Dini, «quota 20» in extremis
Dini, «quota 20» in extremis Dini, «quota 20» in extremis E Buttiglione divorzia dal gruppo di Casini un minaccioso comunicato del suo braccio destro Tassone che invoca «un cambio di strategia nel Polo». Il passaggio al gruppo misto, faceva sapere Buttiglione agli altri leader del Polo, potrebbe trasformarsi in qualcosa di diverso da un escamotage. A suo modo una giornata indimenticabile, questo 3 febbraio, una giornata tutta da raccontare. Il primo «quadro» del vaudeville di Montecitorio va in scena alle 10 del mattino. Nicola Miraglia Del Giudice - un napoletano di 35 anni che in gioventù ha fatto il sostituto procuratore - entra nello studio del suo amico Ernesto Stajano, napoletano anche lui, ma portavoce di Dini. «Caro Ernesto!», «Caro Nicola!». Strette di mano, pacche sulle spalle, il clima affettuoso che può esserci tra due napoletani lontani dal Vesuvio. Nicola, che è ex magistrato, conosce benissimo il peso di una firma: ima volta messa non la cancelli più. «Ma erano mesi che se ne parlava...», ammetterà più tardi Stajano. Tanto è vero che qualche giorno fa, Miraglia ha confidato il suo travaglio direttamente a Lamberto Dini. E così, dopo lunga meditazione, alle 10,20 dì ieri mattina l'onorevole Nicola Miraglia Del Giudice finalmente firma la lettera al presidente della Camera Luciano Violante nella quale annuncia il suo passaggio dal gruppo di An a quello di Rinnovamento italiano. Depositata la lettera, Stajano fa diffondere un comunicato stampa che annuncia trionfalmente: Rin¬ novamento italiano ha raggiunto quota 21 e dunque può Tonnare di nuovo un gruppo parlamentare autonomo, dopo la defezione di 20 giorni fa di socialisti e pattisti. E qui entra in scena Feydeau: proprio come certi mariti dei suoi racconti, anche la determinazione di Miraglia vacilla e così l'ex magistrato accetta subito di p;uTare con Fini. E mentre Miraglia è a colloquio con il suo ex capo, la vicenda si tinge di comico: Paolo Manca, di Rinnovamento italiano annuncia
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