elettorali e referen- ! darie zeppe di slogan senza seguito, possa varare le riforme attraverso un processo indolore, privo di ripercussioni sullo scenario politico e sulla sua stessa geografia. Chi nutre una simile speranza sbaglia. E sbaglierebbe ancora di più a tentare di resistere all'inevitabile rimescolamento dei poli in tema di riforme. Infatti, più il confronto sarà imbavagliato dalle logiche di schieramento e più il compito della bicamerale diventerà arduo, se non impossibile. Anche la ricerca di un compromesso richiede dei costi, impone di correre dei rischi per evitare che tutto si riduca alla mediazione dei piccoli interessi: quelli di Rifondazione o dei Ccd piuttosto di quelli dei verdi o dei popolari. Il primo che dovrebbe saperlo è proprio il personaggio che sarà chiamato alla presidenza della Commissione, Massimo D'Alema. Forse chi ha più interesse a favorire una trattativa sulle riforme che superi gli steccati del Polo e dell'Ulivo, è proprio lui. Le istituzioni debbono essere considerate un terreno neutro, dove Bertinotti possa tranquillamente ritrovarsi con Mastella senza che qualcuno lo richiami alla coerenza. E il segretario del pds deve poter percorrere un pezzo di strada con Berlusconi o con Fini senza doversi scusare. Il discorso che vale per D'Alema deve però essere accettato da Berlusconi e dagli altri: se il segretario del Pds non può lasciarsi condizionare dalla paura che questa o quella scelta possa mettere in discussione il governo, il Cavaliere non può pretendere di salvaguardare a ogni costo la tenuta dell'opposizione. Chi darà l'impressione di subire ricatti dalle proprie frange, inesorabilmente ne rimarrà prigioniero, diventerà il protagonista di una mediazione al ribasso. Per il prossimo presidente della Bicamerale, ad esempio, accettare oggi il «niet» di Rifondazione comunista sulla legge Rebuffa significherebbe un domani subire supinamente le condizioni dei Popolari sulla forma di governo o le pretese dei «giustizialisti» dell'Ulivo sui temi della magistratura. Meglio osare, e prestare semmai attenzione alle esigenze di equilibrio e di armonia di una riforma istituzionale che potrebbe rimanere in vigore per un altro mezzo secolo. Su quali saranno gli schieramenti che si dovranno contendere il governo del Paese, ci si potrà pensare alla fine. Augusto Mlnzolini

Luoghi citati: Sestriere, Torino