Mancini: macché anti-Juve

Mancini: macché anti-Juve Mancini: macché anti-Juve «Calma, il nostro obiettivo resta la Uefa» d'istinto sul potente tiro di Desailly. Dieng ha giocato benissimo ed ha pagato più di tutti quel brutto derby di Coppa Italia. Karembeu è un campione ritrovato. Cosa non ha funzionato? Veron non ha reso come al solito a causa dell'influenza, poi due o tre volte abbiamo perso male la palla, facendoci trovare scoperti. Balleri e Pesaresi si fanno prendere dall'entusiasmo e attaccano insieme. Fa parte del nostro carattere: voghamo andare avanti piuttosto che difendere. Sarà un difetto, ma è anche una bella cosa». Il segreto di questa Samp non sta nei muscoli, ma nel cervello. «E' la combattività - continua ancora l'allenatore blucerchiato - la nostra arma vera. Nell'intervallo, suH'1-1 e con un uomo in meno, non abbiamo pensato a difenderci o a come fare catenaccio. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo accorti di voler vincere. Questo, oltre alla bravura dei giocatori, è uno dei segreti della Sampdoria. E non è poco». All'orizzonte, dopo la sosta, c'è la Roma: «Verranno squalificati Ferron, Mancini e Pesaresi. Alla faccia di chi parla di scudetto...». Roberto Mancini per la prima volta in camera si trova al vertice della classifica cannonieri: «Con Balbo e Inzaghi, ma soprattutto sono felice per questa vittoria. Non parlate però di noi come dell'anti-Juve. L'ho già detto, se fra due mesi saremo ancora lassù, a uno, due o tre punti dal vertice, allora affronteremo i bianconeri nel confronto diretto per vmcere. Fino a quel giorno però pensiamo all'Europa. Noi non ci nascondiamo e i 40 gol segnati valgono da soli il secondo posto, ma il campionato può cambiare in 2 partite». Il capitano blucerchiato (che questa sera scenderà in campo a Venezia in una partita di calcetto a scopo benefico) rivela una delle armi vincenti della Samp: «L'in¬ coscienza. Esattamente quella che oggi ci ha concesso di ribaltare il risultato con un uomo in meno. Sia in casa che fuori giochiamo sempre a viso aperto, rischiando qualcosina di troppo. Sbagliamo però se pensiamo di avere raggiunto il massimo. Dobbiamo migliorare ancora e cercare di incassare qualche gol stupido in meno. In squadra ci sono sette-otto giovani di 20 e 21 anni, a volte può capitare che io li sgridi, ma loro non stanno certamente zitti. Mandano anche me a quel paese». Il «Mancio» glissa sullo screzio con Baresi («Sono cose che capita¬

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