Bicamerale, avvio col «botto»

Anticipata a domani la seduta inaugurale con l'insediamento di D'Alema alla presidenza Anticipata a domani la seduta inaugurale con l'insediamento di D'Alema alla presidenza Bicamerale, avvio col «botto» Guerra per le poltrone, il Centro si divide ROMA. Mercoledì Massimo D'Alema sarà eletto presidente della commissione Bicamerale per le riforme. La seduta inaugurale, in verità, era prevista per venerdì. Ma poi, a sera, un po' per scaramanzia e un po' per spegnere focolai di incendio appena innescati, i presidenti delle Camere hanno deciso di anticipare. Meglio non lasciare spazio a manovre che, come stava avvenendo ieri, potrebbero rendere ancora più difficile del necessario il lavoro per riformare la Costituzione. Un principio di incendio è stato innescato ieri con un «agguato» di Rifondazione comunista (ha posto una pregiudiziale di costituzionalità) contro la «legge Rebuffa» (dal nome del vicecapogruppo di Forza Italia). Proposta che, nella sostanza, mira a permettere di tenere un referendum per abolire la quota proporzionale, senza che la Corte Costituzionale lo bocci. Come ha fatto con quello proposto da Palmella. La «legge Rebuffa» piace ai grandi partiti ed è invisa ai piccoli, che vi vedono lo strumento diabolico per farli scomparire. E, quindi, provvedimento che andava presentato con grande discrezione, possibilmente sottotono, per non creare allarmi. Invece, Rebuffa, incautamente, fin I PARLAMENTARI GIÀ' DESIGNATI SENATO CAMERA Sinistra Democratica. Spini, Zeller, Mancina, Crucianelli, D'Alema, Occhetto, Folena, Salvati, Mussi, Soda Rifondazione. Bertinotti, Cossutta Ccd Casini An. Fini, Tatarella, Armaroli, Nania, Selva Lega. Maroni, Fontan, Fontanini Misto. Boato, Boselli, Buttiglione per la Bicamerale». voleva mettere zizzania nel centro-sinistra con la proposta Rebuffa, c'ò riuscita. Ma così facendo, rende anche più difficile il lavoro di D'Alema (se sarà eletto presidente) e allontana le riforme che anche Berlusconi vuole. Un contraccolpo che Pisanu non doveva avere messo in conto. Così, a sera, Silvio Berlusconi ha deciso di smentire il suo capogruppo appena gli hanno riferito cosa aveva detto, «lo entrerò come entreranno tutti i leaders» ha tenuto a precisare il capo del Polo. Anticipando che anche Fini sarà della partita. Per Berlusconi si tratta di confermare che lui le riforme le ha volute prima degli altri. Ma anche Berlusconi si trova nei guai con i suoi alleati. Molto più di D'Alema. C'è il ccd (Casinil che respinge (come fanno i «piccoli» del centro-sinistra) la «Rebuffa». Ma, ed è più grave, c'è Rocco Buttiglione che ieri ha sbattuto la porta e se ne è di fatto andato dal Polo trasferendo i suoi otto deputati al gruppo misto di Montecitorio. Lo ha fatto per garantirsi nella Bicamerale quel posto che i «fratelli» del ccd gli avevano negato. Ma così hn compiuto un gesto politico che va ben oltre la ripicca e che sancisce lo sfaldamento di un pezzo di Polo. Ora si attende la votazione della pregiudiziale di Rifondazione comunista, che dovrebbe essere respinta. Molto cauto, il capogruppo della Sinistra democratica, Mussi, ha detto: «Questa legge la stiamo valutando con attenzione, ma anche con calma. Sembra che sin diventata l'alfa e l'omega delle riforme. Così non è». Insomma, ci pensino FI e An e votarla. Poi si vedrà quanti pidiessini la troveranno opportuna e la voteranno, avendo libertà di coscienza (si parla di una ottantina). Insomma, è diventata scoperta l'intenzione dei dirigenti del gruppo alla Camera di Forza Italia di utilizzare la proposta Rebuffa come uno strumento per mettere in difficoltà D'Alema con i suoi alleati. I quali, al completo, quella proposta la respingono. Non la vuole Rifondazione comunista che ieri l'ha accusata, a sorpresa, di essere incostituzionale. Stasera ci sarà un voto alla Camera per decidere se l'obiezione è fondata. Giovedì la proposta Rebuffa sarà votata (si tratta di un solo articolo). La mossa di Rifondazione comunista è piaciuta al capogruppo dei popolari, Mattarella, che voterà a favore della pregiudiziale. Il fronte del «no» comprende anche i Verdi e pezzi dello stesso pds. Per questo motivo il partito di D'Alema ha lasciato libertà di coscienza ai suoi deputati. Come si vede, se Forza Italia

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