Burlando assediato dai ferrovieri di Roberto Ippolito
I sindacati contestano la «direttiva Prodi». La Uil teme 30 mila posti a rischio I sindacati contestano la «direttiva Prodi». La Uil teme 30 mila posti a rischio Burlando assediato dai ferrovieri Ministero occupato, una raffica di scioperi ROMA. In pochi minuti il corridoio è invaso. 1 ferrovieri inferociti occupano il secondo piano di Villa Patrizi. Qui ci sono gli uffici del ministro dei Trasporti Claudio Burlando. E' con lui che ce l'hanno i dipendenti delle malandate Fs. «Fuori fuori», urlano alcuni sollecitando Burlando a uscire dallo studio per ascoltare le loro ragioni. «Ridateci Necci», strillano altri, invocando a sorpresa l'ex amministratore delegato delle Ferrovie finito in carcere a settembre. «Dimissioni, dimissioni», si sente ripetere. Non mancano slogan contro il presidente del Consiglio Romano Prodi. Del resto, per i ferrovieri ribelli, è Prodi all'origine di tutti i guai: ha impartito una direttiva a Burlando e al ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi per sdoppiare l'azienda (una società per la rete, una o più per il traffico) e abolire i biglietti gratuiti ai dipendenti. Contro quella direttiva è guerra dichiarata. Ma Prodi stesso, nella serata di ieri, giudica con un comunicato «eccessive e non giustificate» le reazioni alla direttiva. L'occupazione del secondo piano di Villa Patrizi avviene prima di mezzogiorno, ora in cui Burlando dovrebbe incontrare, con l'amministratore delegato delle Fs Giancarlo Cimoli, i ^ sindacati per illustrare la famigera- i la direttiva. La riunione slitta, Bur- sv¬ iando resta a parlare con Cimoli rifiutandosi di discutere nel corridoio: non accetta pressioni. Poco prima delle 14, quando è vicina la fine dell'orario dei ferrovieri che lavorano nello stesso palazzo del ministero, i rivoltosi se ne vanno. Resta la tensione. Alle 15,30 Burlando riesce a incontrare tutti i sindacati, anche quelli che avevano detto che non si sarebbero presentati, Uil e Fisafs-Cisal. Il ministro spiega che la direttiva punta allo «sviluppo delle Ferrovie, non al ridimensionamento». Ma i sindacati sono preoccupati, perplessi; temono tagli al personale, addirittura 30 mila posti in meno secondo la Uil. Finita la riunione i sindacati si guardano bene dal revocare la raffica di scioperi proclamati: se non scattano contrordini, Cgil, Cisl, Uil, Fisafs, Comu e Sma si asterranno dal lavoro dalle 21 di sabato 8 per ventiquattr'ore e replicheranno sabato 15, il 10 marzo e il 17. Cade nel vuoto l'avvertimento di Burlando per il quale «si tratta solo se verranno sospesi gli scioperi già proclamati». A nulla serve che ta il governo a strappare il documento che affronterebbe la crisi Fs con «approccio ragionieristico». Ernesto Stajano, portavoce di Rinnovamento, lamenta che non siano motivate le scelte della direttiva. Burlando dice ai sindacati che dovrebbe far piacere che Prodi si sia occupato delle Fs senza aspettare che l'azienda sia «ai limiti del collasso come successo per l'Alitalia». Per il ministro è sotto gli occhi di tutti che «le Fs non forniscono un servizio» valido, «così non possono andare avanti». Il ministro si è anche attirato l'ira dei sindacati per averli rimproverati di aver «malamente cogestito» le Ferrovie. Nell'intervista alla «Stampa» pubblicata ieri ha osservato che il costo del lavoro è inalterato nonostante il calo del personale da 200 mila a 120 mila unità. Le dichiarazioni di Burlando bruciano: «Addossare le responsabilità ai sindacati di ciò che non va nelle Ferrovie è scorretto», protesta Sandro Degni, segretario Uiltrasporti. E Uilt, Fisafs Comu e Sma dicono che «mai per le Fs periodo fu più nero di quello in corso e che coincide» con la sua gestione. Poi arrivano le proteste della Cgil. Così il pidiessino Burlando chiude la giornata con l'amarezza di essere contestato anche dal suo sindacato. li ministro assicuri che «su tempi e modi di applicazione della direttiva si può aprire una discussione». Entro domani sarà pronto un documento che preciserà i vari aspetti della direttiva: potranno essere create più società «per capire area per area» guadagni e perdite. Burlando preannuncia una dichiarazione di Prodi sulla strategia del governo. Si generano molte aspettative: Dino Grandi, per la Filt Cgil, immagina che si modifichi la direttiva. I sindacati vogliono essere convocati da Prodi. Ma il presidente del Consiglio lascia ai ministri il compito di confrontarsi con i sindacati. E con il suo comunicato puntualizza che la direttiva contribuisce a «ridurre la spesa del bilancio dello Stato» e nello stesso tempo «ad aumentare la competitività del Paese». Il governo non vuol ridurre l'impegno per le Ferrovie ma sostenere il loro «ruolo e la presenza nel mercato». Prodi difende la sua direttiva, da ritirare invece secondo il Comu, l'organizzazione di base dei macchinisti «profondamente insoddisfatti» dopo l'incontro con Burlando. Il ritiro della direttiva è sollecitato anche da Rifondazione comunista: Ugo Boghetta, vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, invi¬ Roberto Ippolito
Luoghi citati: Roma
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